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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Marzo 2010
 
   
  FLAVIO LUCCHINI THE VOGUE LESSON OPERE 1990/2010

 
   
  Milano, 18 marzo 2010 - Già vent’anni. Flavio Lucchini fa il punto sulla lunga strada percorsa da quando, nel 1990, ha abbandonato la professione di art director e di protagonista del mondo del fashion per dedicarsi completamente alla ricerca artistica, condotta in modo elegante e personale. Le sue radici professionali, legate alla creazione di Vogue Italia, immerse in quel mondo rarefatto, irraggiungibile, idealizzato, così come veniva rappresentato negli anni 60/70, e poi stilisti, modelle, fotografi, sfilate, alta moda, viaggi, immagini di sogno, l’hanno fortemente influenzato portandolo verso uno stile unico e originale. “Una donna bellissima, un vestito stupendo, un visagista eccezionale, un grande fotografo, dei gioielli straordinari, il parrucchiere più creativo per una immagine destinata a pagine di carta splendida: ecco la ricetta di Vogue per creare il sogno: una donna divina. Non una donna umana, che vive e soffre, ma la odierna versione della Nike di Samotracia, delle dee di Prassitele, Nirone o Policleto. Questo è stato, per tanti anni, il mio mondo. Un luogo di assoluta armonia, dove il fulcro era il vestito, dove il limite era la perfezione.” La trasmigrazione dalle pagine patinate di Vogue, di Amica, di Donna, di Moda, e di tutte le altre riviste create negli anni con l’aureo corollario di mondanità, all’isolamento del suo atelier, concentrato nel riscoprire l’antica passione dell’arte, nello sperimentare, nel “fare”, con le mani coi pennelli con le materie più diverse e, ultimamente, col mouse, quadri, sculture, bassorilievi, digital painting, lo ha portato fin qui. A questa mostra che, in sintesi, ripercorre alcune tappe dei suoi ultimi ventanni, e a un libro “From fashion to art: The Vogue lesson”, scritto con Luca Beatrice, a cura di Gisella Borioli, edito da Skira. “Gli abiti femminili sanno trasmettere bellezza, ironia, aggressività, erotismo e tante altre sensazioni. Sono stati una parte importante della mia vita e non li ho mai considerati dei semplici involucri. Dai divini abiti della haute couture alle minigonne, agli abiti hippy o folk o punk o casual o sexy o, oggi, i burqa, i vestiti hanno “segnato” il tempo e continuano ancora oggi a far capire il mondo che cambia. La “lezione” di Vogue, che io stesso ho creato in Italia, mi ha profondamente condizionato. Passare dal fashion all’arte è stato un atto naturale.” A cura di Luca Beatrice 23/30 marzo ore 16.00-20.00. Vernissage 22 marzo ore 18.00 Art Point, Superstudio Più Via Tortona 27, 20144 Milano  
   
 

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