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Notiziario Marketpress di Martedì 23 Marzo 2010
 
   
  NUOVO SLANCIO ALLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ: L´UE E GLI STATI ACP RIVEDONO L´ACCORDO DI PARTENARIATO DI COTONOU

 
   
  Bruxelles, 23 marzo 2010 - La Commissione europea e il gruppo di 79 Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Acp) hanno concluso la seconda revisione dell’accordo di partenariato di Cotonou. La cooperazione Acp-ue viene così adattata alle sfide attuali, come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e l’efficacia degli aiuti. Il nuovo accordo riconosce inoltre l’importanza dell’integrazione regionale per assicurare ai Paesi Acp una crescita economica sostenibile. L’accordo sarà rivisto ogni cinque anni fino al 2020. Il commissario europeo per lo sviluppo Andris Biebalgs ha dichiarato: “L’accordo di partenariato di Cotonou è il nostro strumento chiave nella lotta contro la povertà negli Stati Acp. L’accordo rivisto promuove un dialogo aperto e un approccio partecipativo per ridurre e infine sradicare la povertà favorendo l’integrazione regionale, affrontando sfide planetarie come il cambiamento climatico e aiutando i Paesi Acp a raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio. Con questo nuovo accordo l’Ue e gli Stati Acp si sono dati gli strumenti per combattere la povertà in modo più efficace e per rafforzare le loro relazioni politiche.” L’accordo di Cotonou concluso nel 2000 è il più vasto accordo di partenariato tra i Paesi in via di sviluppo e l’Ue. La prima revisione dell’accordo, effettuata nel 2005, ha preparato il terreno per il quadro finanziario 2007-2013 relativo agli aiuti a favore dello sviluppo. Questa seconda revisione adatta il partenariato ai cambiamenti intervenuti nell’ultimo decennio, con particolare riferimento ai seguenti punti: Viene riconosciuta la crescente importanza dell’integrazione regionale nei Paesi Acp e nella cooperazione Acp-ue per favorire la pace e la sicurezza, promuovere la crescita e affrontare i problemi transfrontalieri. Per quanto riguarda i Paesi dell’Africa, viene riconosciuta anche la dimensione continentale della cooperazione: l’Unione africana diventa infatti parte nella relazione Ue-acp. Il nuovo accordo evidenzia l’interdipendenza tra sicurezza e sviluppo puntando sulla costruzione della pace e sulla prevenzione dei conflitti. Per affrontare le situazioni di fragilità statale è previsto un approccio che combina diplomazia, sicurezza e cooperazione allo sviluppo. Il nuovo accordo affronta le principali sfide che i partner Acp devono superare per conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio: sicurezza alimentare, lotta contro l’Hiv-aids e sostenibilità della pesca. Si sottolinea l’importanza di ciascuno di questi settori per lo sviluppo sostenibile, la crescita e la riduzione della povertà. Per la prima volta, la lotta al cambiamento climatico viene riconosciuta come un punto importante del partenariato Ue-acp. Le parti si impegnano a far sì che la questione del cambiamento climatico abbia maggiore rilievo nell’ambito della cooperazione allo sviluppo; inoltre, nei Paesi Acp verranno sostenuti gli sforzi per attenuare gli effetti del cambiamento climatico e per agevolare l’adattamento a tali effetti. L’accordo tiene conto dei nuovi rapporti commerciali Ue-acp e della scadenza delle preferenze alla fine del 2007. Esso riafferma il ruolo degli accordi di partenariato economico per rafforzare lo sviluppo dei Paesi Acp e la loro integrazione nell’economia mondiale. L’accordo rivisto sottolinea l’importanza delle strategie di adattamento commerciale e degli aiuti al commercio per consentire ai Paesi Acp di integrarsi meglio nell’economia mondiale dopo il venir meno delle preferenze. L’ue ha promosso un partenariato con gli Stati Acp che sia ampio ed inclusivo. Il nuovo accordo riconosce chiaramente il ruolo dei parlamenti nazionali, delle autorità locali, della società civile e del settore privato. Questa seconda revisione contribuisce in modo decisivo ad attuare i principi internazionali diretti a garantire l’efficacia degli aiuti, a cominciare dal coordinamento tra i donatori. Inoltre, al fine di ridurre i costi di transazione, l’accordo prevede di “svincolare” gli aiuti Ue ai Paesi Acp, vale a dire di non imporre condizioni quanto all’origine o alle modalità di fornitura di tali aiuti. Per la prima volta, viene riconosciuto il ruolo di altre politiche Ue nel promuovere lo sviluppo dei Paesi Acp e l’Ue s’impegna a migliorare la coerenza di tali politiche. Il 19 marzo scorso il commissario Andris Piebalgs (in rappresentanza dell’Ue) e il ministro dell’economia del Gabon Paul Bunduku-latha (in rappresentanza dei Paesi Acp) hanno formalmente concluso i negoziati e siglato i testi rivisti. Una volta approvato dal Consiglio dell’Ue, il nuovo accordo dovrebbe essere firmato ufficialmente dai 79 Stati Acp e dai 27 Stati membri dell’Ue durante il Consiglio Ue-acp che si svolgerà nel giugno 2010 a Ouagadougou (capitale del Burkina Faso). Dopodiché l’accordo dovrà essere ratificato da tutti gli Stati Acp e da tutti gli Stati Ue, oltre a dover essere approvato dal Parlamento europeo (come prevede il trattato di Lisbona).  
   
 

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