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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 27 Gennaio 2010 |
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INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE DEL LAZIO II SEMESTRE 2009 SINTESI
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Roma, 27 Gennaio 2010 - Una ripresa “fragile”, “incerta”, “discontinua”, “precaria”. Questi gli aggettivi per descrivere la fase post-crisi. Difatti, se rispetto alle attese il 2009 si è concluso con una diminuzione del Pil nazionale nell’ordine del -4,7%, dunque un po’ meglio rispetto al -5,1% previsto, le attuali stime sul 2010 indicano una lieve variazione positiva, intorno al +0,7%. Un valore, quest’ultimo, che se per ipotesi trovasse conferma ogni anno, ci farebbe impiegare 6-8 anni per recuperare il crollo registrato nel 2009. Le previsioni indicano in ogni caso tempi di recupero medio-lunghi per ammortizzare le perdite subite nel 2009, anche in termini di costo sociale della crisi i cui effetti hanno avuto, e continueranno ad avere, un forte ma non contestuale impatto sul mercato del lavoro. Rispetto al quadro nazionale, il Lazio, dal canto suo, sembra aver sofferto meno, sebbene alcune fonti abbiano stimato il suo Pil nel 2009 in calo tra il -3% ed il -4%. Passando a considerare la demografia delle imprese nel terzo trimestre 2009, dai dati si evince la conferma, già anticipata nel trimestre precedente, di come la crisi non abbia su di essa inciso pesantemente. I tassi di crescita, infatti, sebbene di valore contenuto, sono ancora positivi e superiori al dato nazionale. Lazio: demografia delle imprese nel 3° trimestre 2009
Tutti settori |
Registrate |
Attive |
Iscrizioni |
Cessazioni |
Saldo |
Tax crescita |
Tax natalità |
Tax mortalità |
Viterbo |
38. 331 |
34. 473 |
525 |
357 |
168 |
0,44 |
1,37 |
0,95 |
Rieti |
15. 223 |
13. 307 |
202 |
186 |
16 |
0,11 |
1,33 |
1,31 |
Roma |
432. 805 |
325. 034 |
6. 480 |
4. 551 |
1. 929 |
0,45 |
1,51 |
1,10 |
Latina |
57. 816 |
48. 083 |
785 |
598 |
187 |
0,33 |
1,37 |
1,19 |
Frosinone |
45. 247 |
38. 781 |
669 |
443 |
226 |
0,49 |
1,46 |
0,97 |
Lazio |
589. 422 |
459. 678 |
8. 661 |
6. 135 |
2. 526 |
0,43 |
1,48 |
1,09 |
Italia |
6. 095. 097 |
5. 297. 780 |
79. 488 |
61. 314 |
18. 174 |
0,30 |
1,30 |
1,19 | Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Federlazio su dati Movimprese. Sul fronte del commercio con l’estero, da gennaio ad ottobre del 2009 le esportazioni e le importazioni del Lazio sono, rispettivamente, diminuite del -19,6% e del -11,6%. La flessione maggiore dell’export è stata registrata sul mercato Extra Unione Europea con un -24,3%, rispetto al –15,9% rilevato per l’area Unione Europea. La quota di beni e servizi esportati dal Lazio sul totale nazionale, nel confronto con lo stesso periodo del 2008, è passata al 4,1% dal precedente 3,9%, segno evidente che in molte regioni l’export ha subito riduzioni molto più consistenti rispetto al Lazio. Lazio: esportazioni ed importazioni gennaio-ottobre 2009 (variazioni %)
Variazioni Percentuali |
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Mondo |
Ue 27 |
Extra Ue 27 |
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Gen-ott09/ Gen-ott08 |
Gen-ott09/ Gen-ott08 |
Gen-ott09/ Gen-ott08 |
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Import |
Export |
Import |
Export |
Import |
Export |
Viterbo |
-13,6 |
-28,0 |
-11,9 |
-31,8 |
-16,1 |
-21,8 |
Rieti |
-30,4 |
-43,9 |
-24,8 |
-16,2 |
-45,5 |
-78,8 |
Roma |
-11,4 |
-25,1 |
3,8 |
-18,7 |
-29,6 |
-29,8 |
Latina |
-13,0 |
-10,7 |
-7,3 |
-11,7 |
-28,0 |
-8,4 |
Frosinone |
-8,6 |
-11,4 |
0,0 |
-14,8 |
-23,4 |
1,8 |
Lazio |
-11,6 |
-19,6 |
1,3 |
-15,9 |
-29,1 |
