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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Novembre 2006
 
   
  POLITICHE PER LA SALUTE - LISTE D´ATTESA: LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PRESENTA UN PIANO DI CONTENIMENTO DEI TEMPI PER VISITE SPECIALISTICHE E RICOVERI.

 
   
   Bologna, 7 novembre 2006 - Un piano regionale per la riduzione dei tempi di attesa delle visite specialistiche ambulatoriali e per i ricoveri nelle strutture sanitarie è stato presentato ieri alla Commissione "Politiche per la salute e politiche sociali", dall´assessore Giovanni Bissoni e dal direttore del settore Leonida Grisendi. Per attuare il piano, le Aziende sanitarie avranno a disposizione 10. 600. 000 euro, quota proveniente dalla parte del Fondo sanitario nazionale messa a disposizione delle Regioni per applicare la politica di contenimento dei tempi d´attesa prevista dall´intesa Stato-regioni dello scorso 28 marzo. Tale intesa prevede appunto la necessità dell´adozione da parte delle Regioni di piani legati al rispetto dei tempi di attesa predeterminati, in mancanza dei quali saranno ritenuti validi quelli indicati dal ministero della Salute. Le aree riguardate dai tempi di attesa sono sia quelle delle prestazioni ambulatoriali (cinque aree, per 54 prestazioni: oncologica, cardiovascolare, materno-infantile, geriatrica e l´area di visite specialistiche di grande impatto) che quelle delle prestazioni rivolte alle aree di ricovero, day hospital o altre forme di assistenza. La Giunta regionale fin dal 1998 ha disciplinato il tema dei tempi di attesa: con l´atto presentato si assumono come tempi massimi in Emilia-romagna 30 giorni per le visite specialistiche e 60 per le prestazioni strumentali. Da queste sono escluse le visite e le prestazioni richieste in via d´urgenza, che devono essere fornite immediatamente o entro 7 giorni per le urgenze differibili. La novità è rappresentata dal fatto che, qualora si profili la mancata osservanza dei tempi indicati, devono essere assunte dalle Aziende sanitarie del Servizio sanitario regionale decisioni legate all´incremento dell´offerta, al fine di rispettare i tempi indicati. Incremento che si realizza con la revisione del piano dell´offerta delle prestazioni, e quando occorra anche col ricorso ad attività svolte in libera professione ed un incremento dell´offerta attraverso le strutture private. Per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali, si consolida il confronto con la distinzione tra prime visite e visite di controllo: la suddivisione darà meglio il quadro dei tempi di attesa reali. Sulle prestazioni da ricovero, per ciascun´area sono descritti i tempi di attesa indicati come massimi, in mancanza del rispetto dei quali sono richiesti interventi correttivi al fine di rientrare rapidamente nei tempi definiti. Ad esempio, per le prestazioni in regime di ricovero di carattere oncologico è previsto il 100% di soddisfacimento della domanda nell´arco di 30 giorni, e per le prestazioni di area cardiovascolare il 90% della richiesta entro 60 giorni. Vari tempi sono indicati per le protesi d´anca, per le cataratte e per altre prestazioni che sono singolarmente individuate. Sostanzialmente per queste branche di attività è indicato il soddisfacimento del 90% della richiesta entro 180 giorni e del 50% entro 90 giorni. "Il governo delle liste d´attesa - ha commentato l´assessore regionale Giovanni Bissoni - è cosa complicatissima: noi abbiamo lavorato in questi anni per rendere più trasparente l´accesso, per rendere esigibili le urgenze differibili e non differibili, quelle che incidono sul reale stato di salute di un paziente. E siamo passati da 45 milioni di prestazioni specialistiche a oltre 60 milioni nel corso del 2005: assieme alla Lombardia siamo la regione italiana che pro capite dà più specialistica ai propri cittadini. Il nostro problema principale è oggi quello dell´appropriatezza della prestazione, piuttosto che una carenza di offerta di servizi". Nell´atto, è inoltre espressa la volontà di giungere in tempi rapidi alla realizzazione di una rete regionale dei Cup, con la la creazione di strutture di area vasta, che consentano la gestione dei tempi ma anche di avere un quadro complessivo per interventi correttivi. .  
   
 

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