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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 17 Febbraio 2010 |
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FERMARE IL CONSUMO DI SUOLO AGRICOLO E RIQUALIFICARE IL TERRITORIO: LA PROVINCIA DI TORINO HA PRESENTATO LA BOZZA DEL P.T.C.
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“Il suolo, soprattutto quello agricolo, è una risorsa fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio: lo è dal punto di vista paesaggistico e turistico, ma soprattutto dal punto di vista ambientale. Dobbiamo fermare il consumo dei suoi agricoli ancora liberi e riqualificare le aree già utilizzate a fini produttivi”: lo ha affermato l’ 11 febbraio a Palazzo Cisterna il Presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, presentando agli studenti di architettura (i futuri esperti di urbanistica) la bozza del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento (P. T. C. P. ). “La qualità territoriale sarà sempre più un fattore di sviluppo. – ha sottolineato Saitta – Con il Piano Territoriale, che sarà esaminato in Consiglio Provinciale entro l’estate prossima, formuleremo norme alle quali i Comuni dovranno attenersi per redigere le Varianti ai loro Piani Regolatori. In un Paese in cui, purtroppo, gli oneri di urbanizzazione servono a finanziare la spesa corrente dei Comuni, il nostro Piano di Coordinamento segna una nuova impostazione culturale: non si blocca lo sviluppo edilizio, ma lo si indirizza verso il miglioramento della qualità degli insediamenti urbani (che avrà anche l’effetto di valorizzare gli immobili esistenti) e della qualità complessiva della vita”. Il P. T. C. P. Costituisce lo strumento di pianificazione a livello provinciale che delinea gli obiettivi e gli elementi fondamentali dell’assetto del territorio, in coerenza con gli indirizzi per lo sviluppo socio-economico e con riguardo alle prevalenti vocazioni, alle sue caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, paesaggistiche e ambientali. Il suo scopo è di orientare le scelte e mettere ordine nel territorio attraverso una proposta complessiva che riguarda la rete delle infrastrutture, il sistema ambientale e individua un sistema insediativo, fissando gli indirizzi per lo sviluppo dei centri urbani e delle aree produttive. A dieci anni dal primo Piano territoriale di coordinamento, la Provincia di Torino ha predisposto la sua revisione, predisponendo uno “schema di piano” (Ptcp2), che ha costituito un eccezionale momento di consultazione e confronto con il territorio sul tema delle politiche territoriali ed urbanistiche. La Provincia di Torino ha trasmesso ai 315 Comuni ed alle 12 Comunità Montane, oltre che alle Comunità Collinari, alle associazioni di categoria, alle forze economiche, alle associazioni ambientaliste e ai diversi soggetti portatori di interesse, lo Schema di Piano, il Rapporto preliminare al rapporto ambientale e i Quaderni di approfondimento. In seguito si sono svolti dieci incontri al fine di illustrare i contenuti del documento “Schema di Ptc2” e di raccogliere osservazioni e contributi. Hanno partecipato a tali incontri 262 rappresentanti di 170 amministrazioni comunali, oltre che la quasi totalità delle associazioni di categoria. “Processi dirigistici non concertati sono quasi sempre inefficaci ed improduttivi e il tema dello sviluppo, della sua sostenibilità ambientale, dell’assetto sociale, economico e territoriale deve essere partecipato e condiviso” spiega il Presidente Saitta. Dallo schema di piano si è quindi passati a redigere una sorta di “progetto esecutivo” del Piano stesso, che verrà inviato in questi giorni agli Enti territoriali coinvolti e che coinvolgendo oltre alle amministrazioni locali anche le categorie di professionisti interessati e gli studenti del Politecnico di Torino. Obiettivi E Linee Strategiche: La Terra Come Risorsa - Il Piano formula un indirizzo che va nella direzione di politiche anti-recessive, orientando interventi di riorganizzazione del territorio basati sul riuso (riqualificazione e riorganizzazione del