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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 03 Febbraio 2010 |
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RICERCA AIC : ALL’ESTERO 6 VOLTE SU 10 LA CUCINA ITALIANA E’ “TRADITA”
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L’opera ideata dall’Aic nasce anche dall’esigenza di contrastare con le armi della cultura il fenomeno della contraffazione alimentare che oggi si presenta sotto nuove e pericolose forme. Infatti, mentre i mercati internazionali sono sempre più invasi da falso parmigiano reggiano o grana padano, da altrettanto falsi prosciutti di Parma o di San Daniele, in un mercato che va dalle mozzarelle australiane ai Chianti californiani o cileni, sale alla ribalta una nuova forma di “tradimento” del Made in Italy alimentare: la contraffazione della ricetta originale. Da uno studio realizzato dall’Accademia Italiana della Cucina attraverso le oltre 80 delegazioni estere, da cinquant’anni impegnate nella lotta al falso alimentare, emerge come le ricette presentate nei ristoranti italiani all’Estero sono molto spesso ben diverse rispetto alle “originali” italiane. La ricerca lascia poco spazio al dubbio: nel 60% dei casi la cucina italiana, all’estero, è realizzata in modo non molto corretto o addirittura maldestro. E solo nel 40% dei casi risulta “ben interpretata”. Questo accade anche perché quasi la metà (47%) dei cuochi che operano nei ristoranti italiani all’estero non sono italiani (scopriamo che sono in maggioranza australiani e messicani) e solo una piccola parte (9%) di questi ha seguito scuole, stage o tirocini nel nostro Paese. La cucina proposta dai cuochi è quella tradizionale-classica-tipica (78%) – magari, come abbiamo visto, nella versione “tradita” - mentre nel 32% dei casi si tratta di cucina “fusion”, un ibrido tra tradizione e innovazione, e solo nel 10% dei casi si tratta di vera e propria cucina “innovativa”. . |
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