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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Marzo 2010
 
   
  AL TEATRO DELL’ELFO FRANKENSTEIN OSSIA IL PROMETEO MODERNO LIBERAMENTE ISPIRATO AL LIBRO DI MARY SHELLEY

 
   
  Milano, 1 marzo 2010 - L’ultimo lavoro del drammaturgo e regista fiorentino Stefano Massini è una riscrittura del Frankenstein di Mary Shelley, prodotto dal Teatro Metastasio Stabile della Toscana di Federico Tiezzi. Il mito di Frankenstein è un colossale ingorgo di equivoci. Nell’immaginario collettivo Frankenstein è per tutti il nome della “mostruosa” Creatura, mentre nell’originale è il cognome dello scienziato creatore. E a tutto questo si sommi la portentosa quantità di deviazioni e confusioni narrative che si sono depositate sulla formidabile storia di Shelley dopo decenni di versioni cinematografiche, rivisitazioni, riscritture, caricature e parodie. Fedele invece al materiale originale, messa da parte l’icona horror e la ricerca gotica della paura a tutti i costi, Massini mette in primo piano la sconcertante umanità della Creatura, scaraventata nel mondo con un bagaglio di inestricabili domande. La sua dolorosa solitudine è la chiave del testo e illumina a posteriori perfino il tortuoso percorso del giovane Victor verso la creazione. In un gioco continuo di ribaltamenti e di rimandi, si scopre la tormentata continuità che lega la passione prometeica del ventiquattrenne Victor alla desolata diversità della sua Creatura, la cui rabbiosa protesta è la protesta dell’Uomo contro i limiti – di ogni tipo – che lo stringono. Dice l’autore: “Ho scritto la mia versione teatrale di Frankenstein con irrispettoso rispetto. Del testo originale mi sono sforzato di mantenere le atmosfere, i colori, la decadente freddezza dell’ultimo Settecento, optando però per una radicale rivoluzione di punto di vista: a tessere le trame della storia è stavolta la Creatura, il cui umanissimo viso impera sulla scena in un lungo primo piano, capace di evocare – come in un lucido atto d’accusa – perfino la nascita del suo stesso Creatore”. Nello spettacolo le tappe dell’esperimento di Victor prendono forma un indizio dopo l’altro e vanno a comporre un mosaico fitto di personaggi, che nello sguardo della Creatura assommano tutte le miserie della condizione umana. Sarà il racconto della Creatura, grande maschera dominante sulla scena attraverso la proiezione del volto di Sandro Lombardi, a far prendere vita ai personaggi di questo “Prometeo moderno”. Il Frankenstein di Stefano Massini si interroga sul labile confine che separa la scienza dal territorio inesplorato dell’oltre. Oltre la vita. Oltre il tempo circoscritto della mortalità fissata. Oltre il conto alla rovescia della clessidra rovesciata e implacabile. Dopo il successo di pubblico e i prestigiosi premi ricevuti in Italia, Massini sta ora raccogliendo consensi sempre maggiori anche nel resto d’Europa, dove i suoi testi vengono rappresentati con frequenza – di recente a Parigi il suo Donna non rieducabile, dedicato alla memoria di Anna Politkovskaia. Edito in Italia dalla Ubulibri, il teatro di Stefano Massini è tradotto e pubblicato in Francia, Portogallo, Germania, Repubblica Ceca. Sogneremo a lungo il volto radiografato e la voce profonda di un intenso e altro Sandro Lombardi che anima in effigie la Creatura, il corpo "rubato a infiniti altri" che racconta la storia del suo creatore Victor, scienziato cui deve il titolo, il Frankenstein scritto e diretto da Stefano Massini, prodotto dal Metastasio. Penetrante, il rovescio di senso dal libro della Shelley, con l´ansimare (da installazione video) d´un mistero della solitudine, mentre le umane vicende del "plasmatore" (Daniele Bonaiuti) sono un´odissea romanzata. Rodolfo di Giammarco, La Repubblica, 11 maggio 2009 Per Massini Frankestein è prima di tutto, almeno così ci è sembrato un “modello giovanilistico”. Un eroe solitario, novello Prometeo, che cerca con ossessiva determinazione di uscire dalle abitudini e dalle paludi di una confortante morale borghese, nel tentativo di cogliere un nuovo, esaltante segreto da strappare alla vita. (...) Non ha niente dello scienziato pazzo, del mad doctor fantascientifico, che lascia da parte ogni istanza robotica, ogni connotazione effettistica,ogni meccanicità artficiosa, per acquistare una sua vivacità sentimentale, romantica e illuministica, sperimentale e deterministica allo stesso tempo. Caratteri che si riflettono in una scrittura densa e generosa, ora piana ora concitata,ora diaristica ora filosofica (quest’ultima affidata alla voce esterna di Sandro Lombardi) e n una scena inclinata dalle belle soluzioni tecnich, tagliata da luci pittoriche e avvolta da suggestivi effetti ottici. Bravi gli interpreti. Gabriele Rizza, Il Tirreno www.Elfo.org    
   
 

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