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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Marzo 2010
 
   
  INAUGURATA MOSTRA SU JACOPO BASSANO

 
   
  Venezia, 4 marzo 2010 - “E’ evidente che c’è stato un disegno unitario, una programmazione culturale, da parte della Regione, particolarmente accorta e lungimirante, se nel corso di poche settimane mi sono trovato ad inaugurare tre grandi mostre, legate tra loro da solide motivazioni sia storiche che artistiche e culturali. E ogni volta l’iniziativa in questione ha visto accanto alla Regione il convinto coinvolgimento dei Comuni: così a Castelfranco per Giorgione, così a Conegliano pochi giorni fa per Cima e così anche oggi a Bassano per il grandissimo Jacopo”. Lo ha detto il presidente della Regione inaugurando il 4 marzo a Bassano del Grappa (Vicenza) la mostra “Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio”. Il presidente ha aggiunto che “tutte e tre queste mostre sono il frutto di una politica culturale che si fa autorevole e credibile nel suo essere attenta a richieste o ad attese presenti e attive nelle diverse realtà locali, dove però l’interesse locale sa coniugarsi perfettamente con interessi più generali. Tutta qui l’enorme differenza che separa il locale dal localismo”. Parlando del “campanile” come “sorprendente realtà identitaria”, tipica del Veneto, il presidente ha sostenuto che “è dai nostri campanili che abbiamo saputo guardare e scoprire il resto del mondo, ponendoci in concorrenza alla pari con gli altri soggetti protagonisti della globalizzazione. Ma accanto al policentrismo dell’economia o se si vuole della politica delle istituzioni, impossibile non accorgersi di un policentrismo culturale che fa del Veneto qualcosa di unico al mondo. Ed ecco che Giorgione è Castelfranco, Cima è Conegliano, Jacopo è Bassano, Palladio è Vicenza, Tintoretto è Venezia, mentre il Veronese non è solo Verona, quando lo si ammira negli affreschi o nelle tele che rendono magnifici palazzi e ville del Veneto”. “In sintesi - ha detto il presidente - la nostra terra sul piano dell’arte rappresenta in realtà una grande nazione dell’arte, una nazione, il Veneto, che è stata grande perché ha saputo esprimere linguaggi artistici e valori estetici universali”. E tutto ciò fa di Jacopo Bassano il simbolo stesso del Veneto in quanto nazione di un’arte immortale. Parlando della “bottega d’arte” dei Bassano, di Jacopo e dei suoi eredi artistici, il presidente ha detto di vedere in essa “il prototipo, l’antenato di quel modello aziendale decentrato sul territorio, che ha fatto conoscere all’Italia e al mondo, nel corso degli ultimi decenni soprattutto, il Veneto dei primati, il Veneto delle eccellenze”. “E’ questa la lezione che Jacopo Bassano ci ha lasciato in eredità”, ha concluso aggiungendo che ”la Bassano di ieri e la Bassano di oggi, così come il Veneto di ieri e il Veneto di oggi rappresentano un modello cui l’Italia dovrebbe guardare per farlo proprio in ogni campo, dall’economia alla cultura o se si vuole all’economia della cultura, che dovrebbe essere l’unica, inesauribile, vera risorsa del nostro Paese”.  
   
 

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