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Notiziario Marketpress di Martedì 23 Marzo 2010
 
   
  ABI-AIFI: SIGLATO L’ACCORDO PER FAVORIRE LA CRESCITA DELLE IMPRESE PROMUOVERE STUDI E INTERVENTI CONGIUNTI DI BANCHE, OPERATORI DI PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL PER ACCELERARE LA CRESCITA E MIGLIORARE LA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE ANCHE ATTRAVERSO LA QUOTAZIONE DELLE IMPRESE IN BORSA, AVVIARE INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SULLE OPPORTUNITÀ DELL’USO DEL CAPITALE DI RISCHIO. QUESTI I PRINCIPALI OBIETTIVI DELL’ACCORDO

 
   
   Roma, 23 marzo 2010 - L’associazione Bancaria Italiana (Abi) e l’Associazione italiana del Private equity e venture capital (Aifi) hanno siglato ieri un accordo con l’obiettivo di sostenere la crescita delle imprese tramite iniziative volte a sviluppare il mercato del private equity e più in generale l’investimento nel capitale di rischio delle imprese, anche in prospettiva della quotazione sui mercati. In una fase economica caratterizzata dall’esigenza di aumentare i livelli di capitalizzazione delle imprese, di sostenerne gli investimenti e i processi di crescita, Abi e Aifi considerano di particolare importanza e di utilità reciproca la collaborazione volta a favorire rapporti di sinergia tra finanziatori e operatori di private equity. L’accordo in particolare mira a promuovere analisi e forme di intervento congiunto di banche, operatori di private equity e venture capital facilitando tra l’altro lo scambio di informazioni. L’intesa è diretta anche a monitorare e valorizzare il ruolo delle banche nel private equity, ad avviare iniziative di sensibilizzazione a livello locale sulle opportunità derivanti dall’investimento nel capitale di rischio al fine di sostenere la crescita delle piccole e medie imprese e delle giovani aziende tecnologiche. “In un’ottica di diversificazione delle fonti di finanziamento e di accelerazione dei processi di crescita delle pmi, l’accordo con Aifi rappresenta un passo importante – ha commentato Giovanni Sabatini, il Direttore generale dell’Abi - L’associazione bancaria, nell’ambito delle iniziative a sostegno della patrimonializzazione delle imprese, intende così valorizzare il ruolo delle banche italiane come finanziatori ed investitori nel capitale di rischio di società non quotate, continuando ad offrire un aiuto concreto ai settori produttivi anche in vista della quotazione in Borsa. L’accordo - ha continuato Sabatini – costituisce un elemento di continuità con altre iniziative promosse dall’Abi a sostegno del rafforzamento patrimoniale delle imprese, per accelerarne la crescita e migliorarne la competitività. Si pensi in particolare al Fondo italiano d´investimento per le pmi appena costituito, partecipato da soggetti pubblici e privati”. “Questo accordo consentirà un impegno congiunto di Abi e Aifi su più fronti, con l’obiettivo comune di perseguire il rafforzamento patrimoniale delle imprese, attraverso un maggiore ricorso al capitale di rischio a sostegno delle strategie di crescita delle Pmi – ha commentato Giampio Bracchi, Presidente Aifi - Da tempo c’è un mutuo scambio di informazioni tra le due Associazioni che si sono interfacciate in passato su diversi tavoli di confronto. Con questo accordo le sinergie tra i due ambiti di attività vengono esplicitate in modo più netto e si fissano aree destinate al comune approfondimento. Mai come in questo momento in Italia la logica del fare-rete può essere premiante per favorire lo sviluppo e la competitività delle nostre imprese”. Di seguito i principali punti operativi del progetto: promuovere analisi ed interventi che favoriscano la crescita dimensionale ed il ricambio generazionale delle imprese; favorire la collaborazione tra operatori di private equity e venture capital e banche finanziatrici per facilitare lo scambio di informazioni e coordinare le modalità di intervento congiunto per il sostegno alle imprese; collaborare nella definizione di meccanismi di collaborazione pubblico-privato a livello nazionale e locale per favorire l’investimento nel capitale di rischio di pmi; favorire la quotazione delle imprese in Borsa, in particolare sui mercati dedicati alle pmi al fine di sviluppare un importante canale di way out per gli operatori di private equity nonché organizzare incontri con investitori nel capitale di rischio per stimolare le strategie di exit tramite quotazione e l’investimento da parte dei fondi small cap in sede di Ipo; avviare una rilevazione statistica periodica sull’attività di private equity svolta dagli operatori di matrice bancaria, sia in termini di investimenti diretti nel capitale di imprese non quotate sia di investimenti indiretti (attraverso sottoscrizione di fondi di private equity); organizzare a livello locale, anche utilizzando l’articolazione delle Commissioni Regionali Abi, attività formative e informative per sensibilizzare banche e imprese sulle caratteristiche delle operazioni di private equity e sulle opportunità derivanti.  
   
 

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