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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Marzo 2010
 
   
  DONNE E LAVORO, NON BASTANO LE BUONE LEGGI

 
   
  Trento, 9marzo 2010 - Donne e lavoro, è stato il binomio ieri al centro della tavola rotonda promossa dal comune di Arco, assessorato alla cultura e biblioteca civica “Bruno Emmert”, nell´ambito dell´articolato programma di iniziative pensate per la donna nel mese di marzo. Ad aprire i lavori, l’assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, affiancata da Eleonora Stenico, consigliera pari opportunità con il ruolo di moderatore. Con loro, l´assessore comunale Ruggero Morandi, Mariangela Franch pro rettore e docente dell´Università di Trento, Paola Maccani direttore del distretto di Trento dell´Azienda Sanitaria e l´onorevole Laura Froner, vicepresidente della 10° Commissione attività produttive, commercio e turismo. “Stiamo lavorando, come assessorato, su tre tematiche chiave – ha esordito Lia Giovanazzi Beltrami – la violenza di genere, il rapporto della donna con il lavoro, il ruolo della donna come cittadina attiva sia in politica che nell´associazionismo. Vogliamo raggiungere soluzioni precise, in particolare uno dei problemi su cui ci stiamo concentrando è superare una macchina burocratica sempre più complessa, a cui la donna che lavora, e che deve accudire bambini e anziani, deve rapportarsi. Altra criticità da tener presente è che l´abbandono del lavoro da parte della donna spesso è legato non solo alla maternità, ma alla necessità di accudire un anziano o un invalido in famiglia, questo è un dato che ci deve spingere alla riflessione”. Purtroppo chiamata ad altri compiti istituzionali (il funerale di Gianni Tononi, direttore sanitario della Croce Rossa Italiana, con cui l´amministrazione provinciale ha condiviso l´impegno in Abruzzo), l´assessore Lia Giovanazzi Beltrami ha salutato con calore il poco ma attento pubblico arcense, evidenziando l´attenzione sempre alta del comune di Arco, da otto anni impegnato a programmare iniziative di ampio raggio per le donne. Di estremo interesse l´intervento del pro rettore Mariangela Franch, dedicato simbolicamente a tutte le donne iraniane che stanno lottando per la libertà e per la pace. Partendo dall´assioma che le donne sono comunque sotto-rappresentate nel mondo del lavoro, la professoressa Franch ha però spiegato che, negli ultimi anni, qualcosa è cambiato. “In passato le donne entravano nel mercato del lavoro in un´età abbastanza giovane, con poche aspirazioni, un livello di istruzione più basso rispetto agli uomini e vedevano il lavoro come un´esperienza transitoria – ha commentato Mariangela Franch – Oggi invece le donne occupate, molte più di un tempo, iniziano ad un´età relativamente più avanzata, con un livello di istruzione più alto e con aspirazioni più elevate, per costruire attraverso il lavoro un percorso di crescita”. Nonostante questo in Italia, e in Trentino, il tasso di occupazione femminile è ancora sotto i livelli fissati nel 2005 dalla conferenza di Lisbona del 60% (58% la media nazionale, 57% quella del Trentino, a fronte di tassi che superano il 70% in Germania e Francia). Questo perché, nonostante ci siano delle politiche di supporto della maternità e del lavoro femminile, non ci sono politiche di conciliazione del tempo lavoro con il tempo famiglia. “La conferenza di Lisbona fissava per il 2010 una copertura pari al 33% di asili nidi, la media nazionale dell´Italia è ferma al 16%, il che vuol dire che dopo i congedi obbligatori le famiglie si trovano davanti un buco”. Un problema che poi si riflette nel campo della natalità, visto che l´Italia è il Paese, al mondo, con il più basso tasso di natalità “Negli ultimi vent´anni – sono state le conclusioni del pro rettore Franch – la componente femminile impegnata nel lavoro autonomo è rimasta invariata, pari a due donne su dieci, questo