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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Marzo 2010
 
   
  IL POETA VOLANTE: IL VOLO DI LAURO DE BOSIS SU ROMA SCRITTO E DIRETTO DA ANGELO RUTA CON PIETRO PIGNATELLI AL TEATRO BELLINI – NAPOLI

 
   
  Milano, 15 marzo 2010 - La sera del 3 ottobre 1931 il poeta Lauro De Bosis, a bordo di un piccolo aereo, vola su Roma per lanciare 400mila volantini antifascisti, pur sapendo di andare incontro a morte sicura. È la conclusione di una lotta clandestina combattuta solo a colpi di penna, negli anni in cui vengono promulgate le leggi contro la libertà di espressione e di stampa, e costrette al silenzio le voci che si oppongono al regime. Questo lo spunto per raccontare De Bosis sulla scena, in un crescendo che parte dai giorni nostri e va a ritroso fino a quella sera del ’31. Un appassionato monologo che alterna guizzi stralunati - a tratti anche comici - e momenti di cupo smarrimento. De Bosis è un antieroe, uno che per esprimere il suo dissenso scrive di Icaro e di Antigone piuttosto che impugnare un’arma. Proprio per questo ci colpisce. Col suo volo si entra nel cuore di una storia che esprime una umanissima pietà e il cui significato più profondo sta nella sua cifra etica. “Il poeta volante” è quindi un monologo a più voci, affidate al trasformismo di un attore solo. Nella messinscena, il linguaggio teatrale è contaminato dalla musica e dai video, cui è affidato il compito di scandire i salti temporali e accompagnare la storia nei vari momenti. Antifascista fin dalla marcia su Roma, Lauro De Bosis comincia a esprimere la sua critica alla politica mussoliniana dopo l’omicidio di Giacomo Matteotti, ucciso per aver denunciato i brogli e le violenze con cui erano state condotte le elezioni del 1924. Negli anni immediatamente successivi, quando in Italia vengono promulgate le leggi che portano alla chiusura dei giornali non allineati e allo scioglimento di tutti i partiti dell’opposizione, Lauro si trasferisce negli Stati Uniti. Nel 1926, a soli 25 anni, insegna all’Università di Harvard Lingua e Letteratura Italiana e si dedica alla traduzione di opere anglosassoni e classici greci. Nel 1927 compone il poema Icaro, che rimane la sua unica opera. Rientrato in Italia nel 1930, De Bosis inizia la sua propaganda clandestina, stampando e diffondendo volantini con l’intento di scuotere le coscienze degli italiani. Ma la sua attività è presto scoperta, i suoi collaboratori arrestati e lui costretto a rifugiarsi in Francia. Nell’ambiente dei fuoriusciti trova sostegno e fondi per un’impresa eclatante: sorvolare la città di Roma per lanciare volantini contro il regime, con lo stesso spirito che aveva animato Bassanesi e Dolci nel loro volo su Milano, poco tempo prima. Dopo i primi due tentativi, falliti, l’aereo di Lauro decolla il 3 ottobre 1931 dall’aeroporto di Marignane verso Roma. L’impresa riesce ma il velivolo, a corto di carburante, sulla via del ritorno sprofonda nel Tirreno. Il 5 ottobre un plico spedito da De Bosis alla vigilia del volo arriva alla redazione del quotidiano Le Soir di Bruxelles: contiene il manoscritto del suo testamento morale. La sua pubblicazione ha una certa eco, nei giorni successivi, in Europa e nel mondo, tanto che il londinese Times commenta: “Finché ci saranno uomini come Lauro De Bosis il riscatto della civiltà è assicurato”.  
   
 

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