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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Gennaio 2010
 
   
  TRENTO: OSPEDALE SAN GIOVANNI: LE RAGIONI DELL’EVACUAZIONE SEI MESI DOPO L´ENTRATA IN VIGORE DELLE NORME POST TERREMOTO DELL´AQUILA, SPECIALI VERIFICHE TECNICHE HANNO SVELATO UNA SITUAZIONE DI GRAVE RISCHIO

 
   
  Trento, 27 gennaio 2010 - Una scelta difficile ma inevitabile l’evacuazione dell’Ospedale San Giovanni di Mezzolombardo decisa d’urgenza in queste ore dalla Provincia a seguito dei dati emersi da un’approfondita indagine commissionata dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari ad uno studio di specialisti. Ieri mattina il presidente Lorenzo Dellai ha firmato l’ordinanza di emergenza che sancisce la pericolosità dell’edificio storico del complesso ospedaliero della Rotaliana. Carotaggi e verifiche statiche particolari hanno messo in evidenza fragilità di un edificio risalente all’Ottocento che però non tradiva nessun sintomo della sua precarietà. Ma come ci si è accorti di tutto questo? "I controlli effettuati - ha detto Dellai stamani nel corso della conferenza stampa convocata in Provincia - hanno fornito dei dati molto seri e quindi l’ordinanza che ho firmato stamani era d’obbligo. Intendiamo aprire da subito un tavolo di confronto comune con le autorità locali e la comunità di Mezzolombardo per decidere nelle prossime settimane quale sarà il futuro di questo polo sanitario nel contesto più generale della salute in Trentino. " “Le recenti normative in materia di progettazione e verifica emanate a seguito del terremoto dell’Aquila ed entrate in vigore il 1 luglio 2009 – ha spiegato l’assessore Ugo Rossi – hanno indotto l’Azienda provinciale per i servizi sanitari ad intensificare i controlli sulle sue strutture. È incredibile quello che abbiamo scoperto e che nessun segnale evidente lasciava presagire”. "Sono stata avvisata ieri sera - ha detto il sindaco di Mezzolombardo Anna Maria Helfer- e da subito abbiamo iniziato ad analizzare la situazione per le sue conseguenze nell´immediato presente ma proiettandoci anche nel futuro, considerato che la popolazione della Piana che fa riferimento alla struttura è di circa 35. 000 persone. Sappiamo che ci sarà qualche disagio da sopportare, ma la sicurezza dei pazienti e del personale che lavora nell´ospedale richiedeva di intervenire con la massima tempestività. " "E´ stata un´azione di prevenzione - ha detto infine il direttore dell´Apss Franco Debiasi - visto che non c´erano segnali evidenti di crollo. Abbiamo messo a punto nelle ultime ore un piano di emergenza, che prevede il trasferimento dei pazienti a partire dalla fine della mattinata, al Santa Chiara e a Cles per quanto riguarda la geriatria. Rimangono attive il padiglione nord e il blocco sud, la guardia medica, le cure palliative. " È vero che il San Giovanni è stato oggetto di diversi interventi dal 1999 ad oggi, ma si è sempre trattato di lavori di manutenzione delle finiture che hanno interessato pavimenti, controsoffitti, miglioramenti generali che non hanno però comportato modifiche strutturali. Le opere avviate recentemente invece non sono di questo tipo: per questo, oltre che per il rispetto della più recente normativa in materia, si è voluto condurre una verifica più accurata. La recente indagine cui sono stati sottoposti solai e pilastri viene definita dai tecnici “invasiva” proprio per la “profondità” delle ispezioni condotte. Avviata nel secondo semestre del 2009, praticamente subito dopo l’entrata in vigore della normativa nazionale, sta producendo una serie di dati che non sono ancora definitivi. “Ma quanto abbiamo finora in mano – ha aggiunto l’assessore Rossi – è sufficiente per descrivere una situazione molto grave a fronte della quale sarebbe da irresponsabili non intervenire”. Di qui il piano di azione messo a punto ieri sera nella sede dell’Assessorato alla salute presenti, accanto ai vertici dell’Azienda sanitaria anche il responsabile della protezione civile e del progetto grandi opere della Provincia autonoma. Le strutture a rischio crollo sono l’edificio storico ed il blocco Ovest; non risultano a rischio invece il blocco Sud ed il padiglione Nord. Nel dettaglio, l’edificio storico ospita i servizi di medicina generale, il day hospital, la cardiologia riabilitativa, il day surgery ortopedico chirurgico, l’endoscopia digestiva e la radiodiagnostica. Medicina generale Le degenze riguardano la medicina generale: si tratta di 29 posti letto in tutto, attualmente tutti occupati. La riunione di ieri ha permesso di mettere a punto il loro trasferimento tramite ambulanze del 118 verso l’Ospedale Santa Chiara di Trento. Day Hospital Altri 20 posti, cui vanno aggiunte anche alcune attività ambulatoriali, rappresentano il potenziale del day hospital di cardiologia riabilitativa che sarà assorbito dall’Ospedale Villa Igea dove sono state avviate le procedure di riorganizzazione del servizio con l’obiettivo di essere operativi già da lunedì prossimo. Oggi è stata comunque possibile l’effettuazione delle attività già programmate. Day Surgery Anche il Day Surgery ortopedico chirurgico ha lavorato quest’oggi per le sedute previste, ma si sta già riprogrammando gli interventi al Santa Chiara in attesa di verificare il possibile coinvolgimento di altre strutture, ad esempio l’Ospedale di Borgo. Endoscopia digestiva e radiodiagnostica A Trento saranno effettuate anche le sedute di endoscopia digestiva e la radiodiagnostica, parte della quale potrà essere effettuata anche a Cles. Punto di Primo intervento, Cure palliative, medicina di base e Hospice Nonostante l’emergenza, al San Giovanni rimarrà attiva nell´ampliamento sud - dotato di collaudo statico - rimarrà attiva una parte del Punto di primo intervento: funzionerà dalle 7 alle 21 con presidio della guardia medica nelle ore notturne. Stesso discorso per i servizi cure palliative e medicina di base, mentre i sei pazienti dell’Hospice saranno trasferiti a Cles. Rimangono attivi i numeri telefonici. .  
   
 

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