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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Marzo 2010
 
   
  “LUCANI: GUIDA AI MIGLIORI DIFETTI E ALLE PEGGIORI VIRTU’”

 
   
  Potenza, 15 marzo 2010 - E’ uscito per i tipi delle Edizioni Sonda il testo di Angela Langone “Lucani, Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù”. L’autrice, Angela Langone, è nata a Limbiate in provincia di Milano da genitori lucani, laureata in Lingue e letterature straniere moderne, lavora in una Casa editrice milanese. Da quando ha avuto l’uso della parola è stata sempre combattuta in merito alla scelta dei suoi accenti e della sua dizione, indecisa se conservare la pronuncia di origine o accogliere quella nordica. E’ la discendente, per sua convinzione, di un cadetto piemontese dell’esercito sabaudo giunto in Basilicata per combattere la rivolta ai tempi dell’Unità d’Italia e di una ragazza lucana “arruolata” dai briganti che si lasciano “incantare” dalla bellezza della terra lucana. E’ in tal modo che Angela Langone, il cui nome non appare sulla copertina del libro che fa parte della collana “Luoghi non comuni”, riesce a spiegarsi la sua personalità controversa continuamente in bilico tra legalità e ribellione. “Un lucano…è per sempre”: questo il messaggio fondamentale del libro impreziosito dalla descrizione che dei nativi ne fa Leonardo Sinisgalli allorché, tra l’altro, afferma che “lucano si nasce e si resta”. Nell’introduzione, a cura di Pietro Simonetti, presidente della Commissione regionale dei lucani all’estero, sottolineata l’importanza del ruolo dei lucani manifestatasi in termini attivi ovunque questi sono presenti con la piena affermazione in campo professionale, nelle attività culturali, nell’economia. L’autrice coniando e dando seguito alla frase “Basilicata, amore con pudore”, spiega le coordinate geografiche di una terra che, come una nobildonna, porta due nomi: Basilicata e Lucania e, come per tutte le donne, ci sono due modi di guardare: con gli occhi dell’innamorato che la vede in ogni dove, o come chi, da lontano, non la vede neppure. I casi, a parere di Angela Langone sono due: o sei lucano e per trent’anni la tua regione non ti sembra, in fondo, una gran cosa per poi passare quella soglia e farti conquistare per sempre, o sei italiano e, allora, la Basilicata è così lontana che te la sei dimenticata sul banco delle elementari. “Lucani, popolo di contadini, poeti e briganti”, dice Angela Langone che traccia un exursus storico del nome, dei suoi abitanti, delle sue bellezze e dei suoi tanti segreti. Una guida divertente, ma nel contempo accurata, scritta da chi ama profondamente la sua terra e utilizza anche un ampio e ironico repertorio fotografico per descrivere e far conoscere la Lucania che “nel cuore del Mezzogiorno sta come la Svizzera in Europa: bella, pulita e onesta”. Per l’autrice, la Basilicata “più che una regione, è una comunità”. La “lucanità” non ha confini geografici e chiarito il fatto che lucano non è solo un liquore, nel testo c’è una attenta disamina della storia e della preistoria “fatte in casa”, partendo dalle radici, senza sottovalutare il ruolo degli invasori nel corso dei secoli. Una regione che è anche la patria delle strategie per la sopravvivenza e che crede fermamente nei valori della famiglia, le cui donne sono permalose e fiere, mogli fedeli e pentite che hanno un concetto ben definito dell’altro sesso. Il lucano, più di ogni altro popolo, vive nell’ombra. “Dove arriva fa il nido” senza mettere in subbuglio il vicinato, il lucano è di poche parole e non ama raccontare nulla della vita trascorsa da esule. E’ difficile comprendere “dove abbia mai attinto tanta pazienza, tanta sopportazione e si meraviglierà sempre dell’allegria dei vicini, dell’esuberanza dei compagni, dell’eccitazione del prossimo”. Un popolo, senza illanguidirsi nei soliti luoghi comuni, abituato al dolore ed alla fatica, ma espressione di una terra “ricca” dei lucani di ogni giorno, di quelli, cioè, che vivono la propria quotidianeità nel loro luogo di nascita oppure sparsi per il mondo, e di quelli che Angela Langone chiama “Lucani come noi”, a partire da Orazio per finire ad Anna Bancroft, attrice protagonista di una pellicola che ha fatto storia.  
   
 

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