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Notiziario Marketpress di
Giovedì 21 Gennaio 2010 |
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LA PERFORMANCE DI ZACKARY DRUCKER INAUGURA LA MOSTRA (EX)COMMUNICATE MILANO 21 GENNAIO - 27 FEBBRAIO 2010
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Milano, 21 gennaio 2010 - L’esposizione è il primo evento del nuovo e innovativo spazio di via Lambro e presenterà una collettiva di artisti italiani e internazionali, quali Simmons & Burke, Terry Chatkupt, Zackary Drucker, Ben Grasso, Tigran Khachatryan, Simon Senn, Andrew Schoultz, Federico Solmi, Bertold Stallmach. Giovedì 21 gennaio a Milano, a ridosso della cerchia dei Bastioni di Porta Venezia (via Lambro, angolo via Melzo), si apre un nuovo e innovativo spazio espositivo, Jerome Zodo Contemporary, con la mostra dal titolo (Ex)communicate che, fino al 27 febbraio 2010, presenterà una collettiva di artisti internazionali, quali Simmons & Burke, Terry Chatkupt, Zackary Drucker, Ben Grasso, Tigran Khachatryan, Simon Senn, Andrew Schoultz, Federico Solmi, Bertold Stallmach. Nel corso della serata, alle ore 20. 00, si terrà la performance di Zackary Drucker. Questo intervento dell’artista americano ci presenta il suo corpo mummificato, posto su un tavolo girevole. La musica conduce i visitatori attraverso un viaggio schizofrenico, attraverso un discorso accademico sullo smantellamento del dualismo dei generi, mentre una voce leggerà un testo, le cui parole verranno proiettate sui muri della galleria, che racconterà l’esperienza dell’artista nel suo essere transgender. Districandosi nei meandri del linguaggio, complicando l’intellettualizzazione del corpo ‘diverso’ e sfidando i costumi dello spettatore, la performance vuole ri-contestualizzare quello che è il comune modo di pensare, all’interno del dibattito sull’identità sessuale. Il progetto curatoriale di (Ex)communicate, firmato da Jerome Zodo ha portato a selezionare artisti che condividono la medesima filosofia della galleria, ovvero restituire un ruolo centrale al fruitore dell’opera d’arte ed è un’anteprima della programmazione futura della Jerome Zodo Contemporary, che vedrà alternarsi nei mesi a venire ciascuno degli artisti che partecipano a questa iniziativa. Come afferma Jerome Zodo, “Questa centralità ha rischiato di perdersi a causa dell’aggressività e dell’arroganza dei media nei confronti dell’arte. Un dato oramai evidente è che i mass media tendono a comunicare soprattutto se stessi a scapito dei contenuti e che qualsiasi valore venga a contatto con essi, viene assorbito e banalizzato nel meccanismo dell’auto citazione”. Ciascuno di questi artisti suggerisce allo spettatore un percorso che lo condurrà a creare una propria percezione del reale, a farsi un’idea sul contenuto. Spesso sfruttando i meccanismi tipici della quotidiana fruizione della comunicazione di massa, gli artisti invitati non la collocano al centro del progetto, bensì ne sfruttano i meccanismi, trasferendo l’attenzione immediatamente oltre il processo cognitivo. Jerome Zodo Contemporary inaugura questo nuovo spazio in una delle zone più attive e in rapida trasformazione della metropoli milanese. I lavori sono stati affidati allo studio di architettura A++ di Milano (www. A2plus. It), che hanno convertito i locali dell’ex Artdecò café in una galleria d’arte. Una galleria d’arte del tutto nuova e lontana dalla tradizione, pensata come luogo espositivo diverso, non più semplice sfondo per le opere d´arte, ma che diventa protagonista “partecipe” del contenuto, in grado di dialogare e di fondersi con le opere esposte in un´unica esperienza artistica. Nelle parole dell’architetto Paolo Colombo, “il soffitto diventa luogo di aggregazione: dalle volte scendono infatti cubi di vetro che definiscono, fra le antiche colonne in ferro, un nuovo piano d’esposizione. L’attenzione si sposta verso l’alto dove i cubi, come geometrici nidi, disegnano un ambiente quasi "organico", fatto di linee decise e trasparenze. Il pavimento assume una funzione neutra, di semplice percorso. Così facendo il messaggio dell’artista non è più racchiuso entro i confini dell’opera, ma si fonde con lo spazio circostante, avvolgendo lo spettatore”. . |
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