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Notiziario Marketpress di Martedì 31 Ottobre 2006
 
   
  MARCHIO DOP PER L’EMMENTALER SWITZERLAND UNA TUTELA ANCHE PER I CONSUMATORI ITALIANI SECONDI SOLO AGLI SVIZZERI

 
   
  E’ giunta felicemente al termine la registrazione dell’Emmentaler Dop. Con decisione del tribunale federale di Losanna, il 25 settembre 2006, il formaggio Emmentaler è stato inserito nel registro svizzero delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche. Una decisione che tutela anche i consumatori Italiani che da sempre sono, dopo gli svizzeri, i più appassionati consumatori di Emmentaler. Nel 2005 sono state esportate in Italia 11. 710 tonnellate di Emmentaler Switzerland che rappresentano circa il 50% del totale esportato. Con questo ultimo atto che ha respinto i ricorsi interposti da aziende e organizzazioni estere si è concluso un iter iniziato sei anni fa con la presentazione all’Ufficio federale dell’agricoltura (Ufag) della domanda per l’iscrizione del formaggio Emmentaler nel registro delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche. Dopo una serie di ricorsi si è dovuta attendere la decisione in ultima istanza del Tribunale federale di Losanna. La “denominazione di origine protetta” Dop in Svizzera contraddistingue prodotti fabbricati con metodi tradizionali che presentano un legame storico con il loro territorio d’origine. Solo chi rispetta i severi requisiti di provenienza, produzione e qualità definiti in uno speciale elenco degli obblighi, può apporre sul suo prodotto il marchio di qualità Dop. La registrazione legale rappresenta un passo importante che garantisce i produttori e i consumatori in un contesto concorrenziale sempre più agguerrito a livello sia nazionale che internazionale. L’appellazione tutela infatti contro le imitazioni e assicura ai consumatori che la provenienza e la qualità del prodotto sono state controllate da un organo indipendente sotto l’egida dello Stato. Presentazione Del Nuovo Calendario Dell’azienda Vinicola Di Meo 2007 A New York 5 Novembre 2006 Cipriani Wall Street Uno dei luoghi cult di New York sarà lo scenario della presentazione del calendario 2007 firmato dall’azienda vinicola Di Meo. Al Cipriani Wall Street, il 5 novembre prossimo, la raffinata etichetta di vini irpini darà convegno al jet set e all’aristocrazia internazionale per presentare, con una festa esclusiva, un anno raccontato da un artista. Per il 2007 Di Meo ha scelto Lello Esposito, il demiurgo dei celebri Pulcinella che per la realizzazione del calendario ha realizzato una originalissima scultura, fotografata da Fabio Donato. Dodici suoi scatti raccontano i dodici mesi tra la plasticità dell’alluminio fuso e la cromaticità dei vini prelibati. Cipriani di Wall Street E’ uno dei locali più raffinati di New York. Il palazzo ottocentesco che lo ospita era un tempo sede della City Bank. Un restauro conservativo lo ha restituito alla fruzione dei neworkesi e degli ospiti internazionali. La cucina prelibata dell’Harry’s Bar arricchisce l’offerta di questo locale esclusivo che è curato e gestito da Giuseppe Cipriani. Calendario 2007 Per raccontare un anno, l’artista napoletano Lello Esposito, molto noto anche a New York, ha scelto di giocare con i numeri, fondendo le cifre in una magmatica creazione. Per ogni giorno dell’anno, Esposito ha realizzato 365 elementi di alluminio: numeri, lettere, segni zodiacali, maschere. Poi ha fuso tutto in un unico cumulo di 2007 chili di metallo. La scultura parla il linguaggio della sua terra misterica e vulcanica, tra segni, simboli e ribollente materia. Fabio Donato, il noto fotografo napoletano, ha poi fissato dodici sguardi differenti sulla scultura. Ne sono nati dodici scatti, uno per ogni mese del 2007. Il calendario sarà