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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Gennaio 2010
 
   
  RAPPORTO UIL BASILICATA SU TASSA RIFIUTI SOLIDI URBANI

 
   
  Potenza, 21 gennaio 2010 - Una famiglia con quattro componenti che vive in un appartamento di 80 mq a Potenza ha pagato nel 2009 come tariffa per i rifiuti solidi urbani 174,80 euro (2,18 euro al mq) con un incremento tra il 2005 e il 2009 del 6,4% in più. A Matera invece la tariffa è più economica e la stessa famiglia ha pagato 100,30 euro (1,26 euro al mq) vale a dire la stessa tariffa del 2005. E’ quanto emerge dal Rapporto della Uil Servizio Politiche Territoriali che ha analizzato le tariffe per le utenze domestiche dei rifiuti solidi urbani delle 104 Città Capoluogo di Provincia. “La ricerca - spiega Carmine Vaccaro, Segretario Regionale Uil - ha preso come campione un nucleo familiare di 4 persone con una casa di 80 mq. , un reddito imponibile ai fini Irpef di 36. 000 euro ed un reddito Isee di 17. 812 euro. Gli importi sono comprensivi delle addizionali comunali ex Eca per la Tarsu (10%), dell’Iva (10%) per chi applica la tariffa, e del Tributo Provinciale Ambientale (Tefa) che può variare da un minimo dell’1% fino ad un massimo del 5%. “I dati – commenta Vaccaro - dimostrano come, nonostante il blocco delle imposte locali, la pressione fiscale nel nostro Paese aumenti di anno in anno, e, per questo tributo, a pagare sono tutte le famiglie, in quanto tale imposta grava sia sui proprietari che sugli affittuari degli immobili. Non possiamo esimerci dal sottolineare come gli aumenti non abbiano un colore politico. Anzi tutti uniti, in modo bipartisan, nell’aumentare le tasse, tutti “d’amore e d’accordo” nel dire “no” al taglio delle loro poltrone (come nel caso dell’ultima Finanziaria), tutti concordi a rimpinguare le casse degli Enti Locali con la “tassa blu” sui parcheggi a pagamento (senza che si organizzi un trasporto urbano degno di questo nome) e tutti distratti, facendo orecchie da mercante, quando si tratta di restituire ai cittadini contribuenti quanto versato, ma non dovuto. Di tutto questo si dovrà tenere conto nell’annunciata riforma fiscale a partire dall’armonizzazione dei 21 regimi fiscali regionali diversificati, degli 8. 103 regimi fiscali comunali, dei 104 o 110 (non sappiamo più quante siano le Province) regimi fiscali provinciali. La riforma del fisco, di cui tanto si parla in questi giorni, deve partire da un punto ben preciso anche a livello locale: meno tasse sui salari e sulle pensioni. Tutto il resto sono chiacchiere”. .  
   
 

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