Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Marzo 2010
 
   
  INDAGINE MEDIOBANCA-UNIONCAMERE SULLE MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI: UNA SU DUE HA PATRIMONI SOLIDI MALGRADO LA CRISI, IL 64% È PRONTA A INVESTIRE NEL 2010

 
   
  Milano, 15 marzo 2010 – Un 2009 difficile, con una perdita secca del 12% del fatturato e del 10% delle esportazioni, non sembra aver intaccato la solida struttura finanziaria delle 4.483 medie imprese industriali italiane, oggetto della nona indagine di Mediobanca e Unioncamere, presentata questa mattina a Milano. Queste eccellenze del made in Italy, malgrado le difficoltà, nel 50,2% dei casi (contro il 33,9% attribuito alla media delle Pmi) si confermano infatti altamente affidabili secondo il modello di scoring R&s-unioncamere. Al 2010, poi, guardano con una dose di pacato ottimismo, convinte, in un caso su tre, che fatturato, produzione ed esportazioni torneranno in positivo. Nel frattempo, serrano gli organici, ma una media impresa su 7 continuerà a creare occupazione, investono sul futuro (quasi il 74% ha effettuato investimenti nel 2009 e il 64% lo farà nel 2010) e puntano a una maggiore efficienza, ricorrendo, nel 56% dei casi, all’introduzione di nuovi macchinari e nel 45% all’avvio di nuovi progetti e attività che si avvalgono di servizi e tecnologie informatiche, facendo ricorso nel 53,5% dei casi all’autofinanziamento. Per sfidare la crisi le medie imprese hanno continuato a puntare sull’eccellenza, insistendo sulla creazione di nuove nicchie di mercato dove a livello internazionale non è il prezzo più basso a vincere, ma è la qualità combinata al rispetto dell’ambiente e delle persone. Continuando a differenziare l’offerta produttiva, investendo in innovazione, in design, in gusto. Quello delle medie imprese, insomma, può e deve costituire un modello efficace da sostenere, favorire, irrobustire. La redditività - A spiegare la solidità delle medie imprese italiane oggi, aiuta l’esame degli ultimi dati di bilancio disponibili, riferiti al 2007. Ci segnalano che proprio il 2007 è stato l’anno d’oro per le medie imprese industriali, prima del giro di boa segnato dal 2008, quando, secondo le stime, i fatturati hanno avuto una crescita del 2%, ma i margini lordi si sono ridotti di circa 8 punti. Tra il 1998 ed il 2007, le medie imprese hanno mantenuto il primato della crescita, con un incremento del valore aggiunto del 46,7% contro il 30,5% delle grandi imprese, del 69,8% del fatturato (contro il +51,5% delle grandi imprese), del 92,7% delle esportazioni (+70,5% delle grandi), del 16,7% dei dipendenti (-10% il corrispondente indicatore per le grandi). Questa favorevole dinamica ha portato le medie aziende ad aumentare progressivamente il loro peso sulla manifattura nazionale: ad esse si deve infatti il 16% circa del valore aggiunto dell’industria manifatturiera italiana, percentuale che sale al 25% considerando l’indotto, ed il 18% delle esportazioni nazionali. La distribuzione delle imprese Tra il 1998 ed il 2007 il numero delle medie imprese è aumentato di 1.103 unità. L’incremento medio (+32,6%) è espressione di una ulteriore diffusione delle medie imprese industriali nel Nord-ovest (+22,3%), di una robusta crescita di quelle del Nord-est Centro (+35,8% di cui +35,1% nel Nord-est), ma soprattutto di un aumento consistente di quelle del Centro Sud e Isole (+71%). Quest’ultimo incremento risulta particolarmente significativo ed è frutto di variazioni annuali costantemente positive. Le regioni meridionali che hanno registrato un maggior numero di nuove medie imprese sono state la Campania (soprattutto le province di Napoli e Salerno), la Puglia (soprattutto Bari) e l’Abruzzo (soprattutto Teramo). L’indagine 2010 (censimento al 2007) conferma comunque la notevole e prevalente diffusione delle medie imprese nel Nord Ovest, nel Nord Est e nel Centro Nec. Vi è una grande rarefazione nel Centro Sud e Isole sia in valori assoluti (un decimo del totale delle medie imprese), sia in confronto al totale delle aziende manifatturiere della stessa area (3 ogni 1.000, contro la media di oltre 11 nelle aree Nec). La regione italiana più densamente popolata di aziende industriali è la Lombardia, che ospita il 30,7% delle medie imprese manifatturiere italiane (la sola provincia di Milano ne conta 374); le altre due regioni in cui la numerosità di medie imprese è più elevata sono Veneto ed Emilia-romagna. Bassa invece la loro presenza in Toscana (ospita il 5,4% delle medie imprese italiane contro il 9,3% di tutte le imprese), Campania (rispettivamente 2,7% contro 6,7%), Lazio (1,9% contro 5,5%) e Puglia (1,6% contro 5,4%), oltre che l’insieme residuale delle “Altre Regioni Meridionali e Isole” (2,2% contro 10,6%). I settori di attività - Il 48% del valore aggiunto delle medie imprese ha origine nelle aree del Nec (principalmente nel Nord-est), il 43% in quelle del Nord-ovest ed il rimanente 9% nelle regioni centromeridionali. Le produzioni prevalenti nel Nord-ovest e del Nord-est sono la meccanica ed i beni per la persona e la casa (che rappresentano il 61,9% ed il 68,6% del prodotto complessivo); il Nec si caratterizza per l’alta quota di valore aggiunto nel comparto dei beni per la persona e la casa (35,7%). Nel Centro Sud e nelle Isole prevale invece la meccanica (33,4%) mentre l’insieme degli altri settori (esclusi alimentare e beni per la persona e la casa) supera il 26% del totale. Nel Nord-ovest, la quota di “altri settori” è pari a circa un terzo del totale, con chimica e metallurgia che contano per il 22,6%. Le produzioni del made in Italy interessano prevalentemente le imprese dell’area Nec, che vi realizzano il 66,7% del valore aggiunto, seguite dal Centro Sud e Isole con il 60,6% e dal Nord-ovest con il 56,4%. La ricerca, fondata sull’analisi dei bilanci depositati per gli esercizi dal 1996 al 2007 dalle medie imprese industriali con fatturato di 13-290 milioni di euro, con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 499 e con un assetto proprietario autonomo, è stata avviata nel 1999 dai Centri Studi di Mediobanca e Unioncamere; la prima pubblicazione ha riguardato nel 2001 le regioni del Nord-est, nel 2002 è stata estesa al Centro-sud e dal 2003 copre l’intero territorio nazionale. Grazie alle procedure informatizzate già sperimentate dai due Centri Studi, quest’anno sono state esaminate circa 10mila società (delle quali 4.625 sono risultate effettivamente medie imprese rispondenti ai parametri stabiliti).  
   
 

<<BACK