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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Gennaio 2010
 
   
  IRAN, L´EUROPA NON PUÒ STARE A GUARDARE

 
   
  Bruxelles, 25 gennaio 2010 - Repressioni violente, detenzioni arbitrarie, continui soprusi del regime contro i cittadini, mancanza di cooperazione sul programma nucleare, effetti avversi delle misure internazionali: la situazione in Iran non smette di destare indignazione e preoccupazione fra i parlamentari, da cui parte un accorato appello a Lady Ashton: "Facciamo qualcosa". Lady Ashton: "Non possiamo accettare gli abusi" - "L´iran non è solo violenza e barbarie. C´è una società civile viva, il livello educativo delle donne è elevato, esiste un dibattito pubblico, i giovani sono attivi e vibranti" - evoca l´Iran libero Catherine Ashton nel dibattito in Aula di martedì 19 gennaio. Ma è una società " sotto minaccia", come si è visto durante le elezioni "che molti ritengono fraudolente" dell´anno scorso. Un regime che non rispetta "le norme e gli standard internazionali sui diritti civili e politici": all´Europa tocca prendere posizione, perché l´uso della violenza contro i manifestanti e gli arresti arbitrari "non sono accettabili". L´iran, assicura l´Alto Rappresentante, è "una sfida che pesa molto all´interno del mio portafoglio". E auspica che durante il suo mandato potrà tornare al Parlamento "con migliori notizie sulle relazioni con Tehran". Bastone o carota? Le ricette dei parlamentari - Varie reazioni dai deputati, che voteranno una risoluzione sull´Iran a febbraio: c´è chi chiede maggiore fermezza, chi invoca invece il "dialogo". Dure le parole del popolare spagnolo Ignacio Salafranca, che si chiede se "non sia arrivato il momento di perdere la pazienza e imporre sanzioni supplementari all´Iran", che - oltre al resto -sta continuando a produrre uranio arricchito. Di "disponibilità al confronto e al dialogo" parla il deputato Pd Roberto Gualtieri a nome del Gruppo S&d, riconoscendo all´Iran il "diritto allo sviluppo pacifico del programma nucleare" ma deplorando il rifiuto della proposta internazionale di arricchire l´uranio all´estero. "Io ho vinto le elezioni criticando il Governo del mio paese", spiega la giovane deputata liberale Marietje Schaake. "Se le ragazze iraniane fanno la stessa cosa, vengono arrestate, picchiate, violentate". E poi, citando Martin Luther King: "Arriva un momento in cui il silenzio diventa tradimento. L´europa dovrebbe avere un ruolo più forte, e non solo quando è politicamente facile". La presidente della delegazione parlamentare per le relazioni con l´Iran Barbara Lochbihler, dei Verdi, mette in guardia sulle "tecnologie fornite da società europee, soprattutto nel campo delle telecomunicazioni, e poi usate dal Governo per il controllo e la censura", e avverte: "Nuove sanzioni potrebbero solo arrecare danno alla società, e non portare a un cambio di Governo". Quello che serve è "dialogo politico". "Sanzioni" invoca Charles Tannock, del gruppo Ecr, contro gli "oltraggiosi" abusi dei diritti umani e le ambizioni "brutali e nucleari" di Ahmedinejad. Precisa poi che il popolo e i "coraggiosi giovani" iraniani hanno bisogno di sostegno: "Il regime e la popolazione sono due cose diverse". Preoccupazione per il programma nucleare espressa anche da Bas Belder, conservatore olandese (Efd), che lo "ritiene una minaccia per la sicurezza, a cui la comunità internazionale dovrebbe rispondere adeguatamente". .  
   
 

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