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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Febbraio 2010
 
   
  TRENTO: APPROVATO DALLA GIUNTA IL DDL SULLA FAMIGLIA

 
   
  Trento, 1 febbraio 2010 - Via libera all´annunciato disegno di legge sul "Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità", approvato il 29 gennaio dalla Giunta provinciale dopo il parere positivo dato ieri dal Consiglio delle autonomie. Una proposta di legge che sarà depositata già oggi presso la quarta Commissione consiliare e che si prende finalmente carico, in modo concreto e secondo una logica integrata, della famiglia, delle sue difficoltà anche economiche, dei suoi bisogni contingenti ma anche del loro diritto e necessità di poter programmare il proprio futuro con sicurezza. Se le finalità fanno riferimento all´obiettivo generale - da tutti condiviso - di "fare stare bene" le famiglie, innovativi per il panorama nazionale sono gli interventi a carattere strutturale e dunque destinati ad essere permanenti, previsti dal governo provinciale e che appaiono destinati a connotare e certificare il Trentino quale un territorio "amico delle famiglie" a tutto tondo, sul modello dei sistemi di welfare più avanzati adottati in Europa. Una legge che supera per sempre la logica dell´assistenza per riconoscere le famiglie quali soggetti attivi dello sviluppo economico e sociale. Per questo viene garantito il coordinamento delle attività dei vari assessorati al fine di favorire il raccordo fra tutte le politiche del governo provinciale che incidono più o meno direttamente sulla "dimensione familiare. "Se cresce la famiglia - questo il motto assegnato alla nuova legge - cresce di pari passo la coesione sociale e cresce il Trentino". Particolarmente qualificanti sono, tra gli interventi previsti, i sostegni economici: prestiti senza interessi a nubendi e giovani coppie; contributi mensili alle madri e ai padri, sia lavoratori dipendenti che autonomi, che decidono di astenersi momentaneamente dal lavoro per seguire i figli; garanzie verso le banche per la concessione di piccoli prestiti chiesti dalle famiglie; un unico assegno familiare in sostituzione delle agevolazioni oggi previste dalle normative di settore (casa, trasporti, mensa scolastica, prolungamento d´orario nelle scuole dell´infanzia). Significativo è poi il sostegno che verrà assicurato alle famiglie numerose: a partire dal terzo figlio in poi, le famiglie non dovranno più sostenere i costi relativi a trasporto scolastico, mensa e anticipo e posticipo alla scuola dell´infanzia; previsto anche un ticket sanitario familiare che tenga conto dei carichi familiari e contributi per abbattere i costi connessi a consumi idrici ed energetici. Sul fronte della conciliazione lavoro-famiglia e del coordinamento dei tempi del territorio con quelli delle famiglie, forte è l´impegno per aumentare la presenza di asili nido, servizi socio educativi alternativi per la prima infanzia e tagesmutter, nonché per l´utilizzo dei buoni di servizio (anche attraverso l´impiego del Fondo sociale europeo). E alle famiglie che non potranno godere di tali possibilità per l´assenza sul territorio di tali servizi, sarà corrisposto un assegno economico mensile. Una maggiore conciliazione sarà poi perseguita attraverso il telelavoro, un diverso calendario scolastico, l´audit famiglia-lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private, l´erogazione da parte delle imprese ai propri dipendenti di servizi di prossimità a supporto degli impegni domestici, le banche del tempo (che potranno godere di specifici finanziamenti) e l´incontro tra domanda e offerta di lavoro estivo, anche all´estero, dei giovani in ambito scolastico. La nuova legge punta a far diventare il Trentino un grande "Distretto per la famiglia", un territorio dove attori economici e istituzionali convergono verso un unico progetto orientato a favorire il benessere delle famiglie. Un esempio, già avviato, è il distretto famiglia della Val Rendena, ma altri territori si stanno muovendo in questa direzione. La legge prevede l´istituzione di uno specifico Registro dei soggetti aderenti, i quali potranno ottenere incrementi di agevolazioni, e la possibilità da parte della Provincia di subordinare la concessione di agevolazioni per la realizzazione o l´ammodernamento di opere e infrastrutture al rispetto di standard di qualità familiare. Altre novità contenute nel disegno di legge sono l´attivazione dello Sportello unico per il cittadino e la famiglia, l´istituzione di una cabina di regia provinciale per le politiche di prevenzione del disagio, la "carta tecnologica famiglia" per l´acquisizione elettronica di tutti i benefici previsti dalla legge, l´introduzione della "valutazione di impatto familiare" (già prevista dalla legge sul welfare approvata nel 2007). Documento approvato dalla Giunta provinciale nella seduta del 22 gennaio 2010 Disegno Di Legge concernente “Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità” Relazione Il peggioramento economico-finanziario delle famiglie sta evidenziando in maniera molto forte le inadeguatezze del sistema sociale italiano. Una situazione, questa, resa ancora più evidente dalla peggiore crisi finanziaria degli ultimi decenni. Non c’è nazione in Europa che non abbia agito, in questo ultimo anno, a favore delle famiglie: dalla Spagna alla Francia, dalla Germania all’Inghilterra. Colori diversi, ma un unico fine: salvaguardare il nucleo fondamentale della società, cioè la famiglia. Anzi, è stata proprio la crisi a spronare gli Stati a fare ancora di più. Le famiglie, qui in Italia come altrove, chiedono, anzitutto, sgravi fiscali e sostegno finanziario per i figli. E i buoni esempi non mancano, volgendo lo sguardo all’Europa. La Francia ha destinato un bonus extra per le famiglie, che ricevono il reddito minimo garantito. In Germania vi sono stati importanti sgravi fiscali per le spese mediche e incentivi per il rinnovo dell’abitazione. Nel Regno Unito si è ridotta drasticamente l’aliquota Iva standard di 15 punti percentuali e ampliato lo scaglione di reddito esonerato dal pagamento delle tasse, con un aumento delle pensioni minime. Nella Spagna di Zapatero la leva fiscale a favore delle famiglie ha toccato livelli mai raggiunti, come l’abolizione dell’imposta sul patrimonio netto alle persone, la restituzione anticipata del credito dell’Iva, nonché la riduzione dell’Irpef di 400 euro a contribuente. In Italia, dopo la social-card e il bonus famiglia, gli sforzi si sono concentrati quasi esclusivamente sugli ammortizzatori sociali, sul rilancio dell’edilizia e dell’industria. Anche le Regioni hanno seguito questa linea, chi più, chi meno. Molte amministrazioni pubbliche aiutano invece direttamente le famiglie con un sostegno per il pagamento delle bollette del riscaldamento o dell’elettricità, anticipando la cassa integrazione, incentivando il bonus bebé. Un lavoro insostituibile l’ha svolto la grande rete delle associazioni private del volontariato, cattoliche e laiche. Grazie anche a loro l’Italia sta reggendo, seppur con difficoltà, l’impatto della crisi. Ma la famiglia abbisogna di un sostegno ancora più deciso, ancora più vitale in tempi di crisi, ancora più tangibile pensando al futuro. E non è solo per una pura questione di denari. La famiglia cresce, infatti, se anche la conciliazione con il lavoro è sorretta, aiutata e favorita. Un recente rapporto della Ue denuncia la difficoltà, soprattutto delle donne, di conciliare famiglia e impegno professionale. “Le aziende italiane – si legge – sono ancora in buona misura organizzate in base ad una prospettiva maschile: la quota di donne che debbono abbandonare il lavoro quando sono incinte o quando nasce un figlio resta elevata. Il ricorso ai congedi parentali è scoraggiato, soprattutto per gli uomini: nel settore