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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Febbraio 2010
 
   
  AL TEATRO CARCANO DI MILANO L’OPERETTA MY FAIR LADY

 
   
  Milano, 8 febbraio 2010 - Il più “operettistico” dei compositori di Broadway, Frederick Loewe, nasce giustamente a Vienna ed è figlio di un cantante d’operetta. Il suo più grande successo, di portata mondiale, è My fair lady, il musical più vicino all’operetta. È dunque naturale conseguenza che la Compagnia Corrado Abbati la proponga in un nuovo allestimento in esclusiva per l’Italia, su licenza delle Edizioni Tams-witmark (New York). Sognare, amare, cantare, danzare: ecco gli elementi distintivi che diventano linea guida di questa nuova edizione di My fair lady. Nella prefazione a Pigmalione, il testo da cui è tratta My fair lady, George Bernard Shaw la presenta come una commedia didattica sull’esistenza e l’importanza della fonetica. Pigmalione però è parola, My fair lady è musica ed allora l’attenzione, il baricentro di questo adattamento si sposta e si interessa non tanto ai conflitti dialettici bensì a quelli dei personaggi. Certo, si prende atto dell’esistenza della fonetica e della possibilità di far parlare una fioraia come una gran dama, ma per dimenticarsene ben presto e potersi così abbandonare alla “favola possibile” di Eliza, tifare per lei ed attendere il lieto fine. Il ritmo si fa allora più serrato, il dialogo brillante, ricco di aforismi e battute spiritose, i costumi ricchi, eleganti, raffinati, i movimenti corografici energici e corali, capaci di amplificare ora i momenti burleschi ora quelli romantici. E su tutto, la musica di Frederick Loewe, sentimentale e romantica, briosa e trascinante, sempre vitale. Corrado Abbati. Il professor Higgins, noto studioso di fonetica, dopo una serata all’opera, si imbatte nella giovane fioraia Eliza Doolittle ed è a tal punto colpito dai suoi modi rozzi e dal suo parlare sgraziato da scommettere con un suo collega e amico, il colonnello Pikering, che in sei mesi riuscirà a trasformarla in una raffinata signora degna dell’alta società. La giovane si trasferisce dunque a casa del professore, dove la governante la renderà presentabile con abiti nuovi e un bel bagno caldo. Il padre di Eliza, il gaudente Alfred, saputo dell’interesse del professore per la figlia, si presenta per sfruttare la situazione e scroccare qualche sterlina. Hanno inizio le laboriose lezioni per far perdere alla ragazza le terribili inflessioni dialettali. Dopo un primo tentativo di presentare Eliza in società, alle corse di Ascot, Higgins può finalmente considerare riuscita la sua opera quando Eliza ottiene unanime apprezzamento al gran ballo della regina di Transilvania. Per Higgins e il colonnello Pikering l’esperimento può così dirsi concluso e, ignorando la ragazza, si congratulano a vicenda. Eliza, si sente oltraggiata: arrabbiata e delusa abbandona la casa del professore e accetta la tenera comprensione del giovane aristocratico Freddy che si è innamorato di lei al ballo. Eliza vorrebbe tornare ad essere quella di prima, ma ormai ha una nuova personalità che le impedisce di tornare alla vecchia vita e, d’altra parte, è ormai profondamente innamorata del suo maestro. Accompagnata da Freddy, torna al mercato dei fiori a Covent Garden dove incontra il padre che, divenuto ricco grazie a Higgins, decide di sposarsi e di condurre una vita borghese. Higgins intanto, rimasto solo, si accorge dell’importanza di Eliza e confessa che non può vivere senza di lei. Eliza è ora giudice-arbitro del proprio destina: sceglierà il burbero Higgins o il tenero Freddy? .  
   
 

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