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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Febbraio 2010
 
   
  "MILLE OCCHI SULLE CITTÀ", UN PROGETTO PER LA SICUREZZA

 
   
  Roma, 17 febbraio 2010 - La sicurezza dei cittadini è un bene comune, la cui tutela risulta rafforzata dall’azione sinergica di istituzione e cittadini; in questo quadro si inserisce il Protocollo d’intesa firmato l´11 febbraio 2010 dal ministro dell’interno Maroni con i rappresentanti dell´Anci, Associazione nazionale comuni d´Italia, e delle organizzazioni degli Istituti di vigilanza, che prevede la collaborazione tra Polizia, Carabinieri, Polizie locali e Istituti di vigilanza. “Mille occhi sulle città” che integreranno le forze dell´ordine nel controllo del territorio, svolgendo compiti di sicurezza complementare. Questi i punti principali dell’accordo: il Dipartimento della pubblica sicurezza, l’Anci, le Associazioni, e le Amministrazioni comunali favoriranno l’adozione, in ogni provincia, a partire dalla città capoluogo, di un programma di collaborazione informativa tra gli Istituti di vigilanza e gli organi di polizia; ai prefetti è demandato il compito di selezionare in ogni provincia gli Istituti di vigilanza privata che, su base volontaria, possono essere coinvolti nel progetto, in relazione alle dotazioni tecnologiche impiegate, al numero di guardie particolari giurate dipendenti ed ai servizi svolti sul territorio. I Prefetti, sentito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, stipulano le relative convenzioni, d’intesa con i Comuni per gli aspetti riguardanti la sicurezza urbana; i Questori indicano le modalità operative dell’attività di osservazione cui gli Istituti di vigilanza privata dovranno uniformarsi. Gli Istituti di vigilanza privata che sottoscrivono le convenzioni assicurano la tempestiva trasmissione di dati e notizie di interesse, anche sulla base di eventuali segnalazioni loro pervenute, utilizzando sistemi idonei ad assicurare la rapida e documentata comunicazione. La raccolta e la trasmissione di informazioni da parte delle guardie giurate rientra nello svolgimento dei servizi di “sicurezza complementare”, e non comporta l’esercizio di pubbliche funzioni, né può comportare costi ulteriori rispetto a quelli corrisposti dalla committenza all’Istituto di vigilanza privata per i servizi espletati, costituendo corollario della più generale attività di vigilanza. .  
   
 

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