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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Febbraio 2010
 
   
  SVILUPPO IMPRENDITORIA IN SARDEGNA: LA LETTERA DEL PRESIDENTE CAPPELLACCI ALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI

 
   
   Cagliari, 2 febbraio 2010 - "Vivere la giornata del 5 febbraio come opportunità imprescindibile per consolidare l’unità mai venuta meno tra Istituzioni, Sindacati, Imprese, società civile". E´ uno dei passaggi di una lettera aperta che il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha inviato alle organizzazioni sindacali a pochi giorni dallo sciopero generale nell´isola. Questo il testo della lettera. "La Democrazia è una conquista di libertà. La Storia, maestra di insegnamenti, ci ricorda come il “nostro tempo” è frutto di grandi sacrifici e tributi di vite umane, ma è anche la conseguenza positiva degli slanci eroici di uomini capaci di guardare lontano, verso orizzonti solo apparentemente irraggiungibili. La forza della nostra Democrazia sta nel senso di appartenenza di ciascuna donna e di ciascun uomo alla Repubblica e nel riconoscersi nella Costituzione italiana e, nel caso specifico della Sardegna, nello Statuto di autonomia speciale. Da questi due brevi concetti desidero partire per ragionare sullo sciopero generale di venerdì prossimo, organizzato dalle segreterie regionali dei Sindacati. La Regione, mai come oggi casa di tutti i Sardi, comprende e fa proprie le ragioni di questa grande mobilitazione delle forze sociali dell’Isola. Anche per tale motivo, ritengo sia utile vivere la giornata del 5 febbraio come opportunità imprescindibile per consolidare l’unità mai venuta meno tra Istituzioni, Sindacati, Imprese, società civile, intendendo con ciò chiunque abbia a cuore il futuro della nostra terra. Alle forze Sindacali, attraverso questa iniziativa, va riconosciuto sia l’impegno a tenere alta l’attenzione sui problemi economico e sociali della Sardegna, sia lo sforzo di sostenere la coesione dei lavoratori in un momento cruciale. Il posto di lavoro che c’è da salvaguardare, il posto di lavoro che manca da creare: questa è la priorità della Sardegna. Ne siamo tutti consapevoli. La Regione prende atto della richiesta di dialogo avanzata da Cgil, Cisl, Uil e di quanti altri aderiranno allo sciopero. Il 5 febbraio non deve perciò trasformarsi in giornata di contestazione fine a se stessa, ma va vissuto come mobilitazione propositiva dei Sardi per la Sardegna. Dobbiamo avere il coraggio e la lungimiranza di scorgere le opportunità che si profilano all’orizzonte e soprattutto servirà il contributo di ciascuno per raggiungere quegli obiettivi che oggi appaiono lontani. Si chiede alla Regione, alla sua Giunta, di ascoltare e di coinvolgere le forze sociali e sindacali nei processi di governo, condividendone il percorso. Se guardo indietro, ad analizzare l’operato dell’Esecutivo in questi primi mesi, scorgo una serie di interventi importanti che hanno registrato la presenza dell’Istituzione nel territorio: la partecipazione alla stesura del Piano Regionale di Sviluppo è stata ampia e diffusa, così come estesa è stata l’adesione di Comuni e Province alla realizzazione del Piano Casa. Oggi si chiede un impegno ancora maggiore, un dialogo ancora più serrato, forse occorre istituire un tavolo permanente tra Regione e forze economiche e sociali. Ci troviamo a fronteggiare una situazione che ha origine antiche, ciò è una responsabilità in più: la classe dirigente non può più procrastinare impegni e scelte per determinare la Sardegna di oggi e di domani. Ciascuno deve lavorare per la competenza del proprio ruolo e nel rispetto del ruolo altrui, soltanto così si potranno trasformare le criticità in opportunità e guardare con più serenità al futuro delle nostre famiglie. La Giunta sta lavorando su questa strada ed anche per questo motivo raccolgo l’invito dei Sindacati e delle forze economiche e sociali tutte, perché insieme si possa condividere un percorso costruttivo che ci consenta di programmare un’azione forte per superare la crisi occupazionale. La Regione è pronta a fare la sua parte: in prima persona desidero dare la mia ampia disponibilità a costituire il tavolo di confronto immediatamente dopo il 5 febbraio, non appena la Sardegna avrà fatto sentire la sua unica voce". .  
   
 

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