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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Gennaio 2010
 
   
  DETASSAZIONE DEGLI UTILI INVESTITI IN PUBBLICITÀ E CREDITO D’IMPOSTA PER L’ACQUISTO DI CARTA NON PIÙ RINVIABILI

 
   
  La Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione chiede al Governo di intervenire con urgenza, pena la perdita di una parte importante del settore manifatturiero nazionale. Alto il rischio occupazionale: il peso della Filiera in termini di addetti è del 5% sull’occupazione complessiva, un livello pari a quello del settore auto. La Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione costituita da Acimga (produttori di macchine grafiche), Aie (editori di libri), Anes (editoria periodica specializzata), Argi (distributori di macchine, sistemi e prodotti per il settore grafico), Asig (stampatori di giornali), Assocarta (produttori di carta), Assografici (industrie grafiche, cartotecniche e trasformatrici) e Fieg (editori di quotidiani e di periodici) rappresenta oggi il 5% dell´occupazione manifatturiera complessiva italiana. Un settore rilevante sotto il profilo economico e sociale nei campi del benessere collettivo e della cultura. Parte fondamentale del “Made in Italy”, ha una forte connotazione ambientale avendo riciclato solo nel 2008 5,5 milioni di tonnellate di carta che sono diventati nuovi prodotti e merci. Nel biennio 2008-2009, a causa della profonda crisi che ha investito il mondo industriale, il quadro economico nel quale opera la Filiera si è drammaticamente aggravato e deteriorato: in un anno il fatturato è passato da più di 40 milioni del 2008 a 35 del 2009. Tuttavia, per alcuni settori della Filiera si registrano cali di fatturato sino al 30% e le crisi aziendali del settore sono ormai quotidiane. Solo il settore carta nel corso dell’anno ha perso 1,5 milioni di tonnellate di capacità produttiva rispetto al 2008. Un dato reso ancora più drammatico dal crollo degli investimenti pubblicitari su carta stampata. Gli aggiornamenti a fine ottobre dell’ultimo osservatorio stampa Fcp (Federazione Concessionarie Pubblicità) evidenziano per il complesso della pubblicità su stampa un calo ormai stabile del 23%, con un -30% per i periodici, -18% per i quotidiani a pagamento e -29% per la free press. Pesanti i riflessi sui livelli occupazionali ridotti di ben 5800 unità rispetto al 2008. Massiccio il ricorso alla Cassa integrazione, triplicata rispetto ad un anno prima (14,6 milioni di ore negli 11 mesi 2009 contro 5,4 milioni di ore dello stesso periodo 2008). I dati appaiono particolarmente significativi se si considera che, la stessa Filiera, nel periodo 2000-2007 si era caratterizzata per stabilità e continuità, con un tasso di crescita tra i più elevati nel sistema manifatturiero italiano, influendo positivamente sia sui livelli occupazionali sia sulla mitigazione del rischio d’impresa. Nell’attuale drammatica situazione di incertezza per il futuro del settore, i rappresentanti della Filiera chiedono al Governo di intervenire urgentemente con misure di carattere generale che possono promuovere i consumi nel mercato interno. A questo proposito la detassazione degli utili investiti in pubblicità avrebbe un duplice effetto positivo di spinta ai consumi e di rilancio della spesa pubblicitaria, garantendo un afflusso di risorse ai mezzi di informazione su stampa che come già citato stanno registrando forti cali di fatturato. Fondamentale, inoltre il credito d’imposta per l’acquisto di carta, misura per consentire alle aziende di resistere alla crisi e di tornare poi a correre alla pari dei concorrenti europei e mondiali. I preconsuntivi 2009 della Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione. Fatturato 2009: 35,1 miliardi di €; -14,2% rispetto al 2008 (dato stimato). Export 2009: 7,5 miliardi di €; -14,1% rispetto al 2008. Import penetration 2009: 14,9%. Occupazione totale diretta: 242 mila addetti (5% dell’occupazione manifatturiera complessiva pari a quella del settore dell’auto). Occupazione totale indotta: 565 mila addetti (elaborazione Filiera su dati Istat). Tasso di utilizzo carta da macero: 56,3 nel 2008 (pari a circa 5,5 milioni di tonnellate) . .  
   
 

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