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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Febbraio 2010
 
   
  AL TEATRO CARCANO DI MILANO UN’ENERGICA RILETTURA DELLA LOCANDIERA DI GOLDONI

 
   
  Milano, 15 febbraio 2010 - L’enorme fortuna di questo testo, studiato nelle scuole e messo in scena da moltissime compagnie, rischia di rendere muti. Si può però raccontare il divertimento di una compagnia contemporanea, dedita alla sperimentazione, nel metterlo in scena, ritrovando le radici della più lucida commedia all’italiana dal ‘900, spiando, attraverso un Goldoni testimone oculare, i segreti dei comici dell’Arte, dei quali si sa poco o nulla. Si è cercato di uscire dalla strada comoda della corretta dizione italiana per avventurarsi nelle sporcature del dialetto, che hanno immediatamente reso più concrete le battute e più vive le situazioni. La scenografia è in gran parte evocata dalle luci, che trasformano un mutevole ma semplice tavolo in una locanda, una stireria, una sala d’attesa del crollo di un mondo e del suo modo di vivere, in un vento forte che distrugge e ridimensiona i sogni di libertà e felicità di tutti i personaggi. Ancora oggi, un’energica rilettura di questo testo ce ne fa comprendere la fortuna e la perplessità del pubblico che lo vide in scena la prima volta. Il suo meccanismo perfetto non dà alcuna soluzione, ma pone continue domande. Perché una donna non può realizzare il suo desiderio di autonomia fondandosi sulla sua capacità lavorativa e sull’indipendenza dei sentimenti? Sarà sempre guerra tra uomini e donne? E sono proprio tanto diversi tra loro? Quanto abbiamo perduto sacrificando una visione del mondo al femminile a favore di una al maschile? e tante altre … Con intelligenza, civetteria e determinazione, Mirandolina intesse una sottile trama di gesti che confortano grandi paure attraverso la soddisfazione di semplici bisogni quotidiani, nell’illusione di poter ricreare un ordine del mondo a partire dal luogo da lei animato e abitato, la locanda. E l’ostinata e lucida misoginia del Cavaliere è destinata a sgretolarsi per celebrare il trionfo di un’affascinante donna d’affari la cui grazia è freddo mestiere e che non riesce a salvare il suo sogno di libertà dalle necessità della reputazione e dell’interesse. Si respira la smisurata solitudine dei personaggi, non solo quella del Cavaliere ma anche del Marchese e del Conte, amici-nemici-rivali, pronti ad improvvisi e fatui cambi di alleanze, o quella di Fabrizio, la cui cieca abnegazione alla padrona avrà per premio un matrimonio senza amore. Da una parte il mondo sicuro del benessere, dall’altro quello rischioso dell’avventura fuori dai canoni, ma il viaggio è lo stesso, a bordo di una grande nave che scricchiola e sbanda sempre più, sia essa la storia o la vita. La locandiera ha debuttato il 12 gennaio 2010 al Teatro Gobetti di Torino. L’associazione Culturale Le Belle Bandiera nasce nel 1993 su progetto e direzione artistica di Elena Bucci e Marco Sgrosso che, dopo aver partecipato alla fondazione del Teatro di Leo, furono invitati da Leo de Berardinis a presentarvi il loro primo spettacolo autonomo, L’amore delle pietre. Oltre ad occuparsi di produzione e distribuzione teatrali, l’Associazione, che ha sede a Russi, Ravenna, cura percorsi di formazione teatrale e culturale. .  
   
 

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