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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Marzo 2010
 
   
  PROGETTO OPEN - IMMIGRAZIONE, SERVONO PROCEDURE UNIVOCHE

 
   
  Ancona, 22 Marzo 2010 - Omogeneita` di procedure burocratiche per le pratiche che riguardano i cittadini immigrati, perche` le regolamentazioni son troppo frammentate sul territorio e molti enti e istituzioni preposti al rilascio di autorizzazioni o di permessi utilizzano procedure non omogenee. Questa lŽesigenza che e` emersa con maggiore insistenza nel corso del seminario Ž Minoranze etniche ed immigrati:azioni positive per la tolleranza ed il rispettoŽ, organizzato in Regione nellŽambito del progetto transnazionale Open e organizzato dai Servizi sociali della Regione Marche in collaborazione con Svim. I numerosi relatori hanno messo in luce che nelle Marche non esistono particolari problemi per i 131.033 mila immigrati- lŽ8,3% della popolazione- anzi cŽe` un buon indice di ŽrendimentoŽ globale in rapporto al fenomeno migratorio per la nostra regione, siamo al 4 posto dopo Emilia Romagna, Piemonte e Abruzzo, come ha evidenziato Eduardo Barberis, sociologo dellŽUniversita` di Urbino. Ma Ž ha ricordato lŽassessore regionale allŽImmigrazione, Marco Amagliani in apertura dei lavori Ž occorre consolidare il dato positivo dellŽindice di integrazione per le Marche, seconde solo al Veneto. E lŽimpegno della Regione e` stato in tal senso, oltre che cercare di reperire risorse, regolamentare la materia attraverso vari provvedimenti e leggi. Barberis e` stato il primo ad evidenziare la frammentazione di regolamenti, lasciati, anche da parte dellŽUnione Europea, ad un localismo accentuato. Barberis ha parlato anche di un modello di Žmicro regolazione localeŽ che nuoce al coordinamento delle politiche di immigrazione. Il sociologo Gabriele Sospiro - ha invece illustrato alcuni dati che caratterizzano lŽimmigrazione marchigiana: al contrario di quanto si possa pensare, il 60% della popolazione immigrata proviene dai Paesi Ue, mentre il 21 % dallŽAfrica e il 14% dallŽAsia. DallŽalbania il maggior numero, poi Romania, Marocco, Macedonia e Cina. Sono soprattutto giovani e intere famiglie Ž segno che nelle Marche cŽe` un immigrazione a carattere di stabilita`. Per quanto riguarda il lavoro, nel 2008 , secondo il dossier Caritas Migrantes, i lavoratori nati allŽEstero sono 85 mila, il 17% del totale e il 54,8% e` impiegato nellŽIndustria soprattutto in provincia di Pesaro-urbino e Macerata. A marzo 2009 erano 7782 le imprese individuali fondate da immigrati, facendo risultare le Marche allŽ8 posto tra le regioni italiane per numero di titolari dŽazienda stranieri. Altri relatori, come Andrea Rosenthal hanno evidenziato lŽaspetto della giustizia per gli immigrati: solo lŽ8% delle espulsioni e` effettuato in seguito ad un reato penale compiuto, mentre il resto riguarda casi di irregolarita`. LŽ80% degli immigrati si rivolge ai centri dŽascolto della Caritas - ha detto Simone Breccia- ma cŽe` una differenza tra le poverta`, riscontrata nellŽesperienza: quella italiana e` piu` cronica, mentre le poverta` degli immigrati sono variabili e per lo piu` si attestano su 1 anno, riguardando di piu` il problema dellŽaccoglienza. Altro problema prospettato e molto sentito e` quello dellŽattesa per i permessi di soggiorno che varia dai 6 ai 12 mesi, tempi troppo lunghi e procedure troppo variegate per ottenerlo, ha detto Sandra Magliulo dei Cir (Consiglio Italiano per i Rifugiati). Sono intervenuti poi i rappresentanti delle comunita` straniere, tra questi Mohamed Nour Dachan dellŽUnione delle Comunita` Islamiche che ha richiamato un messaggio di solidarieta` e cooperazione per poter applicare tutti i giorni il concetto di convivenza. Quindi Mamadou Saliou Diallo, Presidente dellŽAssociazione Senegalesi di Porto Recanati che ha raccontato la sua esperienza. A conclusione il dirigente dei servizi Sociali, Paolo Mannucci ha annunciato che i risultati del ciclo di sei seminari organizzati dalla Regione, saranno portati il 21 aprile a Dresda per confrontarli con le altre regioni partner ( Aragona Ž Spagna; Sassonia- Germania; West MidlandsŽ Inghilterra) . Da li` partira` una seconda fase del Progetto Open: riportare i risultati agli attori politici per poi definire le linee guida generali con la Commissione Europea.  
   
 

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