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Notiziario Marketpress di
Lunedì 01 Febbraio 2010 |
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UNA SHENGEN DEL MARE PER DARE SLANCIO AL TRASPORTO MARITTIMO, ACQUACOLTURA, UNO SVILUPPO SOSTENIBILE PER LE FUTURE ´FATTORIE´ MARINE
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Livorno, 1 febbraio 2010 - Costruire una Schengen del mare, creando uno spazio europeo senza frontiere per il trasporto marittimo e semplificare le formalità di dichiarazione delle navi che si spostano tra porti situati all´interno dell´Unione Europea. Su questo tema, oggetto della direttiva attualmente all´esame della Commissione trasporti della Ue, si è incentrata la sessione speciale allargata della Consulta della Toscana del mare convocata e presieduta dall´assessore regionale al bilancio e alle politiche del mare Giuseppe Bertolucci, a cui ha partecipato anche il parlamentare europeo Guido Milana che è sia vicepresidente della Commissione Ue per la pesca che membro della Commissione trasporti e turismo. L´altro punto all´ordine del giorno è stato l´elaborazione di una strategia comunitaria per favorire lo sviluppo sostenibile dell´acquacoltura europea. All´incontro, del 29 gennaio, ospitato presso la sede dell´Autorità portuale di Livorno in palazzo Rosciano, hanno partecipato, oltre a sindaci e rappresentanti dei comuni e delle province costiere, anche le autorità portuali, le capitanerie di porto e rappresentanti delle associazioni di categoria. «Abolire o semplificare – ha detto l´assessore Bertolucci - i controlli documentali e fisici sulle imbarcazioni e sulle merci che arrivano o partono da porti europei, come prevede la nuova direttiva che abrogherà quella del 2002, è una operazione che contribuirà a rendere più appetibili le autostrade del mare e a valorizzare il sistema infrastrutturale e logistico toscano, agganciando il traffico delle merci che arrivano ai tre porti nazionali della Toscana (Livorno, Marina di Carrara e Piombino) al Corridoio 5 e all´alta velocità». «Occorrerà – ha detto ancora l´assessore - agire in particolare sulla informatizzazione e digitalizza zione dei dati, facendo leva sulla collaborazione e sintonizzazione tra i soggetti competenti. Le autorità portuali, le capitanerie di porto e gli altri operatori dei porti e interporti toscani stanno già lavorando in questa direzione, ma resta ancora molto da fare per migliorare la governance delle attività marittime e portuali». In tema di acquacoltura l´assessore Bertolucci ha ricordato quanto l´Europa, con la sua produzione pari al 2% del prodotto mondiale sia dipendente da paesi terzi. E ha posto l´accento sulle questioni “irrisolte”, dalla crescita insufficiente del settore alla scarsità di investimenti in tecnologia e ricerca, dalla persistenza di ostacoli burocratici e normativi che limitano la produttività e la concorrenzialità alla mancanza di piani regolatori specifici per gli insediamenti produttivi in ambiti costieri e marittimi. Tutti argomenti su cui si sta impegnando la Commissione Ue per la pesca , come ha detto il parlamentare europeo Milana, che ha fissato 4 punti inderogabili per un «settore in assenza di politica come l´acquacoltura: in primo luogo occorre un regolamento, poi un fondo specifico che deve sostenere quanto stabilito a livello normativo. Né si può derogare da un piano regolatore che stabilisca dove collocare gli impianti e dia certezze di percorsi, né da politiche di marchio per essere competitivi, garantire la qualità del prodotto e porre un freno alle importazioni selvagge». «Quanto alla Toscana – ha proseguito Bertolucci – sono attive 28 imprese con 41 siti produttivi, dove si allevano prevalentemente spigole e orate, per un totale di 4 mila tonnellate annue, di cui il 78% dagli allevamenti di specie marine e il restante 22% da colture di specie di acqua dolce. La Regione, negli ultimi anni di programmazione, ha attuato numerosi interventi che hanno finanziato (con circa 7 milioni, dal 2000 al 2006, di fondi Sfop-strumento finanziario di orientamento della pesca e 2,3 milioni del Fep-fondo europeo per la pesca 2007-2013) sia l´ammodernamento degli impianti di acquacoltura e il miglioramento delle loro condizioni igienico-sanitarie, che la ricerca e il trasferimento dell´innovazione tecnologica alle imprese (ogni anno sono destinati all´Arsia 400. 000 euro per progetti di ricerca)». Le altre iniziative finanziate riguardano la tracciabilità del prodotto e l´adozione di disciplinari per consentire alle aziende ittiche di aderire al marchio regionale dei prodotti agricoli. «Tutti filoni – ha concluso l´assessore – su cui occorre andare avanti, in accordo con le rappresentanze del mondo produttivo, centri di ricerca e Arpat, per dare slancio e garantire un futuro sostenibile a questo comparto che ha ancora molte potenzialità da sfruttare». . |
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