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Notiziario Marketpress di
Lunedì 06 Novembre 2006 |
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MARTEDÌ 7 NOVEMBRE DEBUTTA IN PRIMA NAZIONALE, IL GIARDINO DEI CILIEGI, ALL’ELFO DI MILANO TESTO LEGGENDARIO CHE VEDE QUI IMPEGNATA LA COMPAGNIA DELL’ELFO AL COMPLETO, CON FERDINANDO BRUNI ALLA REGIA.
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Milano, 6 novembre 2006 - Lo spettacolo è prodotto in collaborazione con Amat, con il Teatro La Nuova Fenice e il Comune di Osimo dove è andato in scena in anteprima nel marzo scorso. Un’enorme tenuta che va alla malora, un frutteto che una volta all’anno, nel mese di maggio, si copre di fiori bianchi e diventa “giardino”, simbolo di rimpianti, speranze e sogni. Ogni anno il ciclo delle stagioni si compie, e ogni anno il giardino ritorna giovane, ricomincia la sua vita. A contemplare questo miracolo per l’ultima volta, riuniti nella grande casa dell’infanzia, i personaggi della commedia non possono che scorgere su di sé, ognuno nell’altro, i segni del tempo che passa, il miracolo che su di loro non si compie, l’approssimarsi di una resa dei conti col proprio destino. Così nell’arco di un’ultima estate, si compie una vicenda fatta di nulla, ma che attraverso il chiacchiericcio inconsistente che copre la disperazione, attraverso pause di silenzio da riempire subito di risate o di lacrime, lascia intrasentire “il ridacchiare del tempo, quel galoppo da padrone”, lascia intravedere la ferite della vita che se ne va “senza averla vissuta”. Il cast dello spettacolo impegna i nomi storici della compagnia, a partire da Ida Marinelli nel ruolo protagonista ed Elio De Capitani in quello di suo fratello Gaev, per continuare con Corinna Agustoni, Cristina Crippa e Luca Toracca. Accanto a loro quattro volti ormai di casa all’Elfo - Paolo Pierobon, Elena Russo Arman, Alessandro Genovesi e Fabiano Fantini - e i nomi nuovi della giovane Angelica Leo, di Alessandro Federico e Vittorio Attene. Dodici attori, sotto l’attenta regia di Ferdinando Bruni, mettono in gioco la coralità, la sensibilità e la maturità di un gruppo e delle sue singole personalità, nell’allestimento di questa commedia rarefatta, buffa e disperata che ha per protagonista il tempo e il suo trascorrere nella vita degli individui e del mondo.
E una significativa coincidenza anagrafica tra le biografie degli interpreti e quelle dei personaggi – una battuta di Gaev recita infatti: “Sorella mia, un tempo io e te dormivamo proprio in questa stanza e adesso ho già cinquantun anni. Che strano. ” – conferma che i tempi sono maturi perché gli “Elfi” affrontino questo testo. Il loro lavoro su Cechov ha, d’altronde, un precedente: nel 1986 con un lungo laboratorio si erano dedicati ad analizzare, smembrare e reinventare l’opera dell’autore russo per portare in scena l’universo dei suoi personaggi, attualizzati nello spettacolo Il Lago.
La regia di Ferdinando Bruni colloca i quattro atti del Giardino dei ciliegi in una specie di limbo, l’antica stanza dei bambini, che è simbolicamente punto di ritrovo per la famiglia di Ljuba, fra oggetti concreti, ma carichi di valenze evocative: la lavagna con l’alfabeto cirillico-europeo, i tabelloni illustrati per imparare il francese (la lingua dell’aristocrazia, la lingua dell’esilio), gli uccelli impagliati, prigionieri di una vita artificiale, oggetti che piano piano andranno sparendo, recidendo legami col passato, fragili e malati, lasciando spazio alla durezza impietosa del presente o alle utopie luminose del futuro. Www. Elfo. Org . |
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