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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Febbraio 2010
 
   
  UE: AZZARDO ONLINE, UN GIOCO PERICOLOSO

 
   
   Bruxelles, 22 febbraio 2010 - Slot-machine, videopoker, scommesse: non serve più uscire di casa per giocare d´azzardo. E in pochi click si possono perdere centinaia di euro. E´ lo Stato che regola il gioco online. Ma quando si tratta di operatori stranieri, come regolarsi? I deputati del Parlamento europeo chiedono un quadro di regole europee, che fino oggi non esiste. Ricordate la famosa ´Direttiva servizi´, detta anche Bolkestein? Si tratta del quadro europeo per l´apertura del mercato dei servizi all´interno dell´Ue - con qualche eccezione. Fra queste, il gioco d´azzardo online, che resta nelle mani dei singoli Stati. Il fenomeno, però, è sempre più diffuso in Europa, e tende a travalicare le frontiere. Azzardo: non è solo un mercato. I casinò online crescono con la crisi, per un business che vale più di 70 miliardi di euro l´anno: comprensibile che gli operatori vogliano espandersi sui mercati esteri. Ma diversi Stati europei hanno deciso di oscurare i siti d´azzardo stranieri, esercitando il loro potere di monopolio sul gioco. E´ chiaro che quello del gioco d´azzardo è un settore particolare, che non può obbedire soltanto alle regole del mercato. Gli Stati che hanno messo al bando i siti di gioco stranieri avanzano argomenti di varia natura, dal mancato rispetto delle regole nazionali, alla tutela dei giocatori, esposti alla dipendenza oltre che alle frodi, alla lotta al crimine e al riciclaggio, fino alla preoccupazione per le tasche dello Stato, che riscuotono le tasse su giochi e scommesse. Cosa dice l´Europa? A livello europeo il quadro è contraddittorio. Per questo il Parlamento chiede chiarezze e regole comuni. La Commissione europea ha infatti aperto 10 procedure d´infrazione contro gli Stati che hanno chiuso la porta ai casinò online stranieri, in nome della libertà di circolazione dei servizi in Europa. La Corte di Giustizia europea, però, gli ha dato torto: interpellata da una società di giochi di Gibilterra cui il Portogallo aveva negato l´entrata nel suo mercato, ha dato ragione a quest´ultimo, mettendo in guardia sulle conseguenze sociali negative del gioco d´azzardo e sul rischio frodi. Il Parlamento era già intervenuto in marzo 2009 con una risoluzione per chiedere un quadro di regole europee. Giovedì 11 febbraio è tornato all´attacco con un´interrogazione orale alla Commissione, insistendo sulla necessità di "un quadro normativo comune atto a gestire la crescente attività transfrontaliera". "Serve un quadro di regole comuni" - "E´ assolutamente ora che la Commissione proponga una strategia chiara" - ha esordito il presidente della Commissione Mercato interno del Parlamento, il tory Malcom Harbour - "Il gioco d´azzardo online può e deve essere regolamentato, nel pieno rispetto dei cittadini e del loro diritto a giocare su internet: non si può proibire in assoluto l´accesso di società straniere in un Paese Ue". Più dura la socialdemocratica tedesca Evelyne Gebhardt, ex-relatrice della Direttiva servizi: "La Commissione deve smetterla di usare uno strumento improprio come le procedure di infrazione, bisogna avanzare in un altro modo. Gli Stati non possono essere forzati ad aprire le frontiere se nel loro paese ci sono restrizioni forti al gioco online. La Commissione lo deve capire". Alle preoccupazioni dei partecipanti, ha risposto il neo-commissario al Mercato interno Michel Barnier, che ha promesso "un nuovo approccio" da parte della Commissione, accennando alla possibilità di applicare "strumenti diversi dalle procedure d´infrazione. L´ex-ministro francese ha spiegato che "è in corso una consultazione di tutti gli attori coinvolti, che potrebbe portare alla pubblicazione di un Libro Verde sul gioco d´azzardo entro quest´anno". Riconoscendo che il momento è propizio per "un´azione coordinata" a livello europeo, Barnier ha ricordato che i casinò online "non sono servizi come gli altri, e dobbiamo combattere contro il crimine trans-frontaliero, cosa possibile solo a livello europeo". L´iniziativa, quindi, è in mano alla Commissione. Nel frattempo i giocatori potranno continuare a scommettere online. Ma ognuno secondo le regole di casa sua. E voi, che cosa ne pensate? Tocca all´Europa intervenire nel merito, o i Governi devono avere la possibilità di decidere indipendentemente? Dite la vostra su Facebook, seguendo il link in basso. .  
   
 

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