Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Febbraio 2010
 
   
  LUCCHINI, PER LA REGIONE TOSCANA È QUESTIONE NAZIONALE PIOMBINO NON VALE MENO DI TERMINI IMERESE. IL 17 FEBBRAIO INCONTRO A ROMA

 
   
  Firenze, 11 febbraio 2010 - Il sito produttivo di Piombino va difeso e al Governo nazionale Regione ed Enti locali chiedono un´attenzione e un impegno pari almeno a quelli profusi per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, in Sicilia, o per l´Alitalia. Perché i destini del polo siderurgico della Lucchini sono una questione strategica non solo per la città di Piombino o la Val di Cornia, sottolineano dalla Presidenza della Giunta regionale, ma una questione dirimente per la regione tutta e l´Italia stessa. Si tratta del secondo polo siderurgico italiano, con una storia radicata alle spalle. E lo stabilimento di Piombino – 650 ettari di territorio occupato, 35-40 anni l´età media degli operai - conta da solo circa duemila dipendenti e almeno un altro migliaio in ditte che lavorano per lo stabilimento o nell´indotto. Più di quanti, appunto, ne siano occupati a Termini Imerese. Quel la vocazione va mantenuta, ripetono i sindacati. La questione è stata affrontata stamani a Firenze: prima con un incontro tra i vertici della Regione – erano presenti il presidente e gli assessori al lavoro e alle attività produttive -, il Comune di Piombino e la Provincia di Livorno. E poi un´ora più tardi, sempre nelle stesse stanze del Consiglio regionale, a Palazzo Panciatichi, con i sindacati e una delegazione dei lavoratori della Lucchini. Progetti di ampliamento, poi l´annuncio della vendita - Fino a poco tempo fa si parlava di sviluppo e di ampliamenti per lo stabilimento di Piombino. Poi all´improvviso Severstal, il gruppo russo del magnate Mordashov che detiene l´80 per cento delle azioni della Lucchini acquistate appena nel 2005, ha annunciato di voler mettere sul mercato l´intero suo pacchetto. Da subito. Senza spiegazioni. Colpa probabilmente anche della crisi, della stretta creditizia delle banche e di un mercato che si è fatto più asfittico. Il problema non è la vendita, commentano Regione e Enti locali; anche se, così inattesa, di fatto ha sconfessato e tradito gli impegni che l´azienda ha condiviso con il territorio negli ultimi anni. Il problema, aggiungono sempre Regione e enti locali, è la vendita al buio: senza trattative, senza che si intraveda ad oggi un possibile acquirente e senza capire quale disegno strategico si voglia perseguire. Intervenga il governo - La Regione farà la sua parte. Ma occorre che anche il Governo nazionale, sottolinea la Presidenza regionale, faccia sentire il suo peso ed entri in campo. E non può essere sufficiente un rinvio della questione o una sospensione della vendita: il problema va affrontato valutando le prospettive e gli scenari futuri, con una seria strategia nazionale per la siderurgia. Tre cessioni in pochi anni - Sindacati e lavoratori sono preoccupati. Si parla del possibile interesse da parte di alcuni fondi di investimenti: loro ribattono che è necessario un acquirente con una vocazione industriale, per il futuro dell´impianto e la città. Ma soprattutto non è possibile ricominciare tutto daccapo ogni quattro o cinque anni, come ha sottolineato un lavoratore della Rsu che ha raccontato di aver assistito già a tre passaggi di proprietà: prima da Iri a Lucchini, poi da Lucchini a Severstal e ora la nuova cessione. E´ la riprova, ha detto, che in Italia manca una seria politica industriale. L´incontro a Roma il 17 febbraio - Dal governo lavoratori e sindacati pretendono una parola chiara. E lo stesso auspica la Regione, che con questa attesa e con queste richieste parteciperà all´incontro già convocato per il 17 febbraio presso il Ministero delle attività produttive a Roma. .  
   
 

<<BACK