-24,3 | Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Federlazio su dati Istat. Dati cumulati. Infine, abbiano considerato l’andamento della cassa integrazione guadagni, il cui monte ore accordato nel Lazio nel secondo semestre 2009 è aumentato in modo rilevante. La Cig Ordinaria è aumentata del 106,6% (anche se resta inferiore al 350,2% registrato a livello nazionale), mentre la Cig straordinaria è aumentata del 371,5%, superando il dato nazionale, pari al 314,8%. Dal quadro qui sommariamente descritto sulla base delle fonti istituzionali, passiamo ora ai risultati della nostra indagine, svolta su un campione di 350 aziende associate, e relativa al secondo semestre 2009. Cominciamo dagli ordinativi totali ricevuti dalle imprese nella seconda parte del 2009. Nel confronto col primo semestre 2009 il saldo di opinione, inteso come differenza tra risposte con valenza positiva e risposte con valenza negativa, registra una notevole attenuazione passando dal -30 rilevato nel primo semestre 2009 al -13 del secondo semestre 2009. Si arresta dunque l’andamento decrescente invalso negli ultimi 24 mesi. Un andamento simile caratterizza anche il saldo d’opinioni per gli ordini ottenuti sul mercato nazionale ed estero. In questo secondo caso l’attenuazione è più robusta sul versante extra Ue. Per quel che concerne il fatturato totale, sebbene il saldo d’opinioni sia sempre negativo, la sua intensità è in notevole attenuazione rispetto alla prima parte del 2009, essendo ora pari a -15 dal precedente -31. Per la produzione invece, dopo due semestri consecutivi in cui il saldo si posizionava a -31, ora esso recupera a -15. Sul versante degli investimenti, nel secondo semestre 2009 è pari al 29,3%, in diminuzione dal 49,1%, la percentuale di imprese che ha dichiarato di aver investito. La nostra indagine ha rilevato anche le previsioni a breve sui prossimi sei mesi, dalle quali emerge che le attese sugli ordinativi (Graf. 2. 2) sono in calo generalizzato essendo il saldo ora pari a +12, dal precedente +15. Per area di provenienza geografica, sono invece stabili le attese espresse sugli ordinativi domestici, il cui saldo è invariato a +14, mentre migliorano le previsioni sugli ordini attesi dall’estero, specie dal mercato extra europeo dove il saldo recupera a +13 dal precedente -3. Si attende una certa ripresa anche dal mercato europeo, sebbene il saldo resti negativo (-3 dal precedente -12). Abbiamo poi chiesto alle imprese del campione di esprimersi sulla loro previsione di ampliamento dell’organico nei prossimi sei mesi. In questo caso, tali previsioni non sono favorevoli, in quanto il saldo torna ad assumere valore negativo passando da +3 a -1. Infine, per quanto concerne le previsioni d’investimento, il 59,2% delle imprese prevede di fare investimenti nel primo semestre 2010. Si tratta di una percentuale in miglioramento rispetto alla precedente indagine (51,4%). I dati emersi dall’indagine Federlazio sono stati poi sottoposti ad un’analisi per settore, da cui si evince che, per quanto concerne gli ordinativi, nel secondo semestre 2009, rispetto alla media del campione in risalita da -30 a -13, la maggioranza dei settori presenta valori negativi e talvolta peggiori, come ad esempio il settore informatico. Un’eccezione è costituita dal settore agro-alimentare, dove il saldo d’opinione sugli ordinativi è moderatamente positivo. Quanto alle previsioni sugli ordinativi nei prossimi sei mesi, il cui saldo medio è in calo da +15 a +12, emerge un sostanziale pessimismo da parte delle imprese del settore edile e del grafico-editoriale mentre sono solo tre i settori che si esprimono con toni un po’ più ottimistici (servizi, metalmeccanico, chimico). Riguardo all’andamento dell’occupazione, dove il saldo è peggiorato da -6 a -11, la situazione è particolarmente negativa nel settore metalmeccanico, legno e servizi, mentre lo è