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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Marzo 2010
 
   
  INAUGURAZIONE DELL´ISTITUTO DI ARCHITETTURA MONTANA DEL POLITECNICO DI TORINO

 
   
  Aosta, 9 marzo 2010 - L’assessore regionale al territorio e ambiente Manuela Zublena ha partecipato venerdì 5 marzo all’inaugurazione dell’Istituto di Architettura Montana, presso il Dipartimento di Progettazione Architettonica e di Disegno Industriale del Politecnico di Torino. Gli obiettivi dell’Istituto, nato per la prima volta negli anni ’50, grazie all’opera di figure come Carlo Mollino, Roberto Gabetti, Franco Albini e Paolo Ceresa, sono la promozione e la realizzazione di ricerche nei campi dell’architettura, della storia, del design, della tecnologia e della cultura materiale nello spazio alpino, la formazione di reti di ricerche con enti e soggetti locali, il supporto alle comunità locali, la valorizzazione e la divulgazione delle culture architettoniche, lo sviluppo di attività didattiche aventi come oggetto i luoghi, i paesaggi e gli ambienti montani. Alla tavola rotonda hanno partecipato gli Assessori al territorio e ambiente della Regione Piemonte, Sergio Conti, e della Valle d’Aosta, Manuela Zublena, insieme a Lido Riba, Presidente Uncem Piemonte, a Giuseppe Nebbia, Presidente dell’Osservatorio sul Sistema Montagna, al Sindaco piemontese Giacomo Lombardo, al Presidente di Cipra Italia, Francesco Pastorelli. Ha moderato l’incontro il giornalista e scrittore Enrico Camanni. Riportiamo alcuni passi dell’intervento dell’Assessore Zublena: «Chi costruisce in montagna deve necessariamente fare i conti con un territorio più vulnerabile, più sensibile e per questo più ostile. La montagna non è mai un ambiente “indifferente”, è importante conoscerla soprattutto dal punto di vista idrogeologico, tenendo conto che i cambiamenti climatici qui si fanno sentire più intensamente - ma anche prima in ordine di tempo - rispetto alla pianura. Per tutti questi motivi, credo che una costruzione di montagna debba “nascere dal terreno”, inserendosi senza innescare disequilibri nel delicato assetto del suolo e delle acque. Con l’intento di costruire una “casa di montagna” si vede spesso riproporre nelle nuove costruzioni elementi dell’architettura tradizionale rurale snaturati completamente delle loro funzioni e volti solo a fornire un’immagine posticcia dal carattere meramente estetico. Analogamente vengono impiegati materiali della tradizione non ripensati nell’arco di una progettazione innovativa: la pietra da elemento portante viene ridotta a semplice rivestimento, impiegata come abbellimento piuttosto che per le sue caratteristiche costruttive. E’ venuto il momento di iniziare un ragionamento inverso: dobbiamo ora chiederci quale aspetto possano avere le costruzioni di montagna utilizzando le tecnologie e i materiali attuali, tenendo conto del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale. Si prospettano nuovi problemi rispetto al passato, occorre recepire le esigenze dei tempi che cambiano. L’architettura è anche un campo di ricerca, non possiamo escludere soluzioni nuove che, sempre nel rispetto degli equilibri ambientali, integrino nel paesaggio le nuove opportunità offerte dal nostro tempo».  
   
 

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