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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Gennaio 2010
 
   
  PENE D’AMOR PERDUTE IN PRIMA NAZIONALE AL PICCOLO TEATRO GRASSI RESTAURATO: INAUGURA LA STAGIONE CON LEV DODIN. UNO SHAKESPEARE FRESCO E DIVERTENTE FIRMATO DA UN GRANDE MAESTRO DEL TEATRO E DA UN GRANDE AMICO DEL PICCOLO

 
   
  Milano, 25 gennaio 2010 - Il grande regista russo Lev Dodin torna a Milano con la più fresca e divertente tra le commedie di Shakespeare, Pene d’amor perdute, in scena al Piccolo Teatro Grassi, in prima nazionale, dal 28 gennaio al 7 febbraio 2010. La sede storica di via Rovello 2, completamente rinnovata, era stata aperta alla cittadinanza il 12 dicembre 2009, quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana. Per l’occasione, era stato presentato al pubblico il chiostro del palazzo, dove un restauro conservativo ha riportato alla luce fregi rinascimentali, un soffitto a cassettoni e altre meraviglie architettoniche. Con Lev Dodin, direttore del Maly Teatr di San Pietroburgo - teatro ‘gemello’ - e affezionato amico e ospite del Piccolo da quasi vent’anni (nella sala di via Rovello presentò Re Lear nel 2006), il Grassi riprende, con una quindicina di spettacoli, una programmazione artistica di respiro internazionale. Il maestro russo sceglie un titolo che rivela uno Shakespeare frizzante, abile a giocare con le parole per descrivere l’amore nell’età della giovinezza, un sentimento pieno di freschezza e passione, di intemperanze e malinconie. Per non tradire il senso dell’opera, ha scelto come protagonisti i giovani attori del Maly Teatr (gli stessi che recitarono in Vita e destino nel 2008 quando ancora erano allievi), così vicini all’età dei personaggi shakespeariani da poter ritrovare dentro di sé le stesse emozioni: vitalità, energia, passione, quel gettarsi a capofitto nella vita, quella ricerca di “assoluto” che sono tipici della giovinezza. “Pene d’amor perdute è un titolo meraviglioso che solo un grande poeta poteva creare”, spiega Dodin. “Spesso mi sono domandato se il mio desiderio di mettere in scena quest’opera non fosse legato proprio al suo nome. In realtà questo testo è ‘ubriaco’ di giovinezza, pazzia, arguzia, ingenuità, follia, disperazione, sfacciataggine, felicità, scoperte, fallimenti, successi, energia… e potrei andare avanti all’infinito. Un testo che trasuda l’amore, come lo si vive da giovani. E tutti questi tesori sono incastonati nella splendida prosa e negli incantevoli versi di Shakespeare”. Il testo racconta la storia del Re di Navarra e dei suoi amici, Biron e Longueville; hanno giurato di dedicare tre anni allo studio, dimenticando il “gentil sesso”. Sopraggiungono però, per importanti questioni diplomatiche, la Principessa di Francia e le sue dame. I www. Piccoloteatro. Org .  
   
 

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