un po’ meno nell’edilizia e chimico. Il saldo è positivo solo in due settori: informatica e grafico-editoriale. Per quanto concerne le intenzioni di assumere nel prossimo futuro, in calo generalizzato (il saldo si contrae da +3 a -1), il settore edile ed informatico hanno previsto di ridurre l’occupazione mentre un incremento dovrebbe verificarsi nei settori chimico, servizi e metalmeccanico. Infine, sul versante degli investimenti effettuati nel secondo semestre 2009, rispetto alla percentuale media in robusto calo dal 49,1% al 29,3%, hanno investito ancor meno le imprese del settore legno, edilizia e metalmeccanico. Hanno investito un po’ di più rispetto alla media solo le imprese del settore chimico e grafico-editoriale. Da ultimo, abbiamo invitato gli imprenditori del campione a segnalare le principali problematiche che, a loro avviso, avrebbero influenzato più negativamente l’attività della propria azienda nel secondo semestre 2009. Il 51,0% delle imprese ha indicato nella “insufficienza della domanda” la problematica maggiormente riscontrata (Graf. 2. 14) nella seconda parte dell’anno, seguita dal “ritardo dei pagamenti” da parte dei committenti, selezionato nel 35,0% dei casi. Insomma, a conclusione di questa analisi, l’immagine che forse meglio sintetizza l’attuale condizione del nostro tessuto imprenditoriale è quella di un tuffatore che, raggiunto il fondo della vasca, sfrutta l’effetto rimbalzo per provare molto lentamente a risalire. Gli indici economici da noi presi in esame – ordini, fatturato, produzione – ci segnalano effettivamente un’attenuazione dei saldi negativi. Il che significa, tradotto in italiano, un lieve miglioramento della congiuntura rispetto ai due semestri precedenti. Tutto questo, però, non deve indurci in facili conclusioni che potrebbero risultare parzialmente fuorvianti. Accanto al lieve miglioramento tecnico degli indicatori economici, abbiamo dovuto registrare anche il peggioramento del saldo tra le imprese che nel corso del semestre hanno aumentato l’occupazione e quelle che invece l’hanno ridotta. Inoltre, se rivolgiamo l’attenzione al dato che riguarda gli investimenti, osserviamo che la percentuale di imprese che nel secondo semestre 2009 ha effettuato un qualche investimento al proprio interno risulta inferiore a quella rilevata nel primo semestre. E’ un po’ come dire che, di fronte allo tsunami della crisi, le imprese che sono riuscite a non farsi spazzare via hanno resistito mantenendo i motori al minimo, tanto da non spegnerli e farsi trovare pronte per quanto il vento si rialzerà. Ma è sul fronte delle attese per il futuro che si riesce a cogliere ancora meglio l’essenza del momento che stiamo attraversando e lo stato d’animo che muove le nostre imprese. Quando queste ultime si esprimono sul prossimo semestre, il quadro che emerge non sembra in linea con la tendenza al sia pur relativo miglioramento che abbiamo appena visto. In buona sostanza, mentre la nostra indagine precedente si connotava per una valutazione negativa sul presente e una certa apertura ottimistica sul futuro, la situazione odierna si presenta esattamente capovolta, nel senso che essa appare in lieve miglioramento rispetto al passato, ma con aspettative di peggioramento per quanto concerne il futuro. E tale atteggiamento è riscontrabile tanto sul versante degli indici di performance aziendale, quanto sul versante occupazionale. Il saldo tra le aziende che prevedono di aumentare l’organico e quelle che prevedono invece di diminuirlo, come abbiamo appena visto, da positivo che era torna ad essere negativo. Questo, tradotto in soldoni, significa che le imprese, che pure sembrano orientate ad effettuare un qualche investimento nel prossimo semestre (59,2% contro il 51,4% del semestre scorso), evidentemente intendono