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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Febbraio 2010
 
   
  ANCHE L’UMBRIA NEL PROGETTO NAZIONALE “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”

 
   
   Perugia, 3 febbraio 2010 – Ci sarà anche l’Umbria nel progetto nazionale “Un percorso nell’affido” promosso dal ministero della Salute, del Lavoro e delle Politiche sociali per favorire e diffondere la pratica dell’affido familiare come risposta alle situazioni di temporanea difficoltà e per garantire ai bambini e ai ragazzi minori d’età il diritto di crescere in famiglia. L’adesione è stata decisa dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore politiche sociali. Il principio, affermato nella legge 183/1983 (integrata dalla legge 149/2001) parte dalle necessità di supportare situazioni di criticità dei nuclei familiari al fine di scongiurare l’allontanamento dei minori. L’affidamento, come breve parentesi di vita fuori dal nucleo familiare originale, punta ad assicurare al minore – spiegano dall’assessorato - un percorso di crescita sereno, nella garanzia non solo del mantenimento dell’educazione e dell’istruzione, ma anche dello sviluppo delle relazioni affettive e della conservazione, in tutti i modi possibili, dei legami con la famiglia d’origine. L’affido è perciò sempre orientato a perseguire il ritorno del minore nella sua famiglia, una volta che questa sarà pienamente recuperata alle capacità educative e di cura che le competono. Il progetto, che assegna alle Regioni un ruolo strategico nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, si sviluppa su tre direttrici: la prima, indirizzata alla costruzione di una mappa nazionale delle realtà operanti per l’affido (servizi, centri pubblici, servizi sociali territoriali, volontariato, ecc. ); la seconda, orientata ad organizzare ed attuare, a livello regionale e interregionale, un ampio interscambio di esperienze, metodologie e tecniche tra gli operatori per ottimizzare e qualificare gli interventi nel territorio nazionale; la terza, infine, ha la finalità dell’allestimento di una pubblicazione, che oltre a raccogliere le caratteristiche degli interventi realizzati, rappresenti un “protocollo” di riferimento, culturale ed operativo, in tutto il paese. Le varie fasi del progetto sono predisposte e coordinate da una “cabina di regia” presieduta dal ministero ed è costituita da rappresentati della presidenza del Consiglio (Dipartimento Politiche della famiglia), del Cnsa (Coordinamento Nazionale dei Servizi Affido), della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, dell’Upi (Unione Province Italiane) e del Centro nazionale di Documentazione, Analisi dell’infanzia e dell’adolescenza. La realizzazione operativa del progetto è stata affidata al Comune di Genova, mentre gli oneri relativi sono integralmente a carico del ministero della Salute, del Lavoro e delle Politiche sociali. .  
   
 

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