privato il rifiuto da parte del datore di lavoro interessa il 40% delle richieste”. Un esempio recente, ma diverso in fatto di conciliazione, arriva dalla Francia, dove il governo ha introdotto pochi mesi fa un sussidio straordinario per acquistare prestazioni di cura, cioè assistenza agli anziani o ai bambini, dal settore privato o non-profit. La misura interessa un milione e mezzo di famiglie e il provvedimento è entrato in vigore in piena crisi economico-finanziaria. E sempre Oltralpe c’è la “Charte de la parentalité” per rimodulare i tempi lavoro e i servizi aziendali con l’obiettivo di favorire la genitorialità. In Germania esiste da tempo una collaborazione fra aziende e governo che ha portato al varo di una serie di corpose iniziative denominate “Famiglia: un fattore di successo”. In Svezia si è introdotto il “bonus per l’eguaglianza di genere”. Se la coppia si divide a metà il congedo parentale, la famiglia riceve uno sgravio di 275 euro al mese per i bimbi appena nati. I congedi parentali nel nostro Paese, che dovrebbero aiutare le madri a riavvicinarsi alla professione e coinvolgere i padri nella cura dei figli piccoli, funzionano poco. Perché pochi li conoscono, per una disponibilità ancora limitata da parte dei padri, e per paura di ripercussioni sul lavoro. Secondo una ricerca de “Il Sole 24 ore” a usufruire dei congedi parentali nei primi tre anni di vita del bimbo sono solo il 24% delle donne e il 3% degli uomini. Davvero pochi! In Italia, attraverso le iniziative di Regioni e Comuni, ci siamo fermati a poco più dell’assegno di natalità per il figlio appena nato. In Trentino, invece, l’Audit Lavoro & Famiglia della Provincia, mutuando l’esperienza tedesca, ha innescato un processo culturale che vede un nutrito gruppo di aziende sperimentare la conciliazione. E gruppi spontanei, come ad esempio nella Valle dei Laghi, stanno organizzandosi in forme di associazionismo per andare incontro ai tempi della famiglia. Possiamo, dunque, a ben dire, che in Trentino si sta sviluppando, seppure lentamente, una cultura di conciliazione. Siamo all’inizio, ora dobbiamo dare nuovo impulso sulla strada fin qui tracciata. Non è dunque un caso che la Provincia abbia voluto anticipare i tempi e fin dai primi mesi del 2009 ha avviato un piano pluriennale contro la crisi, dando sostegno al lavoro, all’economia e alla famiglia con una stanziamento pari a 1,2 miliardi di euro. Un impegno finanziario eccezionale, che si è concretizzato per le famiglie anche attraverso il nuovo reddito di garanzia per tutti i nuclei sotto la soglia di povertà. Poi il Libro Bianco ha enumerato 65 azioni concrete di sostegno. Ora questa nuova legge intende gettare le fondamenta su cui costruire un percorso per il futuro, in cui il Trentino diventa un luogo amico della famiglia, un territorio in cui far crescere in serenità e responsabilmente i figli e aiutare i tanti padri e le tante madri nei loro compiti di genitori. Se cresce la famiglia, cresce di pari passo la coesione sociale e cresce il Trentino! La Provincia Autonoma di Trento ha perciò scelto di affrontare la crisi dando priorità a misure strutturali a favore di una fascia ampia e significativa della popolazione, creando un sistema integrato di politiche pubbliche e puntando sulla piena promozione della famiglia, per collocarla al centro delle proprie politiche. In tale ottica, e attraverso il coinvolgimento di tutte le risorse attivabili sul territorio provinciale, viene superata la vecchia logica assistenzialistica. E si avvia un nuovo corso di politiche pubbliche integrate nei diversi settori d’intervento (casa, assistenza, servizi, tempo libero, lavoro, trasporti), in cui la famiglia diventa di diritto soggetto attivo e propositivo. Essa, infatti, è per sua natura il luogo nel quale per eccellenza si creano e si sviluppano i legami primari e si producono i significati di sé e della vita, l’ambito nel quale si vive l’esperienza della gratuità e della solidarietà nella dimensione delle reciprocità e dello sviluppo del proprio potenziale umano. Per queste funzioni la famiglia è soggetto motore di sviluppo sociale ed economico e costruttore di coesione sociale. Non è una forzatura affermare che non c’è società senza famiglia. Infatti nel riconoscere e promuovere la famiglia, la società gioca la sua stessa sopravvivenza. In un legame inscindibile che lega benessere della famiglia, sviluppo e progresso della società. La famiglia vuol dire tessitura di legami verticali, solidarietà intergenerazionale, relazioni che danno il senso della continuità temporale. Vuol dire rapporti di prossimità, di parentela e vicinanza orizzontale, che favoriscono la coesione comunitaria. La famiglia è pure una cellula economica fondamentale, centro di redistribuzione del reddito e delle rendite: una piccola cooperativa a gestione domestica nel segno della solidarietà. Ed è soprattutto il nucleo primario di qualunque welfare, in grado di tutelare i deboli e di scambiare protezione e cura. I nuovi fenomeni sociali che stanno investendo oggi i nuclei familiari, richiedono che l’autorità politico-amministrativa, per rispondere in modo adeguato al continuo cambiamento dei bisogni, sia in grado di assolvere ad alcuni precisi ed inderogabili compiti. In sintesi: 1. Elaborare nuovi strumenti operativi d’intervento, 2. Identificare aree di intervento ritenute prioritarie sulle quali concentrare attenzioni e risorse sia dell’azione amministrativa che dei soggetti privati, 3. Sviluppare modalità operative che incentivino il lavoro in rete, sia dentro sia fuori i confini dell’amministrazione, attivando sinergie tra “pubblico-pubblico” di natura inter-assessorile ed inter-istituzionale e tra “pubblico-privato”, e coinvolgendo attivamente le organizzazioni for-profit e no-profit, 4. Promuovere il principio della sussidiarietà orizzontale, valorizzando il terzo settore e l’associazionismo familiare ed in particolare la sussidiarietà organizzativa in cui vengono potenziati i servizi di front-office, secondo una logica pubblico-privato, 5. Richiedere ad associazioni di famiglie e ad organizzazioni del terzo settore di gestire, con un rapporto convenzionale, l’attività di sportello e di diventare dunque partner del pubblico nel delicato processo di accoglienza dell’utente e di erogazione del servizio, 6. Favorire la responsabilità sociale d’impresa quale mezzo per creare contenuti concreti per la definizione e applicazione di servizi per la famiglia. Fragilità Sociale Assistiamo oggi ad un aumento significativo della complessità sociale. Ciò ha indotto il legislatore provinciale ad individuare nuove modalità di intervento e nuovi strumenti, per dare risposte efficaci ai nuovi bisogni socio-assistenziali espressi da una società sempre più fragile e frammentata. Il riferimento va alla recente legge provinciale n. 13/2007 di riforma del welfare trentino. Questa legge sostiene con convinzione la necessità che occorra oggi più che mai rafforzare le modalità di intervento per sostenere il benessere della società e sorreggere dunque le attività e le funzioni oggi svolte dalle famiglie, in un contesto sociale decisamente sempre più mutevole. L’aumento della vulnerabilità del contesto sociale e della fragilità delle singole persone e famiglie si coglie con l’aumento delle condizioni di precarietà e di insicurezza: dal lavoro alle nuove povertà, dalle relazioni sociali all’educazione. Tali condizioni investono non solo le tradizionali categorie degli anziani o delle famiglia mononucleare. Nuove difficoltà e nuove povertà sono realtà concrete per migliaia di famiglie che fino a ieri vivevano il futuro con meno incertezze. La maggiore fragilità delle famiglie rischia altresì di compromettere la loro capacità di continuare a dare concreta risposta a tutte le funzioni che da sempre svolge, sia all’interno dell’ambito