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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Marzo 2010
 
   
  BRUXELLES: PIÙ DONNE MANAGER

 
   
  Bruxelles, 29 marzo 2010 - Nei consigli di amministrazione delle maggiori imprese europee quotate in borsa solo un membro su 10 è donna, e la guida delle banche centrali europee è monopolizzata da governatori uomini. Una piena rappresentanza, sia maschile che femminile, nelle alte cariche, gioverebbe all´economia: è quanto emerge da una nuova relazione presentata oggi dalla Commissione europea. La relazione prelude all´elaborazione di una nuova strategia per l´uguaglianza di genere che la Commissione europea adotterà nei mesi a venire. "Se l´Europa intende seriamente uscire dalla crisi e diventare un´economia competitiva grazie a una crescita intelligente e inclusiva, dovrà sfruttare meglio il talento e le capacità delle donne. L´uguaglianza di genere è quindi al centro della nostra strategia "Europa 2020": includere le donne nel lavoro ci aiuterà a uscire dalla crisi," ha affermato Viviane Reding, commissario europeo per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza evice presidentedella Commissione europea. "Ricerche mostrano che le imprese dove le donne sono ben rappresentate raggiungono anche i migliori risultati economici. Intendo lanciare un appello a tutte le imprese e a tutti governi affinché si impegnino a fondo per far sì che la parità di genere ai posti di comando diventi una realtà concreta. Tengo inoltre ad incoraggiare le donne di talento affinché raccolgano la sfida di sedere nei consigli di amministrazione e di candidarsi alle alte cariche." La relazione dal titolo "Morewomen in senior positions – key to economic stability and growth" mostra che le donne continuano ad essere pesantemente sottorappresentate nel processo decisionale economico. Nel mondo delle imprese, i membri dei consigli di amministrazione delle maggiori società europee quotate in borsa sono uomini in circa l´89% dei casi. La disparità si accentua ai più alti gradi dirigenziali dove solo nel 3% dei casi le donne guidano una grande impresa quotata in borsa.La Norvegia si distingue come unico paese con una situazione prossima all´uguaglianza di genere:i consigli di amministrazione sono composti per il 42% da donne e per il 58% da uomini, frutto di una ripartizione stabilita per legge. Diversi studi hanno peraltro sottolineato i riscontri benefici della diversificazione di genere dimostrando il nesso positivo tra la percentuale di donne in posizioni chiave e le prestazioni aziendali. Da uno studio condotto in Finlandia si evince ad esempio che le imprese dove le donne e gli uomini sono equamente rappresentati nel consiglio di amministrazione sono in media 10% più proficue di quelle dominate da uomini. Per quanto riguarda il processo decisionale politico, dal suo insediamento nel 1979, il Parlamento europeo è l´assemblea caratterizzata dal maggior grado di parità uomo-donna, con il 35% di deputate e il 65% di deputati. La percentuale di donne elette ai parlamenti nazionali (monocamerali o camere basse) in Europa è cresciuta nell´insieme dal 16% nel 1997 al 24% nel 2009. Si tratta tuttavia di una percentuale ancora molto inferiore alla cosiddetta massa critica del 30% ritenuta necessaria perché le donne possano esercitare un´influenza significativa in politica. La situazione degli esecutivi nazionali mostra uno stabile miglioramento, con una percentuale di donne ministri nei governi dell´Ue pari al 27%. La Commissione europea, composta di nove commissari donne (33%) e di diciotto uomini (67%), totalizza fin qui il miglior risultato in termini di parità di genere, registrando un netto aumento rispetto al 5,6% del periodo 1994/1995. Oltre la metà (55%) degli europei intervistati in un recente sondaggio dell´Eurobarometro ritiene che la questione dell´equa rappresentanza uomo-donna nei parlamenti vada "urgentemente" affrontata. Sullo sfondo della crisi economica mondiale, il ruolo delle donne in ambito imprenditoriale diventa ancora più importante. Per poter sopravvivere e far fronte alla crisi, le imprese devono essere governate nel modo migliore e attrarre i migliori talenti sul mercato. Stando ad uno studio realizzato durante la presidenza svedese dell´Ue nel 2009, l´eliminazione negli Stati membri della disparità occupazionale uomo-donna potrebbe produrre un incremento potenziale del Pil fra il 15% e il 45% (vedi allegato). Sono quindi necessari progressi rapidi che assicurino una rappresentanza uomo-donna più equa nelle posizioni chiave in tutti i settori e a tutti i livelli. Con la "Carta per le donne" ( Ip/10/237) presentata il 5 marzo, la Commissione ha ribadito il proprio impegno verso una maggiore parità di genere in tutte le politiche dell´Ue. Alla Carta farà seguito una nuova strategia sulla parità di genere che la Commissione intende adottare nei mesi a venire. Tra le priorità della strategia figura la promozione della parità in ambito decisionale. Tra i provvedimenti intesi a migliorare la parità uomo-donna in ambito decisionale si pensa all´elaborazione di piani sull´uguaglianza di genere, all´individuazione di obiettivi e controlli periodici, ad un miglior equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, alla promozione di modelli guida femminili, a programmi di tutoraggio e al networking. La relazione è stata presentata alla conferenza europea sull´uguaglianza uomo-donna quale base per la crescita e l´occupazione e in occasione di una riunione informale dei ministri per la pari opportunità del 25-26 marzo 2010 a Valencia.  
   
 

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