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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 27 Gennaio 2010 |
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FORMIGONI A POSA PRIMA PIETRA MEMORIALE SHOAH "BINARIO 21 RENDERA´ VISIBILE CIO´ CHE VOLEVANO OCCULTARE"
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Milano, 27 gennaio 2010 - Due carri bestiame sul binario 21 della Stazione Centrale ricordano l´inizio di quelle tragiche deportazioni. Un misto di lamiere, ruggine e legno che fa rivivere momenti drammatici, impossibili da dimenticare. Proprio lì, a pochi metri di distanza, alla presenza del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, è stata posata questa mattina la prima pietra del Memoriale della Shoah. Regione Lombardia ha sempre creduto e fortemente voluto questo progetto, portato avanti insieme alle Ferrovie dello Stato, al Comune e alla Provincia di Milano, alla Comunità Ebraica, all´Associazione Figli della Shoah, e altri istituti e fondazioni, finanziandolo con un milione di euro. "E´ troppo importante la realizzazione di questo progetto - ha detto Formigoni - testimonianza dolorosa di una tragedia incommensurabile. Vogliamo che nella città ci sia un luogo che rende visibile ciò che si è tentato di occultare. Vedere, fermarsi in raccoglimento permette di prendere coscienza del dolore infinito che ha colpito tante nostre sorelle e tanti nostri fratelli". "Un luogo così - ha aggiunto Formigoni - permette che la nostra identità sia costantemente alimentata. In questo senso, le iniziative del Memoriale della Shoah sono una possibilità concreta di restituire, attraverso l´insostituibile lavoro della memoria, la dignità a delle persone a cui era stata tolta ingiustamente". Per il presidente lombardo la posa della prima pietra "è il simbolo della volontà di costruire e tenere viva questa memoria". "E´ vero - ha sottolineato Formigoni - la pietra può sembrare inanimata, neutra, priva di vita e personalità. In realtà è un elemento che può dire molto. Con le pietre si possono costruire opere, abitazioni, realizzazioni che fanno storia. Oggi con l´inaugurazione di questo Memoriale, con questa pietra, vogliamo fare sì che le pietre che procurarono la morte dei deportati - costretti nei campi di concentramento a passare le loro giornate a trasportare carichi di pietre sulle spalle fino allo sfinimento e alla morte - si possano simbolicamente trasformare in un simbolo di vita. Del resto anche per la tradizione ebraica una pietra posta sulla tomba è una delle modalità per esprimere, attraverso la rotondità di un sasso, l´incessante rapporto che c´è tra la vita e la morte". "Il futuro e il presente - ha concluso Formigoni - si costruiscono con la coscienza viva di ciò che è successo. L´indifferenza, invece, rende chiusi gli uni agli altri". . |
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