familiare sia nella comunità allargata. E ciò influenza pesantemente la coesione sociale. Pensiamo solo per un momento a quello che sarebbe successo nella nostra società trentina se non si fosse intervenuti velocemente con nuovi ammortizzatori sociali. Il Trentino, anche in questo settore, è stato apripista in Italia. Altre regioni sono poi intervenute a sostegno del lavoro. Ma le politiche sociali non sono solo lavoro. Infatti la complessità sociale oggi avvertita sul territorio e la vulnerabilità crescente sono documentate dall’aumento della domanda di accesso ai servizi e dall’emergere di nuove patologie sociali e sanitarie. Le cause di questo aumento di domanda di servizi socio-assistenziali e sanitari sono determinate da molteplici fattori, tra i quali è possibile richiamare il crescente tasso di invecchiamento della popolazione, le profonde modificazioni subite dalla struttura familiare in relazione anche ai processi di emancipazione femminile e i radicali mutamenti intervenuti nel tessuto sociale e culturale. Nell’elenco delle cause troviamo quindi la profonda crisi che sta vivendo oggi l’istituto famiglia, una quota più elevata di popolazione che esprime malessere in conseguenza dell’esplosione di forme nuove di disagio e di povertà; l’aumento delle persone socialmente vulnerabili che progressivamente si avvicinano sempre più alla soglia della povertà. Infine la modificazione della struttura sociale determinata dagli importanti flussi migratori e la grande “emergenza educativa” che oggi tutte le istituzioni (famiglia, scuola, terzo settore, pubblica amministrazione) sono chiamate a porre al centro del proprio agire, per intervenire efficacemente sul futuro delle nuove generazioni. La Natalità La popolazione italiana ha una natalità tra le più basse del mondo. Come conseguenza diretta l’Italia va accumulando un forte “debito” demografico, ma la natalità risulterà uno dei fattori di cambiamento più importanti nei prossimi decenni, che modificheranno in maniera significativa gli equilibri politici ed economici soprattutto nel vecchio continente. Secondo l’Istat, nei prossimi 50 anni ci sarà un aumento di cinque milioni di persone con più di 80 anni, nonostante la non trascurabile presenza di flussi immigratori. Le conseguenze sulla struttura sociale, sui meccanismi di solidarietà intergenerazionale, sul sistema del welfare saranno notevoli e si accentueranno sempre più nei prossimi decenni. Con queste tendenze come potranno sopravvivere l’economia e in generale la società italiana? Il tasso di fecondità in Trentino è rimasto in questi ultimi anni superiore alla media nazionale, ma inferiore alla media europea. Se nel 1920 in Italia il numero medio di figli per donna era 2,5 e nel 1963 era sceso a 1,6, nel 2006 è pari a 1,35. Il Trentino ha seguito lo stesso trend del Paese attestandosi nel 2008 a 1,45 figli in media per donna. Il Servizio Statistica della Provincia ha recentemente scattato una “fotografia” di come sarà il Trentino nel 2050. Alcuni dati spiccano su tutti: sarà una provincia sempre più vecchia, con una presenza sempre più rilevante di famiglie single e con un incremento costante di stranieri. Nulla di male sulla “contaminazione” di culture diverse, ma è bene sostenere e far crescere le famiglie all’interno della popolazione locale in tutta la loro realtà e complessità. Questi fenomeni di bassa natalità impattano ed impatteranno in maniera sempre più significativa sulla pianificazione dei servizi socio-sanitari in Trentino e non solo: si stima che nel 2045 gli ultra sessantacinquenni saranno il 30 per cento della popolazione e significativa sarà la quota di popolazione ultra centenaria. L’italia si colloca, per tasso di natalità, agli ultimi posti in Europa e ai primi per tassi di invecchiamento: la bassa natalità è anche un freno alla produttività e allo sviluppo futuro. Anche la nostra Provincia presenta squilibri di carattere demografico. Alla base di questo fenomeno si individuano varie cause, tra queste in particolare la riduzione della propensione ad avere figli e la lentezza con cui si formano nuove famiglie. Tale lentezza trova riscontro nella crescita dell’età media dei coniugi, segnatamente di quella della sposa, al momento del matrimonio. Una delle ragioni del ritardo nella formazione delle famiglie è legata alla difficoltà di partecipazione delle giovani donne al mercato del lavoro e alla crescente flessibilizzazione di quest’ultimo, il quale in assenza di adeguati ammortizzatori previdenziali e assicurativi produce non poche insicurezze. Alla luce di tutto ciò sembra difficile sfuggire all’urgenza di attuare politiche sociali e familiari idonee a far fronte, da una parte all’aumento dei soggetti anziani, dall’altra a favorire la formazione di nuove famiglie e ad incrementare la nascita di figli nella popolazione locale. Si ritiene inoltre che, per contrastare in modo efficace l’urgenza demografica, sono in primis da incoraggiare misure dirette a sostenere le famiglie con a carico più figli di età inferiore ai 18 anni (o di età inferiore ai 25 anni nel caso di studenti universitari). Nei recenti dati pubblicati dall’Istat si evidenzia che “nel 2007 in Italia ben 975 mila famiglie si trovano in condizioni di povertà assoluta e che rappresentano il 4,1% delle famiglie residenti. Rischi molto maggiori corrono invece le famiglie numerose: i nuclei familiari con 5 o più componenti sono più poveri di quelli meno ampi, quasi un decimo di questi si trova in condizioni di povertà assoluta” (Istat 2009. Analisi povertà). Si tratta di quasi 3 milioni di persone delle quali un milione di famiglie circa sono “alimentarmente povere” e sono nella condizione di spendere 222 euro mensili in media per la spesa alimentare di due persone. La Fondazione Sussidiarietà ha, poco tempo fa, diffuso i risultati di una sua ricerca in Italia: una famiglia numerosa ogni dieci è sotto la soglia d’indigenza. Tradotto in altre parole ciò significa che una famiglia ogni dieci, tra quelle con cinque e più componenti, è sotto la soglia della povertà alimentare. La percentuale scende a cinque famiglie ogni 100 con almeno un figlio a carico. E anche le famiglie con due o tre figli a carico hanno un’incidenza di povertà alimentare elevata. Trentino “Amico Della Famiglia” La famiglia non è solo una dimensione privata, è una risorsa vitale per l’intera collettività, poiché le molteplici funzioni da essa svolte a favore dei suoi componenti e della collettività la collocano a pieno titolo come soggetto a valenza pubblica, che genera valore per l’intera società. La famiglia è, dunque, produttrice di beni economici, psicologici, relazionali e sociali, che avvantaggiano in forma diretta ed indiretta l’intera collettività. L’attenzione alla famiglia assume una dimensione strategica, trasversale ai vari settori della vita pubblica e privata, all’interno della quale si coinvolgono e si mettono in rete gli operatori pubblici, si valorizzano e si orientano i servizi erogati dai soggetti privati. Si riconosce quindi l’importanza dell’associazionismo familiare, attore nel processo di realizzazione del distretto, si attivano laboratori territoriali, si sperimentano e si integrano le politiche pubbliche, si confrontano e si rilanciano le culture amministrative e si innovano i modelli organizzativi. Dopo la crisi, la ricostruzione del nuovo modello di welfare dovrà porsi il problema di ricercare percorsi virtuosi ed inediti di protezione, promozione sociale e familiare, idonei a garantire la sostenibilità dei costi e di fatto divenire volano di sviluppo. In questo contesto il “Distretto famiglia” risulta strategico, poiché catalizza, in forma assolutamente inedita, l’attenzione di tutti gli operatori sul territorio. Il Distretto diviene dunque di fatto una dimensione che aggrega attori e risorse che condividono il fine