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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Febbraio 2010
 
   
  AL MART DI ROVERETO: DALLA SCENA AL DIPINTO. LA MAGIA DEL TEATRO NELLA PITTURA DELL’OTTOCENTO. DA DAVID A DELACROIX, DA FÜSSLI A DEGAS

 
   
  Milano, 1 febbraio 2010 - Il teatro e la scena come chiavi di un’inedita lettura per raccontare il cammino della pittura verso la modernità. É questa la novità della mostra “Dalla scena al dipinto. La magia del teatro nella pittura dell’Ottocento. Da David a Delacroix, da Füssli a Degas”, un progetto espositivo nato grazie al sostegno speciale del Musée d’Orsay di Parigi, frutto ancora una volta della collaborazione tra il Mart e due importanti istituzioni internazionali, il Musée Cantini di Marsiglia e l’Art Gallery of Ontario di Toronto. La mostra, un continuo dialogo tra teatro e pittura, conduce il visitatore dalla fine del Settecento alle soglie del Ventesimo secolo. Con questo progetto il Mart completa e approfondisce i temi che furono al centro dell’esposizione La Danza delle Avanguardie (dicembre 2005- maggio 2006), una mostra che percorreva tutto il ‘900 in ambiti contigui, il teatro di danza e la pittura, e che ha avuto un notevolissimo riscontro di critica e di pubblico. Questa nuova esposizione è un’occasione davvero unica per poter ammirare, per la prima volta in Italia, alcuni dei capolavori dipinti dai migliori pittori europei dell’Ottocento, da Jacques-louis David a Eugène Delacroix, da Jean-auguste-dominique Ingres a Edgar Degas, per ricordane solo alcuni, tutti artisti affascinati dalla magia del teatro, che hanno riportato nelle loro tele molte suggestioni ispirate sia ai temi letterari delle più rappresentate tragedie o dei più magnificati melodrammi del tempo, sia derivate dalla gestualità, dalle ambientazioni scenografiche e soprattutto dalla prospettiva illusionistica di quel mondo. Queste opere, messe tra loro a confronto, sono la chiara evidenza di come lo stretto rapporto tra pittura e teatro abbia avuto tra i suoi esiti più significativi quella “smaterializzazione della visione”, che diventerà l’elemento predominante e radicale dell’arte scenica ma anche e soprattutto pittorica del Xx secolo. In mostra circa duecento opere tra dipinti, disegni, modelli di scenografie, provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, tra cui ricordiamo il Musée du Louvre, il Musée d’Orsay, la Kunsthaus di Zurigo, il British Museum e il Victoria and Albert di Londra, il Metropolitan Museum di New York. La Mostra L’ottocento è stato caratterizzato da una intensa passione per il teatro, e anzi “per oltre un secolo e mezzo l’arte europea – scrive Guy Cogeval nel suo saggio in catalogo - è stata soggiogata dal demone della scena. [Si può] evidenziare una dimensione teatrale della lunga marcia verso la modernità, che si concentra soprattutto sulla scena del dipinto, sulla prospettiva illusionista sulla base della quale si articolano i personaggi e la scenografia. ” In questa prospettiva si può a ragione affermare – e l’esposizione lo dimostra – che il teatro ha influenzato tutta la storia della pittura moderna, dal Neoclassicismo all’Impressionismo, fino alle prime sperimentazioni delle avanguardie artistiche del ‘900. Quello tra teatro e pittura è stato un rapporto complesso e soprattutto reciprocamente fecondo: pittori come Jacques-louis David o Delacroix hanno sì adottato nelle loro opere i gesti, i costumi, le prospettive sceniche, ma parallelamente hanno influenzato la modalità di fare teatro del loro tempo. “Dalla scena al dipinto” racconta questo complesso intreccio. Il Neoclassicismo L’emozionante percorso cronologico prende avvio da alcuni capolavori di Jacques-louis David e Anne-louis Girodet, opere dipinte in un momento in cui, nella Francia del secolo dei Lumi e della Rivoluzione, al teatro e alla pittura è affidato un nuovo ruolo educativo, che supera la pura narrazione del fatto storico. Per molti protagonisti della pittura neoclassica il rapporto con il teatro è andato ben oltre l’ispirazione. L’attore Talma, il maggior talento scenico del suo tempo, nel realizzare i propri costumi di scena s’ispirava alle creazioni di David, che a sua volta erano riprese da modelli dell’antica Roma. In opere come il Giuramento degli Orazi, (1786) il linguaggio “frontale”, fortemente “scenico” di David, suggerisce esplicitamente modelli di virtù morale come esempio per la nuova Repubblica. Il Romanticismo Se Jacques-louis David e gli artisti della sua epoca evocano i gloriosi eventi del passato, i romantici rappresentano le passioni più private: le opere di Paul Delaroche e Jean-auguste-dominique Ingres, sono dei veri e propri drammi “messi in scena” sulla tela. A partire dal Xviii secolo gli scritti di William Shakespeare stimolano l’immaginazione di numerosi artisti. Un importante nucleo di opere, qui riunite per la prima volta, illustrano straordinarie letture dei drammi shakespeariani dipinte da artisti quali Füssli, Delacroix, Chassérieau e Sargent. L’ “innamoramento” per il grande drammaturgo inglese farà parte della sensibilità romantica, già in nuce nell’opera di Johann Heinrich Füssli, il maggior interprete dell’opera di Shakespeare in pittura. É stato, infatti, il suo genio artistico a cogliere e rendere visibile il lato “oscuro” di tragedie come Macbeth e Amleto. Da questo punto di vista l’influenza di Füssli sulla pittura successiva è stata enorme, e la mostra lo evidenzia con il monumentale dipinto Lear caccia Cordelia (c. 1784–1790), che lascia per la prima volta la sede dell’Art Gallery of Ontario di Toronto. Il pittore svizzero, con la sua interpretazione visionaria dei drammi di Shakespeare, ha anticipato non soltanto il romanticismo “noir”, ma anche il simbolismo e per certi aspetti anche l’espressionismo tedesco dei primi anni del ‘900. .  
   
 

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