investimenti che non comportano ancora incrementi occupazionali. Ciò del resto è, purtroppo, anche in linea con quanto affermano gli economisti del lavoro, i quali sostengono che, generalmente, il mercato del lavoro reagisce con circa 6 mesi di ritardo all’andamento dell’economia. Il che induce a prevedere che i prossimi mesi potranno essere ancora mesi difficili dal punto di vista dell’occupazione. D’altronde in una situazione ancora sotto il segno dell’incertezza, come quella che si presenta oggi agli occhi delle Pmi, dove i timidi segnali di miglioramento sono tutt’altro che consolidati, non si fa fatica a pensare che le imprese possano avere ancora qualche comprensibile resistenza prima di decidere di incrementare stabilmente i propri organici. In definitiva i dati ci restituiscono l’immagine di un sistema imprenditoriale: in parte disorientato dai segnali, spesso contradditori, che provengono da esperti, commentatori, mass media, esponenti politici, che un giorno sanciscono definitivamente la fuoriuscita dalla crisi e un altro richiamano invece alla sua gravità; e in parte preoccupato perché non riesce ancora a scorgere dagli andamenti del mercato, nonostante tutto, segnali di una decisa, univoca, misurabile inversione di tendenza. E allora, in una situazione così descritta accade che molti imprenditori, non senza una buona dose di pragmatismo, pongano in essere un atteggiamento che possiamo chiamare “attendista”, propria di chi, incerto sul da farsi, rinvia a tempi migliori interventi più “aggressivi” e investimenti più decisi sul futuro. Ma per lasciarsi definitivamente alle spalle questo quadro di incertezza e ricominciare ad imboccare decisamente una traiettoria di crescita, devono anche verificarsi condizioni che non dipendono solo dal nostro tessuto di impresa. Una è legata alle dinamiche economiche internazionali, che il nostro paese non è in grado di determinare direttamente ma alle quali esso può accodarsi con le caratteristiche di reattività e con le specializzazioni produttive che gli sono proprie. L’altra è invece legata alla capacità dei sistemi istituzionali nazionale, e soprattutto regionale, di creare un habitat dove l’impresa possa svilupparsi al meglio e fare quello per cui essa è vocata: creare ricchezza e occupazione. Oggi siamo alla vigilia delle elezioni regionali. Abbiamo dunque l’occasione per ripartire da quello che di buono si è riusciti a fare insieme - imprese e amministrazione – ma soprattutto cercando di non ripetere gli errori commessi e soprattutto intervenendo sulle problematiche che restano ancora aperte e che sono di vitale importanza per le nostre imprese. Nei prossimi giorni la Federlazio incontrerà i candidati alla presidenza della Regione e affiderà loro una piattaforma articolata di proposte che ci piacerebbe trovassero posto, intanto nei rispettivi programmi elettorali, e poi nella concreta azione di governo di quello che sarà il futuro presidente della giunta regionale. Diversi saranno i temi che troveranno posto in questa nostra piattaforma. Sicuramente non potrà mancare il richiamo a tutte le problematiche connesse con il credito, che noi mettiamo in cima alle nostre richieste e che vorremmo che il prossimo presidente della Regione inserisse al primo posto della sua agenda. La piena funzionalità di Bil, il posizionamento di Unionfidi, il ruolo di tutti gli altri enti strumentali della Regione, che in qualche misura si occupano di credito, e la razionale integrazione delle loro funzioni dovranno essere gli obiettivi “dei primi 100 giorni” della Giunta. Non potrà inoltre mancare un’attenzione speciale, strategica ai processi di internazionalizzazione. Le stesse aspettative, attualmente ancora timide, che gli imprenditori intervistati hanno manifestato nei confronti dei mercati esteri