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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Marzo 2010
 
   
  MELFI, CORSI DI FORMAZIONE PER VOLONTARI OSPEDALIERI

 
   
  Melvi, 1 marzo 2010 - Hanno avuto inizio a Melfi i corsi di formazione per nuovi “Aspiranti Volontari Ospedalieri”. Si tratta di un ciclo di otto lezioni tenute da esperti delle strutture ospedaliere: dallo psicologo al chirurgo fino al cappellano. L’ Avo, Associazione Volontari Ospedalieri, nata a Milano nel 1975 grazie a Ermino Longhini, primario dell’ospedale di Sesto San Giovanni, è ora diffusa su tutto il territorio nazionale con 246 associazioni che fanno capo alla Federavo e conta circa 27000 volontari presenti in 521 strutture di ricovero (ospedali, Rsa, case di riposo ed Hospice) con un volume complessivo di attività di oltre 3.500.000 ore di servizio annuo con modalità assolutamente gratuite. In Basilicata l’Associazione è presente a Lagonegro, Melfi, Potenza, Rionero e Venosa. La sede di Melfi, operativa già dal 1985 e riunita in federazione dal 1997, conta ben 25 volontari che sono quotidianamente operativi presso l’ospedale civile “San Giovanni di Dio”. “Il volontario ospedaliero ha un compito molto importante, - spiega Ferdinando Lagatta, Presidente della sezione Avo di Melfi - qualitativamente molto diverso da quello che svolgono le altre associazioni. Ha una funzione di prossimità rispetto all’ammalato instaurando rapporti empatici fondati sull’ascolto. Parlare con il degente è un’operazione di fondamentale importanza: gli ammalati e quindi tutte le persone in condizioni di fragilità fisica, morale e psicologica dovuta alla malattia hanno un particolare bisogno di aprirsi liberamente, di sfogarsi, una cosa che spesso non riescono a fare né con il medico né con i parenti”. Il volontario Avo cerca di alleviare le sofferenze e la solitudine degli ammalati offrendo loro le famose e indispensabili quattro “A”: Accoglienza, Amore, Assistenza e Ascolto. “Certo non siamo degli psicologi - sottolinea Lagatta - ma abbiamo una formazione che ci permette di capire l’ammalato e percepirne i bisogni. Prestiamo assistenza all’ora di cena e di pranzo. Abbiamo degli orari prestabiliti, in modo tale che la nostra presenza non diventi occasionale ma continua ed organizzata”. Alla base del servizio svolto dagli associati vi è una forte motivazione personale, una adeguata preparazione e l’assoluta gratuità delle prestazioni nel pieno rispetto del ruolo e delle competenze degli operatori sanitari. “E’ un volontariato difficile quello che richiede l’Avo, - conclude Lagatta - perché prevede qualità umane, competenze professionali e costanza nel tempo che non tutti riescono a garantire”.  
   
 

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