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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Gennaio 2010
 
   
  DONNE PUGLIESI, LAVORA SOLO IL 30% PRESENTATO L’ OSSERVATORIO OCCUPAZIONE FEMMINILE

 
   
  Bari, 25 gennaio 2010 - Dati allarmanti dai rapporti sulla condizione del lavoro femminile nella nostra regione. L’assessore Gentile: “Necessario proseguire gli interventi già promossi dalla Giunta per promuovere l’occupazione delle donne”. E Losappio: “Anche Confindustria faccia la sua parte” Soltanto il 29% delle donne pugliesi lavora, contro il 46,1% della media italiana. E’ quanto emerge dal rapporto Istat sul mercato del lavoro nel nostro Paese, riguardante gli ultimi tre mesi dell’anno appena trascorso. E’ del 13,5%, invece, il tasso di disoccupazione, cinque punti percentuali in più rispetto al dato dell’Italia. Se nel 2007 lavoravano 407mila donne, nel 2009 sono seimila in meno. Sono 109mila le donne che cercano lavoro non attivamente, 103mila quelle che non cercano un’occupazione ma vorrebbero lavorare. Cifre preoccupanti, illustrate il 21 gennaio presso la Presidenza della Giunta regionale dalla Consigliera di Parità regionale, Serenella Molendini, durante la presentazione dell’Osservatorio sull’occupazione femminile e sulle condizioni di vita delle donne, creato al fine di promuovere una cultura dei diritti delle donne nel mondo del lavoro attraverso interventi in grado di incentivare il lavoro rosa. “E’ vitale studiare un piano per incrementare l’occupazione nella nostra regione – ha detto Molendini – ci dobbiamo chiedere perché così tante donne non lavorino. Sono persone che non cercano lavoro perché troppo occupate dalla cura di figli ed anziani o esiste una forte percentuale di lavoro sommerso?”. L’assessore regionale alla Solidarietà, Elena Gentile, ha rimarcato la necessità di proseguire e rafforzare gli interventi già attuati per favorire il lavoro delle donne: “Abbiamo abbandonato da tempo un’idea di welfare assistenziale per lasciare spazio alla valorizzazione della creatività e dei talenti delle donne, offrendo nuove possibilità occupazionali. Valgano come esempi i posti di lavoro creati attraverso gli asili nido e le strutture per disabili da noi voluti, l’opera di riqualificazione del lavoro di cura parentale, il Progetto Rosa, pensato per far emergere tante donne dal lavoro nero. Abbiamo promosso interventi come i Patti territoriali per conciliare vita e lavoro, mettendo a valore un patrimonio che voglio rivendicare a questa giunta”. E proprio la valorizzazione delle capacità delle donne è il principio che ha ispirato l’assessore nel proporre un emendamento che modifica la legge elettorale regionale vigente: la proposta è quella di esprimere, alle prossime elezioni regionali, la doppia preferenza con l´obbligo di indicare il nome di un uomo e una donna. “Se una modifica della legge può ancora andare in porto ha aggiunto Gentile - io mi auguro che questa vada in direzione delle donne. Sono ancora ottimista, nonostante tutto”. Al momento, purtroppo, permane una condizione di forte disparità tra uomini e donne nel lavoro, che si manifesta attraverso notevoli gap retributivi, nel proliferare di rapporti discontinui, flessibili, precari e sottopagati, in una generalizzata scarsa tutela contrattuale delle donne (congedi, maternità). Una dimostrazione di tutto ciò la offre il primo rapporto sulla situazione del personale femminile nelle medie e grandi aziende pugliesi: Solo la provincia di Bari fa segnare un tasso di occupazione pari al 30%, mentre Brindisi tocca il 22%, e Foggia, Lecce e Taranto non arrivano al 20%. Quasi un terzo delle donne occupate, il 27%, ha contratti part-time. Marcate le differenze retributive tra uomini e donne, più contenute a livello dirigenziale ma comunque evidenti. Secondo l’assessore al Lavoro, Michele Losappio, questa situazione non si spiega con la crisi economica globale: “Questa, spesso, viene usata come un alibi,. La verità è che anche in periodi di vacche grasse i livelli di occupazione femminile In Puglia erano bassissimi. Ci sono diversi segnali che non inducono all’ottimismo: uno per tutti, il fatto che molti dei bandi promossi dalla Regione a favore dell’occupazione femminile sono disattesi:. Un altro campanello d’allarme arriva dai call center, dove la gran parte delle persone impiegate sono donne, praticamente tutte sottopagate e che, in alcuni casi, non percepiscono lo stipendio da mesi”. E ha aggiunto: “Se il livello di consapevolezza degli imprenditori pugliesi è questo, ci chiediamo dove sia Confindustria. Nel momento in cui le istituzioni definiscono percorsi progettuali, mettono a disposizione le proprie strutture e risorse finanziarie, l’imprenditoria quasi sempre non risponde, c’è qualcosa che non funziona. Confindustria Puglia è molto indietro da questo punto di vista”. Serenella Molendini, infine, ha comunicato che a breve saranno organizzati in tutte le province pugliesi dei workshop aventi per tema l’occupazione femminile. .  
   
 

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