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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Febbraio 2010
 
   
  CONGIUNTURA PIEMONTESE: LA PRODUZIONE INDUSTRIALE DEL IV TRIMESTRE 2009 DIMINUISCE DEL 6,0%, PORTANDO AL -15,4% LA VARIAZIONE COMPLESSIVA ANNUA L’INTENSITÀ DELLA CRISI SEMBRA DIMINUIRE: I MEZZI DI TRASPORTO E L’ALIMENTARE PROTAGONISTI DELLA RIPRESA

 
   
   Torino, 17 febbraio 2010 - La crisi che ha investito il comparto manifatturiero piemontese a fine 2008, spezzando la serie positiva di quasi tre anni iniziata negli ultimi mesi del 2005, ha assunto i connotati di una vera e propria recessione del sistema produttivo locale nel I trimestre del 2009, estendendo poi i suoi effetti anche al Ii e Iii trimestre, sebbene in leggera attenuazione rispetto ai primi mesi dell’anno. I dati relativi all’andamento del Iv trimestre non appaiono ancora positivi, sebbene gli indicatori lascino intravedere come la fase più critica sia ormai alle spalle. Nel periodo ottobre-dicembre 2009, la variazione tendenziale grezza (confrontata sullo stesso trimestre dell’anno precedente) è stata di -6,0 punti percentuale, risultato migliore rispetto a quello registrato a livello nazionale (-7,7%). Il dato del Iv trimestre porta al -15,4% la variazione complessiva annua della produzione industriale piemontese. La performance trimestrale del tessuto manifatturiero regionale si associa ai risultati incoraggianti concretizzati dagli altri indicatori congiunturali: sia gli ordinativi interni che quelli provenienti da oltre confine segnano, infatti, una crescita del 4,4% rispetto al Iii trimestre. Ancora in diminuzione, invece, il fatturato: le imprese manifatturiere piemontesi registrano una contrazione media del 9,5% rispetto al periodo ottobre-dicembre del 2008. Questi sono alcuni dei risultati emersi dalla 153ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio e febbraio 2010 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2009 e ha coinvolto 977 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 91. 586 addetti e un valore pari a 50,6 miliardi di euro di fatturato. "Il 2009 si è chiuso ancora con un dato negativo sulla produzione industriale piemontese. Un anno difficile che ci siamo finalmente lasciati alle spalle; le previsioni degli imprenditori sul primo semestre 2010 sono migliorate soprattutto per ciò che riguarda la domanda internazionale. Una ripresa che arriverà nel 2010, ma che sarà lenta e selettiva, e che premierà soprattutto le imprese che in questi ultimi due anni avranno continuato a investire, migliorare ed internazionalizzarsi” ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte. La flessione produttiva di 6 punti percentuale registrata dal tessuto manifatturiero locale trae origine da performance differenti concretizzate dai principali settori industriali. La produzione di metalli (-20,0%), la meccanica (10,7%) e l’elettricità-elettronica (-78,8%) manifestano flessioni di intensità superiore rispetto alla media regionale. In linea con il dato complessivo piemontesi, invece, i settori del legno (-6,7%) e della carta (-6,5%), mentre è lievemente inferiore la flessione produttiva della filiera tessile. Si registrano, poi, i primi segnali di ripresa per l’automotive (+6,4%) e per l’industria alimentare (+3,5%), che già nei trimestri precedenti aveva subìto cali produttivi di intensità inferiore rispetto agli altri settori. Per quanto riguarda l’automotive, filiera trainante dell’economia piemontese, la performance positiva di fine anno appare determinante per la ripresa dell’intero tessuto produttivo locale. Anche nel Iv trimestre 2009, la flessione produttiva del tessuto manifatturiero regionale trae origine dalle contrazioni registrate in tutte le realtà provinciali. Asti (-10,1%), Vercelli (-9,4%) e il Verbano Cusio Ossola (-9,3%) subiscono cali più consistenti rispetto al dato medio regionale. Torino registra una flessione del 7,3%, mentre subiscono contrazioni di entità minore Alessandria (-4,0%), Cuneo (-3,6%), Novara (-3,2%) e Biella (-3,1%). L’indice Della Produzione Industriale - A partire dal 2006, Unioncamere Piemonte, in conformità con la metodologia adottata dall’Istat, calcola un numero indice della produzione industriale piemontese con base anno 2000=100 al quale è stata applicata una correzione per giorni lavorativi e un procedimento standard di destagionalizzazione (con il software Tramo-seats). Nel Iv trimestre 2009, l’indice grezzo della produzione industriale con base anno 2000=100 è stato pari a 74,8, con una contrazione, come evidenziato in precedenza, del 6,0% rispetto al Iv trimestre 2008. L’indice della produzione corretto per giorni lavorativi (78,9) ha registrato, invece, una flessione del 6,3% (64 giorni lavorativi contro i 63 del Iv trimestre 2008), mentre l’indice della produzione destagionalizzato è stato pari a 74,8, in leggero aumento (+0,4 punti percentuale) rispetto al periodo luglio-settembre 2009. Le Prospettive Future - Si segnala un significativo miglioramento del clima delle aspettative degli operatori economici sia livello internazionale che locale. Già nel Iii trimestre 2009, gli imprenditori piemontesi intervistati avevano manifestato previsioni meno sfavorevoli rispetto a quelle delineate nei trimestri precedenti. Nel Iv trimestre dell’anno, sebbene il saldo tra ottimisti e pessimisti rimanga negativo per la maggioranza degli indicatori, si intravedono i segnali di un possibile cambiamento favorevole nel breve periodo. Il 27% degli imprenditori intervistati dichiara di aspettarsi, per il semestre gennaio-giugno 2010, una crescita della produzione industriale, mentre il 35% ne prospetta un’ulteriore flessione, generando un saldo di opinione negativo per 8 punti percentuale, contro i -23% registrati nella rilevazione del Iii trimestre 2009. Ancora sfavorevoli appaiono le previsioni relative alla domanda interna, che si incrementerà solo per 5 imprenditori su 100, mentre subirà una battuta d’arresto per il 29% degli intervistati, per un saldo negativo tra ottimisti e pessimisti pari a 24 punti percentuale. Aumenta, invece, il numero degli imprenditori che prevedono stabilità per gli ordinativi interni. Per quanto concerne gli ordinativi esteri, si registra un saldo positivo: 29 imprenditori su 100 ne prevedono, infatti, una crescita, contro il 27% che dichiara che diminuiranno. Il segno negativo domina le prospettive relative all’occupazione, dove il saldo di opinione si attesta al -24%, e anche i prezzi di vendita sono previsti in diminuzione, registrando una saldo ottimisti-pessimisti pari al 11%. .  
   
 

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