stampato in 6000 copie di cui mille da collezione perché impreziosite da una placca in alluminio che riproduce l’anno. A scrivere la prefazione di questo prestigioso calendario d’arte pubblicato da Graus è una firma eccellente della critica, Vittorio Sgarbi. Lello Esposito Scultore e pittore da circa trenta anni lavora sulla città di Napoli ed i suoi simboli - Pulcinella, la maschera, l’uovo, il teschio, il vulcano, San Gennaro e il corno nelle varie possibili metamorfosi. Svolge una ricerca che nel tempo gli ha permesso di sperimentare scultura e pittura e di realizzare un’evoluzione di significati, di dimensioni e di tecniche artistiche. Per le sculture e le installazioni utilizza materiali di vario tipo - bronzo e alluminio – e dipinge tele di grandi dimensioni. Lello Esposito ama definirsi “artista di culto" per l’indagine portata avanti sugli archetipi, sui simboli della città, sull’immaginario culturale che dal profondo emergono in superficie, vengono restituiti ed assumono nuove forme e raffigurazioni, contribuendo significativamente alle nuove interpretazioni della tradizione, indispensabile per ogni forma di sperimentazione artistica e culturale. Ha coniugato la passione totale per l’arte e per Napoli, diventandone indubbiamente un artista rappresentativo e fortemente riconoscibile. Il suo lavoro è noto in Italia e all’estero dove ha esposto in numerose mostre. Precedenti calendari Quello del 2007 è il quinto calendario d’arte firmato Di Meo. Il primo, quello del 2003, fu realizzato da 12 fotografi provenienti da tutto il mondo che rielaborarono in base alla loro sensibilità il tema del vino. Nel 2004 Di Meo virò sul classico scegliendo 12 dipinti custoditi nel Museo di Capodimonte. E fu proprio nei cortili della reggia napoletana che il calendario fu presentato in una serata memorabile. Nel 2005 toccò al Grand Tour fare da filo conduttore dell’anno. A realizzare il calendario su questo tema fu l’artista inglese Alexander Creswell. Il 2005 Di Meo fu presentato in un palazzo principesco di Roma. Infine il 2006. Sono stati i disegni e le tavole dello scultore e scenografo Ivan Theimer, magnifico autore della colonna di Place de la Victoire di Bordeaux in onore del vino, a raccontare l’anno dell’azienda irpina. La presentazione si tenne a Parigi nel prestigiorso Palazzo Guénégaud. Un’azienda, tre fratelli Generoso, Erminia e Roberto, tre fratelli uniti da una passione e molti progetti: il vino, l’arte, lo sviluppo della propria terra. L´azienda Agricola Di Meo è di loro proprietà e si estende sulle colline di Salza Irpina (550 slm). Cuore dell’attività aziendale, avviata dal padre Vittorio e dalla madre Alessandrina, è lo splendido casale settecentesco sorto su un casino di caccia dei Caracciolo, Principi di Avellino. Roberto, enologo, cura la direzione aziendale, Erminia e Generoso l´espansione commerciale in Italia ed all’estero. Seppur provenienti da percorsi di studio diversi, l’impegno dei fratelli Di Meo, alla guida dell’azienda di famiglia, è chiara dimostrazione di come un’educazione comune abbia fatto sì che rimanesse intatto il legame alla propria terra. Sia la cura dei vigneti che la raccolta delle uve, sono eseguite ancora oggi scrupolosamente a mano. L’uva proviene solo dalle aziende agricole di famiglia dislocate nelle più tipiche aree di produzione Docg, Doc. Ed Igt della provincia di Avellino. I processi di vinificazione sono effettuati con l’utilizzo delle tecniche enologiche più moderne, lasciando comunque inalterata la tradizionale metodologia produttiva. Il progetto di sviluppo dell’azienda Di Meo è fortemente orientato alla salvaguardia degli antichi vitigni autoctoni ed alla valorizzazione di vini simbolo della storia enologica irpina. .  
   
 

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