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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Marzo 2010
 
   
  RICERCA EVIDENZIA LA CARENZA DI PROCEDURE DI EMERGENZA NEGLI STADI

 
   
  Bruxelles, 8 marzo 2010 - Gli eventi sportivi più importanti sono caratterizzati da una tensione e una suspense tali da poter purtroppo causare, negli spettatori più vulnerabili, un attacco di cuore. A questo si aggiunga il fatto che in molti degli impianti che ospitano eventi di questo genere non ci sono procedure né dispositivi adatti a salvare la vita di coloro che sono colpiti da infarto del miocardio, queste le conclusioni di una recente ricerca. I risultati dello studio sono stati pubblicati nella rivista European Heart Journal. I ricercatori, provenienti da Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia e Regno Unito hanno studiato 187 impianti sportivi, disseminati in 10 paesi europei, utilizzati da 190 tra le migliori squadre di calcio nella stagione 2005/2006. I ricercatori hanno somministrato un questionario composto da 12 punti nel quale, tra le altre informazioni, è stato chiesto il numero medio di spettatori che ospita la struttura in un´intera stagione, la disponibilità di defibrillatori semiautomatici esterni (Dae, automated external defribillator), il numero del personale di primo soccorso presente e la distanza media, in termini di tempo e chilometri, dall´ospedale più vicino. La ricerca ha messo in luce che più del 25% degli stadi presi in considerazione non disponevano né di defibrillatori semiautomatici né di piano di intervento medico. È stato altrettanto preoccupante scoprire che alcune delle strutture prese in considerazione non hanno predisposto piani d´emergenza, avanzati o meno, per la rianimazione cardiopolmonare. I ricercatori hanno calcolato che nel periodo in cui è stato svolto lo studio ben 77 persone, tra gli spettatori, sono state colpite da infarto del miocardio. Nessuna vittima c´è invece stata tra i giocatori o tra gli addetti ai lavori. I ricercatori hanno stimato che l´infarto colpisce circa uno spettatore sui 589. È necessario rispondere adeguatamente a questo problema, hanno detto i ricercatori, aggiungendo che bisogna intervenire in modo tempestivo. "Il nostro studio dimostra che in molti di questi impianti sportivi manca la preparazione adeguata per intervenire in modo efficace nel caso in cui uno degli spettatori venisse colpito da infarto del miocardio", ha spiegato il professor Mats Borjesson dell´Accademia Sahlgrenska dell´Università di Göteborg (Svezia). "Siamo convinti che siano necessarie al più presto delle raccomandazioni ufficiali volte a migliorare la sicurezza di spettatori e giocatori. Ai livelli sportivi più alti, queste raccomandazioni dovrebbero essere obbligatorie", ha aggiunto il Professor Borjesson, che è anche a capo della sezione di cardiologia della European Association of Cardiovascular Prevention and Rehabilitation (Eacpr). "Se si considera che nel nostro studio è stato preso in considerazione quello che è probabilmente lo scenario migliore - squadre che giocano al massimo livello cui non mancano certo le risorse economiche - è chiaro che l´inadeguatezza riscontrata è dovuta più alla mancanza di attenzione per le procedure di emergenza che non a eventuali difficoltà finanziarie. Al momento non vi è alcuna raccomandazione ufficiale sulle procedure cardiovascolari di emergenza negli impianti sportivi europei e sembra vi sia ancora una carenza di informazioni tra il personale non medico che lavora nel mondo dello sport. Sono necessarie formazione e raccomandazioni che vadano in questo senso. I ricercatori, medici presso le società calcistiche, hanno avviato lo studio dopo aver rilevato delle differenze sotto il profilo delle cure cardiovascolari d´emergenza previste nelle varie strutture sportive. I ricercatori hanno inoltre scoperto che, in Europa, a questo problema non sono ancora stati dedicati particolari studi. "Il nostro studio conferma che è necessario approntare procedure mediche d´emergenza per gli spettatori, e non solo per gli atleti, proprio perché potrebbero costituire il target primario dei piani di emergenza cardiovascolare in quanto sono più numerosi degli spettatori", ha affermato il Professor Borjesson. Hanno preso parte allo studio esperti del Wellness International Medical Centre (Regno Unito), del Centro per il cuore e il diabete della Nord-rhein Westafalia (Germania), del Real Madrid Football Club (Spain), dell´ospedale Diakonhjemmet (Norvegia) e l´Istituto di Medicina a Scienza dello Sport (Italia). Per maggiori informazioni, visitare: European Heart Journal: http://eurheartj.Oxfordjournals.org/ Sahlgrenska Academy: http://www.Sahlgrenska.gu.se  
   
 

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