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Notiziario Marketpress di Martedì 23 Marzo 2010
 
   
  UE: ALLARME INQUINAMENTO: ATLANTICO E IL PACIFICO COPERTI DI PLASTICA

 
   
  Bruxelles, 23 marzo 2010 - Anna Rosbach, danese, 63 anni, lancia l´allarme sulla zuppa di plastica galleggiante Negli Oceani galleggia una "zuppa di plastica" grande 4 volte e mezzo l´Italia. E´ la conseguenza dell´inquinamento dei mari, che finisce per concentrarsi in alcune zone dell´oceano, e delle reti da pesca abbandonate in acqua. Anna Rosbach denuncia nel suo rapporto sulla protezione dell´Atlantico Nord-orientale: "è un problema di cui non si parla abbastanza". Nel Pacifico c´è un vortice che attira tonnellate e tonnellate di spazzatura proveniente da tutto il mondo. E l´Atlantico è sempre più infestato da vecchie reti di pesca abbandonate, che intrappolano e uccidono indiscriminatamente pesci e mammiferi. A lanciare l´allarme è la deputata danese del gruppo "Europa per la Libertà e la Democrazia" Anna Rosbach, che si è occupata per il Parlamento della raccomandazione sull´accordo e per la protezione delle coste e delle acque dell´Atlantico Nord-orientale contro l´inquinamento. "L´acqua è la cosa più importante al mondo", dice la Rosbach, "se la inquiniamo troppo, avremo problemi gravissimi". Una discarica planetaria - Secondo lei la "zuppa di plastica" è causata soprattutto da Cina e Giappone, ma, purtroppo, anche dall´Ue. Il cumulo di spazzatura, che si estende a macchia dalle coste del Giappone fino alle Hawaii, è dovuto all´effetto delle correnti sottomarine, che "attraggono" i rifiuti di tutto il mondo in quest´area, già vasta ed in continua espansione. "Non possiamo misurarne la grandezza esatta" - spiega la relatrice - "Sono come isole di plastica, e diventano sempre più profonde e numerose." Zuppa avvelenata per pesci e mammiferi - Nella coperta di spazzatura restano intrappolati pesci, piccole balene e altri mammiferi. La Rosbach racconta che perfino gli squali si affogano, perché rimangono incastrati nelle vecchie reti da pesca e non possono più muoversi. E siccome è il movimento che li fa respirare, muoiono annegati. "E´ una cosa da pazzi trovare pesci e delfini morti con la pancia piena di giocattoli di plastica. E´ una situazione gravissima, e sta peggiorando. Paesi come la Cina e gli Stati Uniti guardano dall´altra parte, fanno finta di non sapere". Ripulire e riciclare - La risposta? Prima di tutto bisogna pulire quello che oggi infesta gli Oceani. " Non si può prendere un peschereccio normale e fargli fare un po´ di raccolta di rifiuti. Servono imbarcazioni e mezzi speciali. Bisogna trovare società specializzate, che vogliano esplorare un nuovo settore di attività". La seconda cosa è imparare a riciclare. Per la deputata del "Partito popolare danese", con la plastica si possono fare tante cose e tanti soldi: "Ho sentito di un pescatore danese, che era stanco di vedere tutti i pezzi di rete abbandonati nel mare. E ha trovato un sistema per sminuzzarle e riciclarle per fare nuove reti. Poi ha creato un brevetto, ed è diventato milionario in un solo anno!" La responsabilità parte da sé stessi - "Se si comincia da sé, dalla propria famiglia, diventa tutto più semplice! Credo che dipenda dal proprietario di ogni singola barca, che può dire ´no, non pulisco il mio serbatoio in mare aperto. Non voglio inquinare le spiagge dove io e i miei figli andiamo al mare" - conclude Rosbach.  
   
 

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