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Notiziario Marketpress di Venerdì 05 Febbraio 2010
 
   
  MEMORIALE DEGLI 11.400 CADUTI TRENTINI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE NEL CUORE NESSUNA CROCE MANCA

 
   
  A Trento, presso la Sala di rappresentanza della Regione, fino al 14 febbraio prende vita un evento che prende il nome da un celebre verso della poesia San Martino del Carso di Giuseppe Ungaretti, “Nel cuore nessuna croce manca” Dall’agosto 1914 al novembre 1918 sessantacinque milioni di cittadini furono chiamati alle armi in tutta Europa, mobilitati per la più sanguinosa guerra fino ad allora mai combattuta. Al termine del conflitto si contarono più di nove milioni di soldati uccisi. Con la dissoluzione dell’Impero Austro-ungarico e l’unione del Trentino al Regno d’Italia, la condizione degli “Italiani d’Austria”, morti indossando la divisa austro-ungarica, non fu mai riconosciuta. Lo Stato italiano, infatti, curò sì la pubblicazione dell’Albo d’oro dei caduti nella Guerra 1915-1918, ma non si preoccupò di contare i “morti dei vinti”. Solo da poco tempo, ma a distanza di novant’anni dagli eventi, grazie ad una ricerca patrocinata dall’Assessorato provinciale alla Cultura e condotta dal Museo Storico Italiano della Guerra, sappiamo che quei nostri caduti furono 11. 400, circa un quinto dei Trentini che andarono in guerra. Molti dei loro nomi, ora disponibili per la consultazione sul sito www. Trentinocultura. Net, risultano ancora privi di informazioni importanti, ma la diffusione del database che contiene quell’elenco ha avviato un processo partecipativo di ricerca e di raccolta di ulteriori dati che, quasi quotidianamente, giungono al Museo della Guerra di Rovereto per essere trasferiti nella catalogazione informatica e, periodicamente, nel sito. La grande attenzione che la comunità trentina continua a riservare alle vicende della Grande Guerra ha suggerito di promuovere presso la Sala di rappresentanza della Regione a Trento, in piazza Dante, nel periodo che va dal 31 gennaio al 14 febbraio 2010, un evento pubblico che prende il nome da un celebre verso della poesia San Martino del Carso del poeta Giuseppe Ungaretti, “Nel cuore nessuna croce manca”. Le due settimane avranno come epicentro simbolico un memoriale degli 11. 400 caduti trentini della prima guerra mondiale, una grande installazione progettata dallo studio dell’architetto G. Marzari, costituita da un anello lungo 45 metri ed alto un metro e mezzo, al cui interno sono scritti gli 11. 400 nomi dei soldati trentini caduti nella guerra ’15-’18 senza alcuna distinzione fra coloro che vestirono la divisa austro-ungarica e quelli che, per scelta, decisero di combattere con la divisa dell’esercito italiano. La vicenda di entrambi, infatti, deve concludersi con un atto di rispetto e di pietà e con un impegno di pace. L’esposizione del memoriale nella Sala di rappresentanza del palazzo della Regione, in Piazza Dante a Trento, sarà accompagnata da una mostra fotografica sui cimiteri di guerra della Galizia, curata dal prof. Pavel Pencakowsky per il Centro Internazionale di Cultura di Cracovia. La galleria di immagini del fotografo polacco Marek Saiduk recupera la memoria delle centinaia di cimiteri costruiti nel 1916 e racconta come quegli stessi luoghi si presentano al visitatore contemporaneo. Accanto ad installazioni informatiche e a proiezioni video a completamento della mostra fotografica, in una saletta appositamente attrezzata verranno proposti due film legati al tema dell’evento, “Prigionieri di guerra” di Yervant Gianikian e Angela Ricci e “La colpa ignota” di Diego Leoni e Lorenzo Pevarello. Uno spazio aperto, infine, verrà riservato a tutti i visitatori che vorranno lasciare una loro riflessione, uno slogan, un disegno, una poesia come proprio personale atto di partecipazione. L’iniziativa è dell’Assessorato provinciale alla cultura, del Museo Storico Italiano della Guera e della Fondazione Museo Storico del Trentino. Domenica 7 febbraio, dalle 9 alle 17: “Il Giorno dei Nomi” è un simbolico evento del tutto particolare e molto significativo. Infatti centinaia di persone di ogni età e professione, in rappresentanza delle comunità locali, saranno impegnati nella lettura pubblica di tutti i nomi degli 11. 400 caduti trentini nella Grande Guerra. Dalla lunghezza della elencazione emergerà quante sono undicimila vite distrutte, quanti padri e madri sono stati privati dei figli, quante spose o fidanzate sono rimaste sole, quanti figli sono diventati orfani. Non sarà l’appello a rinserrare le file ma una lunga esperienza di rammemorazione. Risuonerà ancora una volta il nome di chi è scomparso in una guerra crudele e insensata, sui campi di Galizia o in prigionia, in Siberia o in Italia, sepolto in uno dei tanti cimiteri di guerra. La voce che non vuole dimenticare evoca quella che tanti anni fa aveva chiamato coloro che non hanno fatto ritorno, per riammetterli nella memoria della comunità. Sabato 13 febbraio, dalle 15 alle 17. 30: si chiama “Sette voci per ricordare” ed è una parentesi di riflessioni sulla memoria delle guerre. Cosa significa, infine, ricordare i caduti di una guerra lontana? Alcune persone che vivono nel nostro tempo, a partire dalle proprie esperienze di lavoro e di vita, riflettono sulle motivazioni della memoria. Sette voci per ricordare, appunto, sette risposte ad una domanda di senso. Info: www. Trentinograndeguerra. It, www. Trentinocultura. Net .  
   
 

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