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Notiziario Marketpress di
Martedì 31 Ottobre 2006 |
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PROGETTO UE AVVIA I LAVORI PER LA CREAZIONE DELLA PIÙ GRANDE BANCA DATI DEL MONDO SULLA DISLESSIA
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Bruxelles, 31 ottobre 2006 - Un nuovo progetto finanziato dall´Unione europea mira a creare la più grande banca dati del mondo sulla dislessia. La dislessia è un comune disturbo dell´apprendimento che colpisce almeno il 5% dei bambini europei in età scolastica. La portata e l´entità del problema variano molto, ma le aree più problematiche sono la lettura, la scrittura, la sillabazione, la capacità di far di conto, l´organizzazione personale e la puntualità. Nei soggetti interessati da questa patologia, l´entità del disturbo può spaziare da lievi difficoltà di sillabazione a gravi problemi organizzativi fino all´analfabetismo totale. «La dislessia è un enorme problema sociale, che in Europa colpisce un bambino su cinque», afferma Franck Ramus del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (Cnrs). «Benché sia meno diffusa rispetto ad altre patologie, costituisce un grave svantaggio per chi ne soffre». Il Cnrs è una delle 13 organizzazioni partner di nove diversi paesi europei che aderiscono a Neurodys, un progetto finanziato nell´ambito della priorità «Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute» del Sesto programma quadro (6Pq). L´obiettivo è individuare i fattori biologici e ambientali che causano questa malattia. «Negli ultimi 30 anni la dislessia è stata oggetto di molti studi, soprattutto a livello cognitivo e cerebrale», ha dichiarato Ramus al Notiziario Cordis. Secondo gli studi neurologici, la dislessia è probabilmente causata da un´anomalia nel funzionamento dell´emisfero sinistro del cervello, che controlla il sistema lessicale; negli ultimi anni, invece, la ricerca cognitiva si è concentrata sempre più su problemi di consapevolezza fonologica, ossia sulla capacità di riconoscere i suoni all´interno delle parole. Sulla base di questa teoria, si è ipotizzato che tali problemi possano essere associati a una specifica area del cervello. Buona parte della ricerca, però, si è rivelata infruttuosa. «Il progetto Neurodys studierà la dislessia anche a livello cognitivo e cerebrale, ma si concentrerà principalmente sugli aspetti genetici», ha dichiarato Franck Ramus. «Sebbene siano stati condotti lavori preliminari sulla dislessia in campo genetico, solo nel 2003, con la mappatura del genoma umano, è stato possibile avviare veri e propri studi molecolari su questa patologia». Nello specifico, il progetto esaminerà la correlazione tra le regioni cerebrali attive di base e i geni portatori di rischio. Una delle sfide della realizzazione di uno studio genetico paneuropeo sulla dislessia è la necessità di disporre di una banca dati straordinariamente vasta. Obiettivo del progetto è raccogliere campioni, nell´arco di tre anni, da un numero complessivo di 4 000 bambini di diversi paesi europei in modo da permettere ai ricercatori di tenere conto delle specificità linguistiche e ambientali. Finora sono stati raccolti in tutto 2 000 campioni e si è iniziato a lavorare all´allestimento della banca dati. «Si tratterà della banca dati più grande del mondo», ha dichiarato Ramus, che nei mesi a venire spera di vederla crescere ulteriormente. «Alcuni gruppi di ricerca americani dimostrano sempre più interesse a unirsi a noi e a creare un progetto transatlantico sulla dislessia». Inserendo nuovi dati di diversi paesi a livello molecolare, cerebrale e comportamentale, i partner del progetto si propongono di comprendere meglio quali aspetti della dislessia sono universali e quali sono specifici di ogni lingua. Il progetto permetterà inoltre agli scienziati di creare una base solida ai fini di una diagnosi e di un trattamento più adeguati. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Neurodys. Com/ http://cordis. Europa. Eu/lifescihealth/home. Html . |
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