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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Marzo 2010
 
   
  UNICOM/ASSOCOMUNICAZIONE: STRONA RISPONDE A MASI

 
   
  Milano, 1 marzo 2010 - Trovo sorprendente l’esercizio di dietrologia che traspare dal comunicato di Assocomunicazione, nel quale ritrovo un’interpretazione piuttosto curiosa del mio pensiero, che è, e rimane, quello correttamente riportato, al di là della titolazione un po’ “forte”, nel pezzo di Vittorio Parazzoli. Sono infatti convinto che la creazione di un nuovo soggetto associativo - e non un’incorporazione di Unicom da parte di Assocomunicazione - sia un’operazione complessa che richiede tempi ben superiori a quelli auspicati da Masi. Costituire un soggetto unico, rappresentativo dell’intero comparto, muovendo da realtà diverse quali sono oggi le due associazioni in questione, comporta la definizione di regole e modalità operative condivise su una serie cospicua di questioni quali l’ammontare ed i criteri di attribuzione delle quote associative, le modalità di erogazione dei servizi (Unicom a differenza di Assocomunicazione li somministra tutti gratuitamente), l’organizzazione o meno della base associativa per aree di specializzazione, la definizione del modello di governance. Senza dimenticare alcuni nodi da sciogliere, come ad esempio l’appartenenza a due diverse Confederazioni nazionali (Confcommercio/confindustria). Infine bisogna provvedere ad una serie di importanti adempimenti obbligatori quali la definizione di un nuovo Statuto e di un Codice Deontologico, la convocazione di Assemblee Straordinarie per l’approvazione dell’operazione, l’eventuale messa in liquidazione delle attuali realtà associative, ecc.. Mi pare del tutto ragionevole sostenere, come ho dichiarato nella citata intervista, che questi passaggi implichino un impegno che molto difficilmente potrebbe essere assolto in pochi mesi. Non ho la reputazione di pessimista ad oltranza, mentre mi pare di poter dire che chi è convinto del contrario si dimostra eccessivamente ottimista. Ad ogni buon conto prendo atto della decisione assunta oggi dal Cd di Assocomunicazione, anche se mi auguro che questo orientamento possa essere oggetto di un ulteriore ripensamento, nell’interesse delle imprese di comunicazione e dell’intero comparto.  
   
 

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