sistema degli insediamenti produttivi e commerciali), limitando il consumo di suolo fertile ed agricolo, sviluppando tematiche quali l’energia ed il risparmio energetico, la sicurezza idrogeologica e la qualificazione ambientale. “L’elemento centrale delle politiche del territorio – sottolinea il Presidente Saitta – dovrà essere la corretta gestione della risorsa suolo”. Il documento della Provincia ripropone la massima attenzione alla salvaguardia dell’agricoltura di pianura, fino ad oggi costantemente minacciata dall’invadenza immobiliare, sia delle aree agricole di collina e di montagna. In un periodo storico caratterizzato da una sostanziale stasi demografica nella territorio provinciale e di contrazione delle attività industriali lo schema di piano territoriale di esprime l’esigenza di rigenerare le indicazioni urbanistiche comunali, abbandonando il processo di implementazione, valutato spesso solo per l’entità quantitativa di edificato e per gli introiti che apportano alla fiscalità locale. Le attività industriali - Anche per quanto concerne le attività industriali, occorre considerare l’enorme stock edilizio presente in gran parte ora inutilizzato; favorire il rafforzamento di aree forti, a vocazione industriale e manifatturiera perché le attività manifatturiere rappresentano una quota rilevante dell’intero sistema italiano, limitando il consumo del suolo e contrastando, dove possibile, i processi di disarmo di quei complessi insediativi industriali “storici” che presentano ancora condizioni di razionalità localizzativa e infrastrutturale nel territorio e una dignitosa configurazione insediativa e architettonica. Il contenimento del consumo di suolo - Per questo, una particolare attenzione è stata dedicata alla redazione delle norme tecniche di attuazione: da cui deriva l’efficacia del Piano Territoriale. L’obiettivo principale assunto fin dallo schema di Piano è stato il contenimento del consumo di suolo con un sistema di norme particolarmente innovativo nel panorama italiano che persegue la finalità del recupero e riutilizzo del patrimonio edilizio esistente e concretamente penalizza i Comuni che hanno consumato più suolo negli anni passati assumendo il principio che il suolo “libero”, definito in accordo con i Comuni, ha un alto valore ed è pertanto inedificabile. I trasporti - Per quanto riguarda i trasporti, il piano territoriale della Provincia sostiene il recupero del mezzo su ferro, che rappresenta anche la scelta prioritaria per il sistema del trasporto pubblico locale che nel territorio provinciale può avvalersi di linee storiche, in gran parte sotto utilizzate, esistenti su ben otto direttrici a raggiera da Torino (Chieri, Poirino, Carmagnola, Pinerolo, Susa, Ciriè – Lanzo, Rivarolo – Cuorgnè, Chivasso – Ivrea) con stazioni in 87 Comuni sui 315 dell’intera Provincia. A queste si aggiunge la estesa rete tranviaria della città di Torino e la prima linea della Metropolitana. La popolazione dei Comuni direttamente serviti dall’intera rete supera il 75% di quella della Provincia. Il Piano Territoriale attribuisce un ruolo centrale all’esercizio di interscambi auto-treno-metropolitana; i principali centri di interscambio, per poter costituire una modalità di viaggio concorrente ad atteggiamenti e consuetudini fortemente radicate, occorre siano dei centri intermodali attrattivi, dove si possano trovare opportunità di servizio e di funzioni terziarie e sovracomunali. Il documento allo studio della Provincia li propone come nodo del modello trasportistico auto-treno e li definisce centri servizi intercomunali per i Comuni fuori Torino. “Ma il cammino da compiere in questa direzione non appare breve – conclude il Presidente Saitta - per cui nel ribadire l’opzione di fondo della rete di mobilità su ferro, non possiamo non dare rilevanti e strutturali indicazioni per il miglioramento delle comunicazioni stradali, che restano fondamentalmente improntate alle relazioni da e per Torino, centro nodale di tutti gli spostamenti tra i centri periferici”. . |
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