perché è nel dna delle donne cercare, nel momento in cui mettono al mondo i figli, un sistema di lavoro che permetta la conciliazione, quindi un lavoro subordinato. La maternità continua ad essere il principale motivo di abbandono del lavoro, è il fattore primario che determina lo scivolamento verso l´inattività o il sommerso e continua ad essere la principale fonte di discriminazione dei luoghi di lavoro. Infine, va sottolineato che l´occupazione temporanea è sempre superiore tra le donne in tutte le fasce di età ma, guarda caso, nella fascia di fertilità essa raddoppia”. Altrettanto efficace Paola Maccani, direttore del distretto sanitario di Trento, che ha illustrato la sicurezza e la tutela della salute delle donne nel contesto lavorativo. “La vita media delle donne, pari a 85 anni, è più lunga, esse vivono sei anni in più degli uomini, ma più facilmente affrontano la vecchiaia da sole e disabili. Sono oltre il 60%, infatti, le donne anziane disabili. Le principali cause di morte sono le malattie cardiovascolari, ma c´è poca prevenzione perché essa è affidata soprattutto agli uomini. Per fortuna si sta diffondendo la cosiddetta “medicina di genere” che permette di differenziare le malattie fra uomini e donne. Va, infine, evidenziato che gli infortuni negli ambienti di lavoro sono più bassi per le donne, circa il 26%, ancora minori sono i casi mortali perché gli ambienti più a rischio sono frequentati dagli uomini, anche se la maggior parte degli incidenti mortali sono quelli in itinere, mentre la donna si sta spostando fra casa e famiglia, indice ancora una volta della difficoltà di conciliare i due ambiti”. Desolante il quadro tratteggiato dall´onorevole Laura Froner: “L´italia è al 96esimo posto al mondo per la presenza delle donne nell´economia, e all´87esimo come occupazione, 12 posti indietro rispetto alla media europea. Non ci sono, al momento, misure concretamente efficienti per sostenere l´occupazione femminile, non c´è nemmeno una disponibilità di risorse adeguata, basti pensare che la somma messa a bilancio per il piano destinato all´inclusione femminile nel mondo del lavoro è di soli 4,1 milioni di euro, insufficienti per garantire alle donne il diritto al lavoro e il diritto a diventare madre”. Nel ruolo di moderatrice la consigliera Eleonora Stenico, che ha proposto una riflessione sull´origine della festa della donna (ovvero l´incendio di una fabbrica che nel 1908 causò la morte di 129 donne in sciopero), e ha ripercorso le numerose iniziative dell´amministrazione provinciale per sostenere l´occupazione femminile (attraverso leggi di sostegno per le aziende e moduli flessibili) e per tutelare la salute (l´ultima in ordine di tempo è la legge del 2008, che ha introdotto la necessità di considerare le differenze di genere fra uomini e donne, superando una concezione della salute circoscritta alla gravidanza). La giornata dedicata alle donne è proseguita alle 18, con l´inaugurazione della mostra «Le dee dentro» di Lucia Parma, fino al 14 marzo ad Arco, presso Palazzo Giuliani. Si tratta di un´esposizione di opere che spaziano dalla scultura alla pittura, dall’icona sacra al simbolismo, seguendo il tema della forza dell’archetipo della «Grande Dea». L´analisi di simboli e immagini legati profondamente alla natura, una natura sacra e trascendente, che decifra un pensiero mitologico intimamente coerente. Lucia Parma propone anche un laboratorio di scultura, Sabato 13 e domenica 14 marzo a villa Althamer. Tema: «Creare la propria dea». Infine, alle 20 nel salone delle feste del Casinò municipale, il concerto dell’orchestra del 41° Parallelo, ensemble di 18 elementi composto di sole donne, il cui repertorio è ispirato a culture e Paesi del 41° parallelo: un incontro di culture e di saperi che premia lo scambio ed il racconto, nato nell’ambito di un progetto europeo.  
   
 

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