comune di accrescere sul territorio il benessere familiare e che consente, tramite il rafforzamento delle relazioni, di generare altre risorse sia economiche sia sociali. Economiche: perché all’interno del Distretto è possibile incrociare aspettative ed attese dei soggetti che esprimono domanda economica (le famiglie) con i soggetti che erogano servizi (istituzioni, organizzazioni for-profit e non-profit). Il “Distretto famiglia” può, quindi, diventare quello spazio all’interno del quale operatori economici, istituzioni e famiglie forgiano nuove relazioni di fiducia reciproca e di cooperazione, ovvero aspettative positive che di fatto costituiscono le condizioni strategiche per sviluppare l’economia di un territorio. Particolarmente interessante a questo riguardo è l’approfondimento del rapporto che esiste tra gli attori che aderiscono al “Distretto famiglia” e la dimensione strategica della “Responsabilità sociale” dell’organizzazione, nata per stimolare e diffondere all’interno del mondo economico comportamenti socialmente responsabili. La seconda dimensione è quella che si riferisce alla capacità del Distretto di generare capitale sociale, inteso come risorsa della collettività e di un territorio che può identificarsi con la “qualità della vita sociale di una comunità” (reti, norme, fiducia). Il capitale sociale può essere inteso come lo stock di risorse culturali, solidali e relazionali legato alla storia e alle tradizioni del territorio. Il capitale relazionale, su cui si basa il “Distretto famiglia”, può dunque fungere da infrastruttura strategica per l’incrocio di domanda ed offerta e contribuire al rafforzamento del capitale relazionale esistente, creando di fatto i presupposti per generare nuove ed inedite relazioni e consentendo l’incrocio di attese, aspettative ed opportunità tra attori che non hanno mai dialogato tra loro. Ecco dunque la grande novità del Distretto: sostenere il benessere della famiglia riconosciuta come risorsa che unisce e dà senso alla comunità, come “luogo” che realizza legami ed appartenenza, come ambito privilegiato che rafforza la coesione nella società e crea capitale sociale. Nel “Distretto famiglia” converge l’azione di quattro macro attori strategici: gli interventi e le politiche della Provincia Autonoma di Trento; gli interventi e le politiche del sistema delle autonomie locali; l’azione delle associazioni di famiglie e del terzo settore in generale; gli interventi, i servizi e le strategie messe in atto dagli attori economici for-profit e no-profit. Dall’azione congiunta di questi attori territoriali discende il concetto di “Distretto famiglia”, ovvero di un territorio delle opportunità e delle responsabilità, che si rivolge alle famiglie in primis per sostenere azioni capaci di prevenire situazioni di potenziale disagio e di promuovere e valorizzare l’azione delle famiglie, stimolando in esse comportamenti, ruoli e stili di vita responsabili. Queste politiche non sono rivolte al solo obiettivo redistributivo della ricchezza, ma sono funzionali a sostenere la crescita dell’economia, riducendo il bisogno e alimentando la qualità del capitale relazionale e sociale. Gli Obiettivi Strategici La Giunta provinciale ritiene dunque strategico proseguire lungo il tracciato delineato nel corso della passata legislatura e, tramite il Libro Bianco, approvato il 10 luglio 2009, traccia le linee di azione della propria politica familiare per la durata della presente legislatura. I temi forti, che caratterizzano gli obiettivi strategici individuati nel Libro Bianco, trovano una loro strutturazione in questa legge e riguardano: 1. La sperimentazione sul proprio territorio di politiche strutturali a sostegno della famiglia, capaci di incidere significativamente nel lungo periodo sul benessere familiare, attuando in parallelo significativi processi di valutazione dell’impatto delle politiche familiari; 2. Il sostegno della natalità e dell’occupazione femminile, favorendo fortemente le famiglie con figli attraverso una politica orientata alla “presa in carico della fascia 0-3 anni”; 3. La tutela delle famiglie numerose, garantendo per le tariffe provinciali la gratuità dal terzo figlio in poi e investendo sulla filiera dei servizi che consentano di aumentare i tassi di occupazione femminile; 4. Lo sviluppo e l’attuazione di una forte politica promozionale, e non assistenziale, a favore della famiglia, individuando ed attuando interventi strutturali che consentano alle famiglie di pianificare il proprio progetto di vita con maggior sicurezza e serenità; 5. Il coinvolgimento e l’inclusione, secondo le logiche dell’accountability, degli attori familiari, promuovendo la sussidiarietà e valorizzando le associazioni familiari nelle fasi della pianificazione, della gestione e della valutazione delle politiche attuate; 6. Lo sviluppo del Trentino quale laboratorio sulle politiche familiari, ovvero il Trentino come territorio che sperimenta politiche strutturali, che innova i modelli gestionali, i modelli organizzativi, i sistemi tariffari, le modalità di coinvolgimento degli attori locali e delle famiglie, che valorizza la sussidiarietà e che attua, infine, la valutazione delle proprie politiche. Ciò per permettere alle famiglie di progettare il proprio futuro sul medio-lungo periodo; 7. Il rafforzamento, la sperimentazione e la ricerca di politiche di conciliazione tra gli impegni professionali e quelli familiari, tramite azioni di raccordo dei tempi sociali, interventi di coordinamento dei servizi di interesse pubblico e di organizzazione dell’offerta dei servizi in base agli orari. Ciò sulla base di percorsi innovativi “time saving”, sfruttando anche le grandi potenzialità offerte dalle tecnologie informatiche e telematiche dell’Ict (Information and Communication Technology); 8. Il sostegno dell’integrazione delle politiche provinciali e di tutti gli attori territoriali secondo una logica distrettuale, per sostenere il benessere della famiglia adottando piani operativi trasversali agli ambiti di competenza di tutti gli assessorati e connessi con le politiche comunali; 9. Lo sviluppo del Trentino “Distretto famiglia” al fine di accrescere, tramite una forte politica ed un forte sistema dei servizi orientati alla famiglia, l’attrattività territoriale e di sostenere lo sviluppo locale, coinvolgendo su queste tematiche tutte le organizzazioni che costituiscono e rappresentano il “sistema provincia”; 10. La realizzazione e la sperimentazione sul territorio di un sistema di norme orientato alla “Certificazione territoriale familiare”, da promuovere e divulgare anche in ambito extra-locale. Le Politiche Strutturali La Provincia Autonoma di Trento intende attivare sul proprio territorio politiche strutturali a favore della famiglia, ovvero orientate a garantire il sostegno delle condizioni di “agio” delle famiglie, oltre che garantire loro una capacità di progettazione di medio-lungo periodo e non, come purtroppo spesso oggi accade, di brevissimo periodo. Le relazioni di famiglia, di vicinato, di amicizia o parentela, formano delle reti fondamentali e formidabili per cementare e costruire una società viva. Il sentimento di appartenenza all’ambiente incentiva, infatti, comportamenti di protezione, che si rafforzano in proporzione al grado di appartenenza dei cittadini e delle famiglie al territorio. Politiche strutturali a sostegno della famiglia richiedono perciò l’attivazione di politiche strategiche e sinergiche nei settori della scuola, della sicurezza, della salute e del sociale, coinvolgendo su questi temi competenze istituzionali e non, che operano sulla condizione dell’agio familiare. L’obiettivo principale che si intende perseguire, grazie ad un forte coinvolgimento di tutti gli assessorati e delle strutture organizzative di riferimento, è la realizzazione di una serie di