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Notiziario Marketpress di Martedì 23 Febbraio 2010
 
   
  UN CONTRIBUTO PER L´ACQUISTO DI PARRUCCHE ALLE DONNE E ALLE BAMBINE PIEMONTESI SOTTOPOSTE A CHEMIOTERAPIA SARANNO CIRCA 2000 I SOGGETTI INTERESSATI DAL PROVVEDIMENTO

 
   
  Torino, 23 febbraio 2010 - Le bambine, le adolescenti e le donne piemontesi affette da alopecia dovuta a chemioterapia potranno usufruire di un contributo regionale per l’acquisto di una parrucca. Lo ha deciso nella seduta di ieri la Giunta, dando attuazione ai due principi cardine contenuti nel Piano socio sanitario 2007-2010, la centralità del paziente e l’umanizzazione delle cure. L’assessore alla tutela della salute e sanità ha sottolineato come la malattia rappresenti, spesso, indipendentemente dalla sua gravità, un’esperienza di vita in grado di modificare profondamente non soltanto il fisico, ma anche il carattere e lo spirito delle persone malate. Occorre, pertanto, garantire che le cure siano eccellenti sia per la qualità sanitaria sia per la loro capacità di rispettare l’umanità e l’integrità delle persone, garantendo il confort materiale e psicologico. Il Nomenclatore Tariffario – che a livello nazionale individua le protesi dirette al recupero funzionale e sociale dei soggetti affetti da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali dipendenti da qualunque causa – non comprende le parrucche. Da qui, la scelta di garantire un contributo per l’acquisto, anche a seguito delle numerose istante presentate dalle associazioni regionali di donne coinvolte nel percorso riabilitativo a seguito delle patologie oncologiche. Il provvedimento prevede un contributo annuale di 250 euro per circa 2000 donne, che sarà erogato dalle aziende sanitarie di residenza delle pazienti, a seguito della presentazione della ricevuta d’acquisto. Il numero di soggetti interessati corrisponde al numero di donne e di bambine che ogni anno si sottopongono a radioterapia in Piemonte. Le parrucche, così come affermato dall’assessore alla tutela della salute e sanità, contribuiscono in modo determinante a migliorare le condizioni di vita delle donne sottoposte a chemioterapia, anche da un punto di vista estetico e, quindi, psicologico e possono determinare un miglioramento dell’autonomia e della qualità della vita.  
   
 

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