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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Marzo 2010
 
   
  AL TEATRO CIAK DON GIOVANNI DI W. A. MOZART

 
   
  Milano, 8 marzo 2010 - Quarto e ultimo appuntamento della stagione operistica Teatro dell’Opera di Milano al Teatro Ciak Webank.it. E’ il turno di “Don Giovanni”, opera di W. A. Mozart nell’ideazione scenica e regia di Mario Riccardo Migliara. Dalle note di regia: “Un ladro di sentimenti, un gentiluomo abile ed elegante frequentatore di labirinti dell’inconscio, un marionettista di rara bravura che diventa anch’esso marionetta di qualcosa di più grande. Un palcoscenico che si smonta in quadri come in un sogno dove i simboli sono premonitori di una storia. I colori dei sogni, ogni ambiente è un colore, un’ emozione espressa in un pigmento, un viaggio tra colori. Concepire una regia significa anche farsi portatore di memoria di precedenti letture quasi fossero condizioni di dialogo con il pubblico che il pubblico stesso ha assimilato e fatto proprie in una memoria collettiva destinata al futuro. Il mito si rilegge e si plasma in forme nuove con il beneficio di inasprirsi o edulcorarsi e la lettura registica copre uno spazio tempo che si riveste di premonizione miscelata ad una semiologia quotidiana. Questa prefazione serve a riconsiderare un Don Giovanni in una chiave di lettura che non prescinda dal suo ambito mitologico ma che la rilegga, enfatizzando il mito nelle sue forme piu attuali. Don Giovanni è un cavaliere abile, manipolatore di coscienze, un uomo che esprime una contemporanea avidità nei confronti della vita e un apparente disdegno verso l’occulto, naturalmente quello piu profondo. E tutto questo è attuale, attualissimo. Il viaggio dell’ultima giornata di Don Giovanni prevede una serie di frapposizioni che lo mettono di fronte alla sua bulimia sensoriale. Don Giovanni viene considerata non a caso l’opera perfetta, dove anche i sottotesti propri della musica sono simmetrici allo sviluppo drammaturgico e alle conseguenze. Primo punto, l’eleganza delle sue azioni e la disinvoltura con cui esce da tutte le situazioni, lo rendono ancor più mito e imperscrutabile. Questo primo aspetto viene reso da un movimento di scena flessuoso e una stilizzazione da belle époque o da disegno di Ertè. L’altro aspetto è un’ultima giornata a sua disposizione e tutti i segni di una fine del gioco, una fine non considerata con la sufficiente razionalità. Leporello è parte integrante di questo gioco alla marionetta che ha a sua volta in mano un’ ulteriore marionetta in gioco di teatro senza fine. Il terzo è quello onirico del gioco della seduzione e del mondo che solo in un sogno può avvenire. A questo ho associato i colori con tutte le loro valenze. Ogni colore è un sogno e uno stato d’animo e un ambiente, forse una sconfitta, forse una vittoria, di sicuro un’ emozione che termine con il blu, portatore di pace, ma anche di assenza. Per finire, l’ultimo è quello del mondo inconscio dove i segni e i simboli non si rendono leggibili ma costuiscono un mondo a se stante. Questo punto si sviluppa in un mondo fatto di strutture sceniche lineari, posizioni simboliche e impietose pose fotografiche. Una tetragonia di temi e di sviluppi che mostri tutto il meraviglioso misticismo pagano che ho riscontrato in quest’opera.  
   
 

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