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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 27 Gennaio 2010 |
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LA TOSCANA POLICENTRICA POTRÀ ESSERE COMPETITIVA IN EUROPA SEMPLIFICARE E DIMEZZARE I TEMPI PER UN EFFICACE GOVERNO DEL TERRITORIO URBANIZZAZIONE E RETI DI CITTÀ IN TOSCANA
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Firenze, 27 gennaio 2010 - Negli ultimi dieci anni (1996-2007) le aree residenziali in Toscana sono aumentate dell´8,4%; parallelamente sono aumentate anche la popolazione (+5,1%), le famiglie (+18,2%) e le attività produttive (+23%, con una crescita del Pil del 18%). Le aree urbanizzate occupano oggi il 7,4% del territorio regionale, una percentuale che decisamente più bassa di quella che si riscontra nelle altre regioni del centro nord. La Toscana, nell´analisi Irpet presentata questa mattina “Urbanizzazione e reti di città in Toscana”, appare come una regione storicamente policentrica, che oggi ha bisogno di fare rete, “la cui sfida moderna è quella di realizzare una cabina di regia” come ha ricordato l´assessore regionale all´urbanistica e territorio, Riccardo Conti. “Le reti di città policentriche - ha ribadito Conti, che già con il Pit aveva evidenziato questa idea - sono identificate oggi come modelli urbani contemporanei in grado di rilanciare la competitività di un territorio, ed a questo deve aspirare la Toscana che con i suoi 3,6 milioni di abitanti corrisponde ad una media città europea e può presentarsi competitiva a livello internazionale solo se si presenta coordinata da una cabina di regia, un po´ meno generalista ed un po´ più specializzata, che propone il polo logistico insieme alle aree manifatturiere ma anche alle università toscane. » Lo studio Irpet evidenzia che specializzazione e complementarietà sono la chiave sia della competitività che dell’attrattività del sistema urbano regionale. Una Toscana fatta di città troppo piccole per essere competitive nello scenario internazionale di crescita economica e sociale, ma con integrazione, cooperazione e sviluppo queste stesse citt&agra ve; possono conferire ai centri della Toscana, insieme al permanere della loro piena riconoscibilità paesistica e funzionale, anche la necessaria massa critica per agire nell’economia internazionale. La Toscana, infatti, è la quinta regione italiana, dopo Marche Friuli, Umbria ed Emilia Romagna per grado di policentrismo. La sua rete di città è più sviluppata nella parte centrale e costiera della regione (Firenze-prato-pistoia da un lato e Pisa-livorno dall’altro), ma più debole altrove. In generale, le funzioni urbane più innovative incidono meno che nelle regioni più sviluppate (26% degli addetti totali contro 33% in Emilia Romagna) e sono dunque da potenziare. «Questo punto è considerato strategico dalla Regione – ha proseguito l´assessore Conti - e nel Piano di Indirizzo Territoriale (Pit) quando diciamo che le città toscane debbono rimanere tali, ma creando una connessio ne con le altre città, senza reciprocamente “de-centrarsi” per sviluppare una città di città che mette in rete le eccellenze di ogni realtà urbana vogliamo proprio sviluppare la città policentrica. Il governo del territorio, patrimonio di immenso valore, è fondamentale per raggiungere questo scopo, ma la burocrazia ed i meccanismi con cui è organizzato ancora evidenziano criticità. Dobbiamo superare il dimensionamento dei piani strutturali ed i regolamenti urbanistici con nuovi indici, aggiornare il Pit insieme al Prs (programma regionale di sviluppo) in tutta la parte programmatica e recuperare l´idea di centralità politica urbana. Ma soprattutto, visto che oggi in media ci vogliono 6 anni dall´avvio del piano strutturale all´approvazione del regolamento urbanistico dobbiamo dimezzare i tempi, distinguendo i tempi politici che, come emerge dalla ricerca Irpet, coprono circa la metà dei tem pi e sono insopprimibili ed i tempi tecnico/amministrativi, su cui può agire la semplificazione. Oggi – ha concluso Conti - è il momento del dinamismo, della maggior collaborazione possibile, per arrivare rapidamente al risultato auspicato da tutti. La proposta è la seguente: sancire, mettendo nero su bianco che anche attraverso regolamenti il nuovo regime di collaborazione dimezza tutti i tempi tecnici propri della Regione. » Il rapporto identifica come fulcro dell’area policentrica toscana Firenze; l´area urbana del capoluogo negli ultimi anni si è rafforzata rispetto ai poli industriali della Toscana, più che essersi sviluppata in modo autonomo come esportatrice di servizi verso il resto d’Italia e l’estero. «Un´area oggi caratterizzata da una diffusione insediativa a bassa densità, con il 51% della popolazione che è uscita da Firenze negli ultimi 10 anni ed è rimasta in un comune de lla prima cintura urbana, evidenziando – come osserva Patrizia Lattarulo, dirigente Irpet - una tendenza a non allontanarsi dal centro urbano. Il 36% della popolazione in uscita si dirige verso comuni ad alto differenziale di prezzo; sono per lo più di giovani coppie spinte ad allontanarsi dal costo della residenza nell’area urbana (da 1. 500 euro al mq nel 1996 a 2. 800 euro del 2006). E’ però significativo anche il numero di quanti scelgono di spostarsi alla ricerca di condizioni di vita più sostenibili all’interno dell’area vasta fiorentina». Nel rapporto Irpet, infine, si analizzano gli effetti che l´evoluzione dell´uso di suolo ha avuto sulla composizione socio-culturale della popolazione, sulla mobilità e sulla qualità della nuova urbanizzazione. La superficie residenziale cresciuta modestamente nei comuni a maggiore crescita demografica ha dato vita ad agglomerati cittadini in cui omogenea è l a distribuzione tra italiani e stranieri, e per titolo culturale, evitando processi di segregazione sociale presenti in altre realtà metropolitane. Le criticità più importanti, invece, sono relative agli intensi flussi di mobilità che convergono su Firenze con pesanti effetti sulla popolazione urbana. In particolare, recenti ricerche sull’area vasta fiorentina, hanno evidenziato che il 30% degli spostamenti per il tempo libero e per lo shopping avvengono fuori comune e che l’incidenza degli spostamenti che avvengono con l’autoveicolo è molto alta (75%). . |
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