ci spingono a richiedere alla nuova amministrazione regionale di sostenere con risorse finanziarie adeguate la legge regionale sull’internazionalizzazione. E, soprattutto, a fare dell’accompagnamento delle nostre Pmi verso i mercati esteri un grande obiettivo di legislatura. A questo scopo potrebbe essere utile istituire, ad esempio, un assessorato ad hoc che riunifichi competenze e strategie attualmente frammentate tra diversi assessorati, al fine di rendere più efficaci le politiche in questa direzione. E, a proposito di riunificazione di competenze, riteniamo che sarebbe assai utile procedere su questa stessa strada riunificando anche gli assessorati al Lavoro e alla Formazione. Oggi questi due momenti si presentano nella vita degli individui sempre più intrecciati tra di loro. Non c’è più un “prima” in cui ci si forma e un “dopo” in cui si entra nel mondo le lavoro. La formazione accompagna stabilmente lungo tutta la loro vita fasce sempre più estese di lavoratori. Chi perde il lavoro necessita di formazione per riqualificarsi e chi già lavora ha bisogno di adeguare costantemente le sue competenze alle esigenze mutevoli del mercato. Oggi l’attenzione alle dinamiche del lavoro deve essere massima. I dati emersi dall’indagine sono estremamente preoccupanti, soprattutto alla luce del fatto che da qui a poco per molti lavoratori la Cassa integrazione andrà in scadenza e potrebbe trasformarsi in mobilità. Si richiederanno dunque interventi tempestivi da parte della giunta appena essa si insedierà. Così come estremamente urgente per la nuova amministrazione dovrà essere l’impegno ad avviare immediatamente le opere cantierabili – dalle infrastrutture al settore ambientale al settore energetico – accelerando al massimo tutte le procedure necessarie a sbloccare immediatamente tutte quelle risorse già disponibili che possono essere immesse da subito nel circuito dell’economia. In considerazione del momento congiunturale che il nostro sistema sta attraversando, la variabile tempo è quella che deve prevalere su tutto: un’azione anche limitata ma tempestiva può innescare in questo momento reazioni virtuose; un intervento magari di portata più ampia ma attuato fuori tempo potrebbe invece rivelarsi inutile, se non dannoso. Infine, ci aspettiamo che la nuova amministrazione regionale voglia adottare un più generale approccio alle politiche di sviluppo, con il quale siano costantemente posti al centro degli interventi i soggetti produttivi. Bisogna che l’impresa e il lavoro, i quali rappresentano il motore del sistema economico e sociale, non siano più i destinatari naturali – forse proprio perché più facilmente “individuabili” – di qualsiasi intervento di inasprimento fiscale, ma che anzi, ad esempio nel caso delle imprese, vengano previsti meccanismi premiali che favoriscano quelle che non licenziano, che creano occupazione, che creano ricchezza. Le elezioni regionali si accompagnano quasi sempre ad una ventata di speranza da parte del sistema delle imprese, degli operatori, dei cittadini, proprio perchè una nuova stagione si apre e nuove energie, nuovi progetti e nuovi entusiasmi dovrebbero essere espressi dai nuovi amministratori. Per quanto riguarda in particolare il Lazio, ci troviamo, per giunta, di fronte a due candidate alla presidenza alla loro prima esperienza in questo ruolo istituzionale (pur avendo ciascuna di loro maturato esperienze importanti in ambiti contigui). La qual cosa dovrebbe aggiungere ulteriori motivi di speranza. Facciamo nostro, pertanto, questo orientamento alla positività, sperando veramente che la nuova fase politica che è in procinto di iniziare sia foriera di un rinnovamento e di un rilancio sostanziale anche da punto di vista economico e produttivo. . |
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