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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Gennaio 2010
 
   
  ISTRUZIONE IN PIEMONTE: APPRENDISTATO A 15 ANNI: E´ ALL´INTERNO DEL SISTEMA SCOLASTICO CHE I RAGAZZI DEVONO ACQUISIRE COMPETENZE E CONOSCENZE

 
   
   Torino, 25 gennaio 2010 - “Forse il Governo dimentica che l’attuale legge sull’obbligo scolastico a 16 risponde sia all’esigenza di combattere il fenomeno della dispersione scolastica che al basso tasso di occupazione dei giovani. Infatti è proprio l’esistenza di questi due elementi oggettivi che aveva indotto il legislatore nel 2006 ad intervenire per contrastarli o eliminarli. L’obbligo scolastico a 16 anni oltre ad essere un segno di civiltà delle politiche educative di uno stato risponde anche ad una più ampia visione delle politiche educative dell’Unione europea. Nella fase di crisi economica che stiamo ancora attraversando, intervenire sulla formazione dei giovani è una misura necessaria e strategica finalizzata a contenere gli effetti sociali della crisi medesima che proprio nella fascia di età giovanile può produrre gli effetti più negativi. Ritengo inoltre utile segnalare che il nostro sistema delle imprese richiede di adottare politiche formative che consentano ai giovani di saper interagire all’interno delle imprese stesse con il necessario bagaglio di conoscenze e competenze per un’efficiente ingresso nel mondo del lavoro. L’azione del Governo è un’azione al ribasso. Non solo è in piena controtendenza con le politiche volte a creare opportunità ai giovani e allo sviluppo economico del nostro paese ma è anche in forte contrapposizione con le politiche che l’Europa sta adottando per uscire dalla crisi investendo sulla formazione dei giovani. Prevedere di assolvere l´ultimo anno di obbligo scolastico attraverso 12 mesi di apprendistato in azienda vorrebbe dire trasformare l’obbligo di istruzione in un percorso di addestramento e non di formazione. Sarebbe auspicabile ricercare invece soluzioni più ambiziose e pensare a progetti ed interventi che incentivino ed invoglino i ragazzi a studiare. Siamo convinti che è all’interno della scuola che si devono acquisire le competenze di base, che devono essere le medesime sia per chi interrompe gli studi, sia per chi poi continua. Non dobbiamo infatti dimenticare che l’obiettivo, è quello di portare al diploma il maggior numero di ragazze e ragazzi. Esistono già, all’interno del nostro sistema di istruzione e formazione professionale, percorsi che favoriscono l’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro senza però penalizzare l’istruzione. Penso ad esempio ai corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (Ifts), un nuovo canale formativo post-diploma che risponde all´esigenza di creare percorsi di formazione professionale finalizzati ad assicurare una formazione tecnica e professionale approfondita e mirata, con in più un elevato grado di conoscenze e competenze culturali e tecnico-scientifiche; penso alle nuove tipologie di apprendistato rivolte a giovani e adolescenti per l´espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione, a quello professionalizzante per i giovani tra i 18 ed i 29 anni, e all´apprendistato per l´acquisizione di un diploma o percorsi di alta formazione. Investire sul sapere, sulla scuola, sulla formazione professionale e sulla cultura è un’esigenza tanto più urgente in questa situazione di crisi economica e sociale che non risparmia certo il nostro territorio. Ed è in questa direzione che la Regione continuerà ad investire e lavorare”. .  
   
 

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