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Notiziario Marketpress di Martedì 31 Ottobre 2006
 
   
  GLI IMPOLLINATORI SONO ESSENZIALI PER UN TERZO DELLA PRODUZIONE GLOBALE DI COLTURE

 
   
  Da una nuova ricerca è emerso che un terzo della produzione globale di colture proviene da specie che dipendono dallŽazione di impollinatori quali api, uccelli e pipistrelli. LŽimpollinazione delle colture alimentari è ampiamente riconosciuta quale servizio chiave per lŽecosistema, ma fino a oggi non era ancora stata misurata lŽentità della nostra dipendenza dallŽimpollinazione animale su scala globale. Un gruppo internazionale di ricercatori ha svolto un esame esaustivo degli studi scientifici compiuti in 200 paesi su 115 delle principali colture globali. Lo studio, finanziato in parte dal Sesto programma quadro dellŽUnione, è stato pubblicato su «Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences». «In agricoltura esiste una frase ricorrente secondo cui uno su tre bocconi di cibo è stato prodotto grazie allŽimpollinazione», ha dichiarato Claire Kremen, docente dellŽUniversità della California, nonché uno degli autori dello studio. «Tuttavia, le origini di tale calcolo non erano chiare, pertanto ci siamo proposti di effettuare una stima più approfondita e riproducibile, esaminando lŽimpatto su scala globale». I ricercatori hanno scoperto che, delle 115 colture analizzate, 87 dipendono dallŽimpollinazione animale e 28 no. Delle 87 colture dipendenti dallŽimpollinazione, 13 si basano interamente sullŽimpollinazione animale, 30 mostrano una dipendenza elevata e 27 moderata. Per quanto riguarda i volumi di produzione, è emerso che il 60% della produzione globale proviene da colture che non si basano interamente sullŽimpollinazione animale. Si tratta principalmente di colture di base, quali frumento, granturco e riso. Il 35% della produzione globale di colture proviene da specie che dipendono dallŽimpollinazione animale, tra cui molti frutti che forniscono macronutrienti e micronutrienti essenziali per una dieta salutare. «Un ulteriore deterioramento dei servizi di impollinazione determinerebbe un enorme impoverimento della nostra alimentazione, dal punto di vista sia nutrizionale sia culturale», scrivono i ricercatori. La perdita di habitat e le pratiche agricole intensive stanno esercitando un impatto negativo sulle popolazioni di api da miele, in particolare quelle selvatiche. «Abbiamo sostituito i servizi di impollinazione precedentemente forniti da svariati gruppi di api selvatiche con le api da miele addomesticate», ha spiegato Claire Kremen. «Il problema è che se non proteggiamo gli impollinatori selvatici, non esiste unŽalternativa». In alcune parti del mondo la perdita di impollinatori naturali ha già condotto allŽattuazione di misure estreme da parte del settore agricolo, come ha spiegato lŽautrice principale dello studio, Alexandra-maria Klein dellŽUniversità di Gottinga. «I frutti della passione in Brasile vengono impollinati a mano da braccianti giornalieri molto costosi, in quanto gli impollinatori naturali, vale a dire le api legnaiole, sono quasi scomparsi a causa dellŽimpiego intensivo di insetticidi sui campi coltivati e della distruzione degli habitat naturali», ha osservato. Nel documento i ricercatori illustrano le pratiche di gestione del paesaggio che potrebbero contribuire a far aumentare il numero degli impollinatori, fra cui la messa a disposizione delle api di cibo e aree per nidificare, la crescita di erbacce e piante indigene nelle zone circostanti le colture e lŽabolizione dellŽimpiego di insetticidi ad ampio spettro, in particolare di quelli che possono contaminare il nettare e il polline. I ricercatori affermano che eventuali progetti agroambientali potrebbero contribuire ad alleviare lŽonere finanziario dellŽattuazione di queste misure. Tali fondi esistono sia in Europa sia negli Usa, e sono destinati agli agricoltori che applicano strategie di gestione per aumentare la biodiversità dei loro terreni. Gli scienziati auspicano inoltre unŽintensificazione delle ricerche sullŽimpollinazione delle colture, soprattutto sul ruolo dei non insetti, quali uccelli, pipistrelli e altri vertebrati. «Occorrono urgentemente maggiori ricerche sullŽimpollinazione delle colture, oltre a un miglior coordinamento degli sforzi di ricerca a livello comunitario e in varie aree di coltivazione, per sostenere la produzione delle diverse colture che alimentano lŽumanità», hanno concluso i ricercatori. Per maggiori informazioni sul progetto Alarm consultare: http://www. Alarmproject. Net/alarm/ Riviste della Royal Society: http://www. Journals. Royalsoc. Ac. Uk .  
   
 

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