iniziative. Talune già immediatamente attuabili in via amministrativa ed altre che saranno rese operative entro il corrente anno, grazie alle previsioni che saranno contenute in una specifica normativa sulle politiche familiari che la Giunta si impegna a presentare. L’ottica di riferimento è quella di perseguire una politica di valorizzazione e di sostegno delle diverse funzioni (educativa, sociale, riproduttiva, economica) che la famiglia assolve nella società, nell’ambito di una strategia complessiva capace di innovare realmente le politiche per la famiglia e di creare i presupposti per un territorio sensibile verso tali tematiche e lungimirante. La proposta di legge sostanzia concretamente il principio di sussidiarietà ed individua precisamente un ruolo importante per l’associazionismo familiare. Gli istituti previsti responsabilizzano le aggregazioni familiari. Attraverso lo Sportello Famiglia, che si pone quale interfaccia tra il mondo istituzionale e quello dell’associazionismo familiare, sarà possibile effettuare attività di monitoraggio sull’efficacia delle politiche familiari attuate, nonché valutarne le ricadute sul tessuto sociale. Nell’ambito dei citati interventi quelli che assumono valenza strutturale, ovvero consentono di allungare la capacità di progettazione della vita familiare in un prospettiva di medio/lungo periodo e che di fatto producono delle certezze ed influiscono positivamente sulle aspettative delle famiglie, sono i seguenti: 1. Il reddito di garanzia, il quale favorendo l’emancipazione dallo stato di bisogno in cui una persona/famiglia può trovarsi in una determinata fase della propria vita, sostiene il diritto di cittadinanza attraverso l’elaborazione di un progetto di integrazione sociale e lavorativa pensato per tamponare situazioni di difficoltà contingente; 2. Gli alloggi a canone moderato, che garantiscono l’abitazione a quella fascia di popolazione che si colloca oggi a metà strada fra l’edilizia sociale e l’edilizia abitativa agevolata: tali persone non rientrano nei requisiti economici del primo caso, ma nel contempo non possono accedere, per le limitazioni economiche poste, al secondo; 3. La costituzione del diritto, per le famiglie con minori in età 0-3 anni, ad avere risposte rispetto al bisogno di conciliazione famiglia-lavoro, ciò al fine di garantire certezze rispetto alle domande di servizi espresse da tale fascia di famiglie e al contempo sostenere l’occupazione trentina in generale e quella femminile in particolare; 4. Le strategie sui tempi del territorio, per semplificare la vita delle persone/famiglie, ovviando a rigidità strutturali spesso ingiustificate, per introdurre politiche volte a conciliare bisogni contrapposti e a far guadagnare tempo alle famiglie; 5. Il Distretto famiglia, ovvero la creazione di una forte convergenza sul target famiglia di servizi privati e pubblici e di politiche provinciali e comunali, per sostenere il benessere delle famiglie e accrescere la sensibilità e la visione economica e culturale dei singoli territori. Descrizione Puntuale Dell’articolato Di seguito si descrivono i contenuti più rilevanti del presente disegno di legge, che reca norme sul “Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità” della Provincia Autonoma di Trento. Finalità La Provincia valorizza la natura ed il ruolo della famiglia e, in particolare della genitorialità, in attuazione dei principi stabiliti dagli articoli 2, 3, 29, 31 e 37 della Costituzione e promuove la natalità come valore da perseguire anche con strumenti di sostegno delle politiche familiari. Queste finalità sono perseguite mediante politiche familiari tese a prevenire le situazioni di disagio, ne promuovono il superamento e sostengono il benessere della famiglia e dei componenti il nucleo familiare. La legge persegue, inoltre, l’obiettivo di coordinare tutte le politiche settoriali della Provincia, per realizzare il sistema integrato delle politiche strutturali atte a sostenere e promuovere sul territorio il benessere familiare ed i progetti di vita familiare. In attuazione dei principi di sussidiarietà verticale e orizzontale, la legge promuove infine il coinvolgimento del terzo settore e dell’associazionismo familiare, con l’obiettivo di sostenere e tutelare la specificità della relazione familiare nel quadro più ampio dell’equilibrio del tessuto sociale e comunitario, favorendo la coesione sociale. La Provincia promuove con queste azioni la responsabilità sociale dei soggetti pubblici e privati, attiva processi di rendicontazione sociale, definendo specifici indicatori capaci di misurare il benessere della famiglia e quindi il progresso economico e sociale territoriale. Le politiche familiari concorrono poi, con le altre politiche, allo sviluppo economico del territorio, al rafforzamento della coesione e del capitale sociale e relazionale. Sistema Integrato Delle Politiche Familiari Le politiche familiari consistono nell’insieme degli interventi e dei servizi volti a favorire l’assolvimento delle responsabilità familiari, a sostenere la genitorialità, la maternità e la nascita. A rafforzare i legami familiari e i legami tra le famiglie, a creare reti di solidarietà locali, ad individuare precocemente le situazioni di disagio dei nuclei familiari, a coinvolgere attivamente le organizzazioni pubbliche e private secondo le logiche distrettuali, con l’obiettivo finale di rafforzare il benessere familiare territoriale, la coesione sociale, le dotazioni territoriali del capitale sociale e relazionale. A questo fine, la Provincia promuove l’adozione di politiche organiche ed intersettoriali, orientando i propri strumenti di programmazione, indirizzando l’esercizio delle proprie funzioni, adottando criteri tesi a garantire il coordinamento, l’integrazione e l’unitarietà delle proprie politiche. La Provincia, nell’attuazione degli interventi previsti da questa legge, promuove le logiche della partecipazione e del coinvolgimento di tutti gli attori pubblici e privati nei processi di pianificazione, organizzazione, gestione e valutazione degli interventi. Politiche Strutturali Le politiche familiari strutturali sono attuate mediante specifici interventi previsti da questa legge, attraverso il coordinamento, l’aggiornamento ed il potenziamento degli strumenti di intervento, previsti dalle politiche settoriali, che incidono sul benessere familiare. Le politiche strutturali di sostegno alla famiglia sono attuate, in particolare, mediante: a) interventi di sostegno dei progetti di vita delle famiglie; b) misure volte a coordinare i tempi del territorio e a favorire la conciliazione tra i tempi familiari ed i tempi di lavoro; c) interventi volti a realizzare il distretto famiglia tramite l’incremento qualitativo e quantitativo dei servizi resi dalle imprese alle famiglie con figli; e) il coinvolgimento dell’associazionismo familiare nell’erogazione dei servizi alle famiglie e nell’elaborazione delle politiche strutturali rivolte alle famiglie; f) la pianificazione degli interventi e dei servizi e l’attuazione di misure organizzative, di comunicazione e di semplificazione che favoriscono un più agevole accesso delle famiglie ai servizi. Interventi Di Sostegno Dei Progetti Di Vita Delle Famiglie La Provincia sostiene i progetti di vita dei nubendi, delle giovani coppie e delle famiglie con figli. Questo obiettivo è perseguito tramite la concessione delle agevolazioni previste dalla normativa provinciale in materia di edilizia abitativa agevolata e pubblica, con particolare riferimento al canone moderato, e attraverso la concessione delle provvidenze previste dalla normativa provinciale in materia di politiche sociali, con particolare riferimento agli interventi di sostegno economico indirizzati ai soggetti che lavorano o che siano comunque in grado di assumere, o riassumere, un ruolo