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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Gennaio 2010
 
   
  IL LAZIO DEVE DIFENDERE L´OCCUPAZIONE FEMMINILE

 
   
  Roma, 27 gennaio 2010 - "In queste giornate proveremo a intrecciare le politiche concrete che abbiamo seguito nella nostra Regione con una serie di orientamenti che dovrebbero essere condivisi con le parti sociali". Così Alessandra Tibaldi, assessore a Lavoro, Pari Opportunità e Politiche giovanili della Regione Lazio, ha aperto ieri la Conferenza regionale del Lavoro ´Avanti c´è posto. Di Lavoro´, organizzato dall´assessorato al Lavoro della Regione, con il supporto di Bic Lazio, Lait e Sviluppo Lazio, ed in programma fino al 28 gennaio allo Spazio Etoile a Roma. La prima delle sei tavole rotonde previste dall´appuntamento ha affrontato il tema de ´Nuovi modelli di organizzazione e qualità del lavoro: come le donne cambiano il lavoro e come si investe in qualità´. "Bisogna convincere - ha detto Tibaldi - le aziende a tenere le donne al lavoro, perché sono loro a rischiare di più rispetto agli uomini. Noi ci stiamo provando attraverso la cassa integrazione in deroga, che permette ai lavoratori di restare ´agganciati´ all´impresa, e proprio per questo motivo abbiamo chiuso venerdì scorso l´accordo con le parti sociali per gli ammortizzatori sociali in deroga nella Regione anche per il 2010". E, secondo Tibaldi, è necessario "attraverso un confronto tra Regioni e Governo raggiungere un punto fermo sulla sistematizzazione degli interventi che abbiamo fatto in materia di ammortizzatori sociali, con una ´vera´ riforma". E sulle difficoltà delle donne nel mondo del lavoro in Italia è intervenuta, durante la tavola rotonda, Linda Laura Sabbadini, della direzione centrale per le indagini su condizioni e qualità della vita dell´Istat. "Il tasso di occupazione delle donne con figli nel nostro Paese - ha sottolineato - è sempre più basso rispetto al resto d´Europa, e, secondo diverse ricerche, nel nostro Paese il 27% delle donne occupate che hanno avuto dei figli in seguito hanno lasciato il posto di lavoro. Il fatto di fare dei figli diventa per le donne un fattore di criticità . Nel Lazio - ha spiegato Sabbadini - come già avviene nel Sud Italia, stiamo assistendo a una discesa della disoccupazione femminile accompagnata però da un aumento del tasso di inattività, e cioè delle donne che non cercano lavoro. Nella Regione - ha aggiunto - abbiamo un tasso di occupazione femminile del 46,6%, con un calo dell´1,3%, concentrato soprattutto nei servizi, e anche tra le lavoratrici immigrate". E la componente femminile del mondo del lavoro nel nostro Paese, secondo Emiliano Rustichelli, ricercatore Isfol intervenuto alla tavola rotonda, è "sottoutilizzata". "Nel nostro paese - ha spiegato il ricercatore - il 27% delle donne occupate ha una laurea, ma a questo titolo non corrispondono posizioni lavorative e retributive in linea con quelle degli uomini. Rappresentano una forza lavoro molto scolarizzata, ma quando entrano nel mercato del lavoro si trovano penalizzate rispetto agli uomini. Basti pensare - ha detto - che il salario di una donna laureata è di 7,1 euro l´ora, mentre quella degli uomini è di 8 euro". E per Alida Castelli, consigliera parità Regione Lazio "serve investire su un modello di welfare, che sia un modello di sviluppo e che abbia valore universale, e che non sia quindi rivolto alle sole donne. Il problema non è infatti solo quello, ad esempio, degli asili nido, ma bensì di una nuova organizzazione sociale che si rifletta sull´organizzazione aziendale e permetta di utilizzare al meglio il capitale umano femminile". .  
   
 

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