Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 02 Febbraio 2010
 
   
  MINIEOLICO IN ITALIA: PRESENTE E FUTURO (INCROCIANDO LE DITA) DA UN ANNO L´INCENTIVAZIONE È ATTIVA ANCHE PER LE MINIPALE A VENTO E GLI OSTACOLI AL COLLEGAMENTO ALLA RETE ELETTRICA SONO STATI RIMOSSI. COME SI È MOSSO IL MERCATO, E QUALI SONO LE PROSPETTIVE ? SE NE PARLA ALLA QUARTA EDIZIONE DELLE GIORNATE DELLA MICROGENERAZIONE, IL 9 E 10 MARZO A MILANO.

 
   
  Milano, 2 febbraio 2010 - C´è una domanda fondamentale che attende una risposta sul minieolico in Italia, ossia sugli impianti di generazione elettrica alimentate dal vento con una potenza inferiore ai 200 Kw: esiste ? Nel senso, è una realtà economicamente e tecnicamente di qualche rilevanza? E’ una domanda di grande attualità, perché da circa un anno è in vigore anche per questa fonte rinnovabile un sistema di incentivazione simile a quello che ha fatto la fortuna del settore fotovoltaico. Il “conto energia per l´eolico”, impropriamente detto, prevede infatti l´erogazione di una tariffa onnicomprensiva (quindi comprendente incentivo e valore dell´energia ceduta) pari a 0,30 euro per Kw/h netto immesso in rete, per un periodo di quindici anni dal momento di entrata in funzione dell´impianto. Si tratta di un incentivo molto inferiore a quello del Conto Energia vero e proprio, il quale inoltre si aggiunge al costo di cessione dell´energia prodotta, e che ha determinato il successo del settore del fotovoltaico in Italia. La cosa non sarebbe catastrofica, anche perché il costo di un impianto eolico di piccole dimensioni è di molto inferiore rispetto a uno fotovoltaico della stessa potenza. Si parla infatti di un costo compreso tra 1400 e 2000 euro a Kw (per confronto, un impianto fotovoltaico varia da 6500 a 9000 euro al Kw) con una manutenzione annua di qualche decina di euro (convenzionalmente,si calcolano 40 euro a Kw per anno). Il minieolico ha anche il vantaggio di funzionare sia di giorno che di notte, quando c´è vento sufficiente. E´ quest´ultimo il punto dolente. Dove il vento è inferiore a 3 metri al secondo, un impianto eolico non riesce ad essere produttivo (per non parlare dell´economicità). Basta guardare una cartina del vento in Italia per capire subito dove conviene e dove no, come per esempio in buona parte della Pianura Padana. In molte regioni il vento medio è superiore a 5 metri al secondo (un esempio non usuale, l´intera costa ligure-tirrenica sino a pochi chilometri da Ostia), per cui ci sarebbero comunque possibilità per una ripetizione del boom del fotovoltaico. Per fare qualche numero, secondo l´offerta di alcuni fornitori leader, un impianto di 3 Kw completamente finanziato da un istituto di credito si ripaga totalmente in sette anni, lasciandone almeno altrettanti di profitto netto. E allora, la risposta alla domanda dell´inizio ? Desolante. Non esistono dati che disaggreghino dal totale dell´eolico la quota dei piccoli impianti sotto i 200 Kw. Inoltre, i dati anche dell´eolico senza distinzioni si fermano a metà del 2009. Comunque, nei sei mesi in cui la nuova incentivazione del minieolico era stata attiva, i nuovi impianti entrati in funzione sono stati …. 24. Alla stessa data esistevano 290 impianti allo stato di progetto, ma con una potenza media di 18 Mw, per cui al massimo i nuovi piccoli potranno essere al massimo un centinaio. In altre parole, nel primo anno di incentivi “certi”, nessun boom del minieolico. E per il futuro ? Forse qualcosa si muove. Un gigante come Enel. Si è entrato sul mercato da qualche mese, forte anche di convenzioni bancarie per il finanziamento al 100 per cento dell´impianto. L´impatto si vedrà forse a fine del 2010. Un grosso aiuto potrebbe venire da una revisione degli incentivi. Paradossalmente, il minieolico sembra soffrire del successo dell´eolico di grandi dimensioni. Le aziende produttrici non hanno grande interesse a fare pressioni per i piccoli impianti (sono già impegnate a difendere quelli grandi). D´altra parte, un´azione motu proprio del governo, sempre possibile, non è facilitata dal fatto che le aziende italiane attive nel settore sono poche, piccole e per la maggior parte importatrici di prodotti e tecnologie straniere (e per alzare un palo di 10 metri, sufficiente per impianti da 3 Kw, le risorse indotte mobilitate sono incomparabili a quelle galvanizzate da una foresta di pali da 80 metri. ). Insomma, il futuro del minieolico in Italia è in equilibrio. Si cercherà di farlo “cadere” dalla parte giusta alle Giornate della Microgenerazione, il 9 e 10 marzo a Milano, dove tutte le fonti della nuova energia verranno esaminate nella loro realtà tecnica ed economica, per i vantaggi che possono dare in casi reali, che non possono prescindere da tutti i fattori in gioco, come gli incentivi e le agevolazioni. In agenda infatti largo spazio viene dedicato proprio a queste componenti dell´equazione della convenienza energetica per l´utilizzatore finale. E´ un´impostazione che viene da quattro anni molto apprezzata dal pubblico e dalle aziende, che hanno anche quest´anno confermato il loro appoggio, come Astrim (Gold Sponsor), Ab Energy (Silver Sponsor), Edison e Turboden (Speech Sponsors). .  
   
 

<<BACK