lavorativo. I progetti di vita e le responsabilità familiari e genitoriali sono sostenute dalla Provincia con le azioni descritte di seguito. Sostegni economici per famiglie, nubendi e famiglie numerose. Per favorire l’assolvimento delle responsabilità familiari, sostenere la genitorialità, la maternità e la nascita, la formazione di nuove famiglie, nel rispetto dei singoli progetti di vita, la Provincia prevede: a) la concessione di prestiti consistenti in un´erogazione in denaro senza interessi a favore di nubendi e giovani coppie; b) la concessione di un contributo mensile, per il periodo di astensione facoltativa a favore delle madri e dei padri lavoratori e lavoratrici, sia dipendenti che autonomi; c) il sostegno delle famiglie numerose; d) la concessione di un unico assegno familiare in sostituzione delle agevolazioni economiche disciplinate dalle normative di settore tramite la riorganizzazione delle prestazioni e degli interventi erogati dalla Provincia; e) il sostegno a forme di garanzia per le famiglie per favorire la concessione di piccoli prestiti. Interventi in favore delle famiglie numerose. Le prestazioni rese nell’ambito del trasporto scolastico e dei servizi di mensa scolastica e la fruizione di orari di anticipo e posticipo nell’ambito dei servizi erogati dalla scuola dell’infanzia, sono resi a titolo gratuito nei confronti dei figli a carico dei nuclei familiari numerosi, a partire dal terzo figlio. Per le prestazioni sanitarie sono inoltre definite modalità puntuali per ridurre il ticket sanitari. Per famiglia numerosa si intende la famiglia costituita con almeno tre figli a carico. Ove tali servizi siano di competenza degli enti locali la deliberazione è assunta previa intesa con il Consiglio delle autonomie locali. La Provincia può inoltre concedere un contributo alle famiglie numerose per abbattere i costi connessi ai consumi idrici ed energetici, secondo criteri e modalità stabiliti con deliberazione della Giunta provinciale. Semplificazione amministrativa ed accessibilità dei servizi: l’assegno familiare. Le prestazioni e gli interventi erogati dalla Provincia a sostegno dei progetti di vita delle famiglie sono ispirate al principio della semplificazione amministrativa, del contenimento dei costi organizzativi e dell’accessibilità dei servizi. Il perseguimento dei fini stabiliti nel precedente comma si attua tramite: a) la concessione di un unico assegno familiare provinciale in sostituzione delle agevolazioni economiche in materia di trasporto alunni, di mense scolastiche, di anticipo e posticipo scolastico, dell’assegno previsto dall’art. 9 della proposta di legge, nonché di altre agevolazioni previste dalle normative di settore; b) la realizzazione dello sportello unico per il cittadino e la famiglia; c) il ricorso in forma diffusa all’utilizzo delle nuove tecnologie per la pianificazione, l’organizzazione, l’erogazione e la valutazione dei servizi e delle prestazioni. Fondo di garanzia a sostegno delle famiglie. Allo scopo di favorire l´accesso a crediti di piccole dimensioni da parte delle famiglie che vivono in condizioni di incertezza economica, la Provincia favorisce la prestazione di garanzie sostenendo l´assunzione dei rischi connessi alla concessione di finanziamenti alle famiglie medesime, promuove l’attuazione di iniziative di formazione sulla gestione del bilancio e dell’indebitamento familiare. Per questo fine la Giunta provinciale può assegnare finanziamenti da destinare alla costituzione e all´incremento di fondi rischio a determinati organismi accreditati sulla base di specifica convenzione. Misure Per Coordinare I Tempi Del Territorio E Favorire La Conciliazione Tra I Tempi Familiari E I Tempi Di Lavoro Diritti delle famiglie ad avere servizi di conciliazione per la prima infanzia in fascia 0-3 anni. La Provincia assume come obiettivo il completo soddisfacimento della domanda di conciliazione delle famiglie tra i tempi familiari ed i tempi di lavoro, con riguardo ai servizi per la prima infanzia nella fascia di età compresa tra 0-3 anni. Questo obiettivo è perseguito nel seguente modo: a) la diffusione territoriale, nel rispetto della pianificazione di settore, dei servizi socio educativi per la prima infanzia; b) la diffusione territoriale del servizio tagesmutter; c) l’utilizzo di buoni di servizio, anche utilizzando gli stanziamenti del Fondo Sociale Europeo, per l’acquisto di servizi per la prima infanzia erogati dalle organizzazioni accreditate; d) la diffusione dei progetti di imprenditorialità familiare tramite la promozione delle forme di auto-organizzazione di servizi da parte dell’associazionismo familiare. La Provincia assicura comunque a tutti i nuclei familiari - che non possono godere dei servizi socio educativi per la prima infanzia previsti nel precedente comma, con riguardo alla fascia di età 0/3 anni, in ragione della loro indisponibilità sul territorio - un sostegno economico mensile per usufruire di servizi di conciliazione alternativi. Coordinamento dei tempi del territorio. La Provincia promuove il coordinamento e l´amministrazione dei tempi e degli orari del territorio, al fine di sostenere i diritti di cittadinanza e le pari opportunità fra uomini e donne, e di favorire la qualità della vita attraverso la conciliazione dei tempi di lavoro, di relazione, di cura parentale, di formazione e del tempo per sé delle persone che risiedono sul territorio provinciale o lo utilizzano, anche temporaneamente. Questa azione è orientata ad assicurare: a) la mobilità sostenibile di persone e merci, finalizzata al miglioramento della viabilità e della qualità ambientale, anche attraverso l´utilizzo di forme di mobilità alternative all´uso dell´auto privata; b) l´accessibilità e la fruibilità temporale dei servizi pubblici e privati, in particolare dei servizi socio-sanitari, scolastici e culturali, promuovendo il coordinamento tra orari e localizzazione dei servizi e favorendo la pluralità di offerta; c) la riqualificazione degli spazi urbani per migliorare i circuiti di socialità, per favorire le attività ludico-ricreative e di mobilità che promuovono l’autonomia, lo sviluppo psico-fisico e cognitivo di bambini e ragazzi; e) il coordinamento degli orari dei servizi sul territorio con il sistema degli orari di lavoro dentro le imprese e gli enti, per favorire l´equilibrio tra le responsabilità familiari e professionali e una migliore ripartizione di tali responsabilità all´interno della famiglia; f) la fruizione degli spazi e delle strutture pubbliche per accrescere le opportunità di incontro e confronto delle famiglie e dell’associazionismo familiare e sostenere la coesione sociale e il capitale relazionale della comunità. Per queste finalità la Provincia coinvolge il sistema delle autonomie locali. Potenziamento degli strumenti di conciliazione dei tempi lavoro/famiglia. La Provincia promuove il potenziamento dei servizi che favoriscono la conciliazione dei tempi familiari e dei tempi lavoro, anche con riguardo alla domanda di tali servizi relativi alle fasce di età al di fuori della prima infanzia. Per queste finalità, la Provincia può anche erogare specifici buoni di servizio, eventualmente utilizzando gli stanziamenti del Fondo Sociale Europeo, per l’acquisto di servizi da soggetti accreditati. La Provincia promuove inoltre la rimozione di ostacoli di spazio e di tempo all’esercizio dell’attività lavorativa da parte di lavoratori domiciliati lontano dai maggiori centri residenziali, favorendo la costituzione di postazioni di telelavoro o di telecentri, al fine di consentire ai lavoratori medesimi di svolgere le proprie mansioni lavorative da postazioni più vicine alla famiglia. La Provincia, nel rispetto delle disposizioni statali in vigore, può determinare l’articolazione del calendario scolastico tenendo conto anche delle esigenze di conciliazione dei tempi familiari con i tempi di lavoro. Conciliazione famiglia e lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private. La Provincia favorisce l´adozione da parte di tutte le organizzazioni pubbliche e private di modalità di gestione delle risorse umane che consentano di realizzare con misure concrete la conciliazione dei tempi della vita lavorativa con i tempi della vita familiare. Le organizzazioni che adottano queste modalità gestionali rientrano nel cosiddetto “Distretto famiglia”. Servizi di prossimità per le organizzazioni. La Provincia promuove la conciliazione famiglia-lavoro favorendo l’erogazione, da parte delle imprese ai propri dipendenti, di servizi di prossimità a supporto dei loro impegni domestici o la predisposizione da parte delle medesime imprese di facilitazioni logistiche per l’acquisizione di tali servizi. Le organizzazioni che attuano queste azioni rientrano nel “Distretto famiglia”. A questo fine la Provincia promuove l’incontro tra domanda ed offerta di servizi di prossimità, sostenendo in via prioritaria le organizzazioni che rientrano nel “Distretto dell’economia solidale” di cui all’art. 5 della legge provinciale n. 13/2007. Banche del tempo. La Provincia promuove la costituzione delle “banche del tempo” quali forme di organizzazione poste in essere da soggetti senza scopo di lucro, mediante le quali persone disponibili offrono gratuitamente parte del proprio tempo, secondo logiche di scambio equo e solidale, per attività di cura, custodia, assistenza, ricreativa, sostegno scolastico ed altre attività. Le banche del tempo sono istituite, in particolare, per favorire lo scambio di servizi di vicinato, mettere a disposizioni competenze personali e professionali, facilitare l´utilizzo dei servizi, favorire l´estensione della solidarietà e creare relazioni. Impiego del tempo extrascolastico per giovani durante il periodo estivo. La Provincia riconosce il potenziale educativo e formativo delle attività lavorative che gli studenti in età lavorativa svolgono durante il periodo estivo, anche all’estero, e sostiene lo sviluppo delle attività lavorative estive quale strumento per: a) promuovere la formazione dei giovani; b) accrescere il benessere e lo sviluppo della persona; c) promuovere il benessere familiare; d) favorire la conciliazione famiglia-lavoro nel periodo estivo. Per queste finalità, la Provincia promuove l’incontro domanda/offerta di lavoro estivo dei giovani anche in obbligo scolastico. Trentino Distretto Per La Famiglia La Provincia favorisce la realizzazione di un “Distretto famiglia” inteso quale circuito economico a base locale, all’interno del quale attori diversi per ambiti di attività e finalità operano con l’obiettivo di promuovere e valorizzare la famiglia ed in particolare la famiglia con figli. Il “Distretto famiglia” consente: a) alle famiglie di esercitare con maggior consapevolezza le proprie funzioni fondamentali e di creare benessere familiare, coesione e capitale sociale; b) alle organizzazioni pubbliche e private di offrire servizi ed interventi qualitativamente aderenti alle esigenze ed alle aspettative delle famiglie, residenti ed ospiti, ed accrescere l’attrattività territoriale contribuendo allo sviluppo locale; c) di qualificare il territorio come laboratorio strategico all’interno del quale si sperimentano e si integrano le politiche pubbliche, si confrontano e si rilanciano le culture amministrative, si innovano i modelli organizzativi in una dimensione di incontro-confronto nell’ambito del contesto nazionale ed europeo. A questo fine è prevista l’istituzione di un registro dei soggetti, pubblici e privati, che aderiscono al “Distretto famiglia”, distinto per tipologie di attività ed ambiti di intervento, disciplinando anche gli standard familiari, i criteri, le modalità di accesso e le condizioni per l’iscrizione e per la cancellazione dal registro. La Provincia può concedere ai soggetti iscritti nell’elenco incrementi di agevolazioni previste per le singole tipologie di iniziative nell’ambito delle norme provinciali di settore. Per qualificare i servizi familiari dei soggetti aderenti al distretto la Giunta provinciale può disciplinare l’istituzione di uno o più marchi. Standard qualità familiare e carta dei servizi. Le organizzazioni pubbliche e private che intendono aderire al “Distretto famiglia” devono rispettare gli standard di qualità familiare dei servizi erogati o implementare i processi gestionali definiti dalla Provincia con propria deliberazione. Le organizzazioni pubbliche e private, che erogano servizi e prestazioni a favore della famiglia, adottano la Carta dei servizi famiglia, al fine di tutelare cittadini e famiglie, garantendo la trasparenza nell’erogazione dei servizi. La Carta dei servizi è esposta nei luoghi in cui avviene l’erogazione delle prestazioni e contiene quanto segue: l’impegno espresso dall’organizzazione; le caratteristiche delle prestazioni erogate; i prezzi e/o le tariffe della prestazione; le modalità e le procedure per la presentazione dei reclami ed ogni altro ulteriore elemento utile. Standard di qualità familiare infrastrutturali. La Provincia può subordinare la concessione di agevolazioni sugli interventi previsti dalle discipline di settore per la costruzione o l’ammodernamento delle opere realizzate, al rispetto di standard di qualità familiare delle infrastrutture, i quali consistono in requisiti infrastrutturali che consentano all’organizzazione di erogare servizi attenti alle esigenze dei nuclei familiari e alle famiglie di poter fruire del servizio offerto. Certificazione territoriale familiare. Si tratta di uno strumento al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni pubbliche e private che intendono adottare standard di qualità familiare. Obiettivo prioritario della certificazione è definire un processo che consenta di qualificarci come un “territorio amico della famiglia”, con lo scopo di contribuire alla realizzazione del sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità. Promozione Dell’associazionismo Familiare La Provincia valorizza e sostiene la solidarietà tra le famiglie, promuove l’associazionismo familiare e le organizzazioni del privato sociale per la gestione, pianificazione e valutazione delle politiche familiari. La Provincia promuove, inoltre, la rappresentatività dell’associazionismo familiare in organi consultivi che trattano tematiche attinenti alle politiche familiari e può concedere contributi per sostenere le associazioni di famiglie che perseguono, senza scopo di lucro, le finalità di questa legge. La Provincia sostiene il principio dell’auto-organizzazione delle famiglie e ne valorizza il ruolo attivo nella elaborazione di progetti specifici per l’integrazione dei servizi esistenti sul territorio. Rapporto, Strumenti Organizzativi E Finanziari Rapporto sullo stato di attuazione del sistema integrato delle politiche familiari. La Provincia approva con cadenza biennale il rapporto sullo stato di attuazione del sistema integrato delle politiche strutturali per il benessere familiare e per la natalità, che è lo strumento di rendicontazione provinciale sullo stato di attuazione delle politiche familiari. Il rapporto provinciale è predisposto dalla struttura provinciale competente ed è approvato dalla Giunta provinciale. La supervisione sull’assetto complessivo del sistema integrato delle politiche strutturali per il benessere familiare e la natalità, nonché sulle modalità di attuazione della presente legge, è svolta da un comitato tecnico-scientifico. Coordinamento delle politiche in favore della famiglia. La struttura competente in materia di politiche familiari ha funzioni consultive e propositive nei confronti della Giunta provinciale, con particolare riguardo alle proposte di deliberazione della Giunta provinciale suscettibili di incidere in modo significativo sulle politiche familiari della Provincia. La Giunta provinciale con provvedimento definisce le materie sulle quali le strutture competenti devono richiedere parere obbligatorio, che deve essere rilasciato entro 30 giorni dalla richiesta. Se il parere non viene rilasciato entro il predetto termine, il parere si intende acquisito per silenzio assenso. Sistema informativo delle politiche familiari. Per un´efficace attività di programmazione, progettazione, gestione, monitoraggio e valutazione degli interventi previsti dalla legge è istituito il sistema informativo delle politiche familiari. Il sistema informativo garantisce l’integrazione dei propri dati con quelli derivanti dal sistema informativo delle politiche sociali. Sportello unico per il cittadino e la famiglia. La Provincia promuove l’attivazione di uno sportello unico per il cittadino e la famiglia, per favorire l’informazione su tutti i servizi e sui diritti esistenti sul territorio provinciale e rendere accessibili i servizi ai cittadini e alle famiglie, aumentando l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa. Lo sportello unico è organizzato dalla Provincia, in collaborazione con altri enti e organismi pubblici o privati, anche valorizzando la collaborazione delle associazioni di famiglie e del terzo settore. L’attività e le funzioni dello sportello unico possono essere svolte dai punti di ascolto per il cittadino. Lo sportello assicura adeguate forme di raccordo con gli sportelli istituiti ai sensi dell’articolo 34 della legge provinciale n. 23 del 1992, nonché con i consultori familiari. Sistema integrato delle politiche per la promozione del benessere. Il sistema integrato delle politiche per la promozione del benessere delle famiglie e dei cittadini persegue l’obiettivo di rappresentare in forma unitaria l’insieme di tutte le politiche di prevenzione del disagio attivate dalla Provincia, al fine di rendere maggiormente efficaci ed efficienti gli interventi attuati sul territorio. Interventi attivati mediante: l´istituzione di una cabina di regia; la periodica mappatura in uno specifico rapporto di tutti gli interventi e di tutte le attività promosse dalla Provincia e dagli enti locali sul territorio; l´individuazione di specifici strumenti di coordinamento e di raccordo per orientare l’attività della Provincia e degli enti locali, evitando la sovrapposizione delle azioni e degli interventi. Attraverso inoltre: la realizzazione di specifici interventi da attuarsi attraverso il finanziamento di progetti di carattere provinciale e locale, l´attività di ricerca, di informazione e di formazione sulle tematiche concernenti le politiche di prevenzione al disagio finalizzate ad accrescere il benessere familiare. Utilizzo delle nuove tecnologie. La Provincia e gli enti locali promuovono, per le finalità previste dalla presente legge, l’utilizzo delle tecnologie informatiche e telematiche avanzate, per aumentare l’accessibilità a servizi e prestazioni per i cittadini e le famiglie. L’utilizzo delle tecnologie consente di rafforzare l’integrazione dei sistemi informativi e dei servizi tra le organizzazioni pubbliche e private, sostenendo la realizzazione del sistema integrato delle politiche strutturali per il benessere familiare e la natalità e migliorare la funzionalità dei servizi pubblici in termini di efficienza, efficacia e economicità. Carta famiglia. La Provincia istituisce la carta famiglia che attribuisce ai possessori il diritto all’applicazione di agevolazioni e riduzioni di costi e tariffe per la fornitura di beni e la fruizione di servizi, anche con riguardo a servizi erogati da soggetti pubblici e privati diversi dalla Provincia, previo accordo con gli stessi. La carta famiglia è una carta tecnologica che può consentire al titolare di acquisire automaticamente, in forma elettronica, gli assegni ed i benefici economici previsti dalla presente legge. La Provincia promuove la diffusione della carta famiglia tramite il coinvolgimento delle autonomie locali, delle organizzazioni pubbliche e private, del terzo settore e delle associazioni familiari. Formazione, ricerca e innovazione. La Provincia promuove la formazione sulle politiche familiari strutturali orientate al benessere e alla natalità, al fine di innalzare le competenze e la professionalità degli operatori istituzionali, economici, sociali, familiari e culturali che elaborano, implementano, gestiscono e valutano le politiche familiari e i relativi interventi. La Provincia si raccorda con gli osservatori socio-economici esistenti, nonché con gli altri istituti o organismi, anche di carattere internazionale, presenti sul territorio provinciale. Valutazione di impatto familiare. La Provincia introduce la valutazione di impatto familiare, al fine di orientare le strategie complessive di governo al sostegno della famiglia in considerazione della sua valenza sociale e economica, con particolare riguardo alla promozione della genitorialità e della natalità, in attuazione dei principi di equità sociale, sussidiarietà, adeguatezza e a sostegno della solidarietà familiare, con speciale riferimento alle famiglie in cui sono presenti persone con disabilità o in situazioni di disagio. La valutazione di impatto familiare costituisce strumento per indirizzare le politiche tributarie e tariffarie della Provincia previste in ogni settore, secondo criteri di differenziazione e proporzionalità in rapporto alla composizione del nucleo familiare e alla sua condizione economica. Con deliberazione della Giunta provinciale sono stabiliti i criteri e le modalità di attuazione di questo articolo e disciplinati gli obblighi di informazione della Giunta provinciale nei confronti del Consiglio provinciale, dei soggetti del terzo settore interessati e delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello provinciale. Strumenti di coordinamento organizzativo. La realizzazione del sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità è promossa utilizzando gli strumenti di raccordo e di coordinamento organizzativo previsti dalla normativa vigente e, in particolare, mediante: la stipulazione di intese istituzionali e di accordi di programma; il ricorso alle conferenze di servizi; la promozione di intese con il Consiglio delle autonomie locali; gli accordi volontari di area o di obiettivo e l´attivazione di tavoli di lavoro per individuare soluzioni condivise a problemi di organizzazione, di conciliazione dei tempi della società e di realizzazione dei programmi d´intervento. Fondo per la famiglia. Per potenziare gli interventi in materia di politiche familiari è istituito il fondo per la famiglia. Il fondo è destinato al finanziamento degli interventi previsti da questa legge, ad esclusione di quelli che la legge medesima prevede di attivare a valere su altre leggi di settore. La Giunta provinciale ripartisce le risorse del fondo, definendo la quota da destinare a ciascun intervento o a ciascuna integrazione, previste dalla legge, ferma restando la possibilità di costituire nell’ambito del fondo un accantonamento di riserva. È prevista inoltre l’autorizzazione alla Giunta provinciale ad integrare gli stanziamenti per la copertura delle spese previste dalle leggi provinciali. Disposizioni transitorie e finali. Le funzioni previste da questa legge che riguardano materie attribuite ai comuni ai sensi della legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3 sono trasferite con decreto del Presidente della Provincia. I tempi del trasferimento sono determinati tenendo conto anche della necessità di sperimentare gli interventi innovativi previsti da questa legge. A seguito del trasferimento delle competenze resta fermo l’esercizio della funzione di indirizzo e coordinamento. .  
   
 

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